Il soggetto economico dimenticato, di S.E. Card. Angelo Scola, 14
aprile 2012, http://www.ilsole24ore.com
Quarto appuntamento con il
cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, che ogni sabato propone una
riflessione in vista del prossimo Incontro mondiale delle famiglie. Ha iniziato
mettendo in rilievo la centralità della famiglia, soggetto sociale per
eccellenza. Si è poi soffermato sulla necessità di non lasciarla sola nella
formazione degli adulti di domani. Quindi ha ragionato sulle povertà – soprattutto
di relazioni – che colpiscono le famiglie. Oggi porta la nostra attenzione
sulla famiglia come "soggetto economico": l'appartenenza alla rete
familiare, infatti, è fattore di sviluppo del "bene comune" nonché di
elevata performance nel sistema educativo e delle
relazioni. Riscoprire la famiglia in tutte le sue dimensioni richiede che la si
consideri anche, in quanto - passatemi l'espressione - soggetto
"economico". Anzitutto essa rappresenta un'importante concentrazione
di consumatori: per questo il mercato la cerca e la blandisce. Inoltre, per il
suo carattere "inter-generazionale" è il luogo normale della
soddisfazione dei bisogni elementari dei propri membri che possono attingere ad
una ricca auto-produzione. Questo dato viene assai poco messo in rilievo. Basti
pensare al lavoro femminile, a quanto esso sostenga, direttamente o
indirettamente, la produzione di beni e servizi che, senza passare per il
mercato, contribuiscono al ben-essere dei membri della famiglia.
Una vera e propria produzione di
"beni" che, pur non rientrando nei calcoli del reddito nazionale, è
stata ampiamente riconosciuta persino da chi - come Alesina ed Ichino -
sostiene che la centralità della famiglia comporterebbe dei costi sociali molto
forti derivanti, ad esempio, dalla minore partecipazione delle donne e dei
giovani al mercato del lavoro.
Non pochi sono gli studi che
vedono nella famiglia italiana una formidabile "unità produttiva". In
grado di fornire, in sé e da sé, sia beni e servizi che altrimenti dovrebbero
essere acquistati sul mercato, sia effettive forme di assicurazione sociale,
come l'assistenza e la cura degli anziani, degli ammalati o dei disabili, il
sostegno ai suoi membri disoccupati o in cerca di lavoro… Non meno importante
di questo profilo di famiglia come "unità produttiva", per certi
versi facilmente rilevabile, è il suo profilo di "piccola comunità
decisionale". L'espressione documenta l'intensità delle relazioni che
fioriscono all'interno della famiglia a beneficio dei suoi membri.
La famiglia ha un ruolo decisivo
nelle scelte di vita dei propri membri, in particolare dei figli che
rappresentano il patrimonio su cui un Paese può contare per crescere. Essi, in
questa prospettiva, sono un "bene comune" dell'intera società, non
una mera voce di costo. A ben vedere, anzi, il loro costo costituisce una sorta
di investimento nell'ottica di uno sviluppo sostenibile.
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