DIGNITY WATCH DENUNCIA IL FINANZIAMENTO DELLA UE AD ASSOCIAZIONI
ABORTISTE - Milioni di euro dei contribuenti europei utilizzati per politiche
contrarie al diritto alla vita e alla famiglia naturale di Antonio Gaspari
ZI12040111 - 01/04/2012
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ROMA, domenica, 1 aprile 2012
(ZENIT.org).- Il 27 di marzo all’europarlamento di Bruxelles, nell’ambito della
seconda “settimana europea per la vita”, organizzata dalla Commissione degli
Episcopati della Comunità Europea (COMECE) e dal Partito Popolare Europeo
(PPE), Sophia Kuby, direttore esecutivo della European Dignity Watch ha
denunciato l’utilizzo di ingenti finanziamenti della Unione Europea (UE) per
associazioni e programmi palesemente contrari alla vita ed alla famiglia..
La Kuby ha posto domande scottanti,
quali “E’ vero che gli aiuti allo sviluppo e alla salute produttiva della Ue
vengono utilizzati per praticare gli aborti nei Paesi in Via di Sviluppo?“
“C’è negligenza in questi
finanziamenti o la Ue lo fa coscientemente?”
“E’ accettabile che la Ue
utilizzi i fondi dei contribuenti per finanziare tali programmi?”
Se c’è negligenza, quali misure
intende attuare la Ue per prevenire gli abusi?”
L’esponente di Dignity Watch ha
chiesto risposte chiare da parte della Commissione.
A sostegno della propria
denuncia, l’European Dignity Watch ha presentato un dettagliato rapporto Thefunding of abortion through EU developmente aid. An Analysis of EU’s Sexual andReproductive Health Policy in cui sono documentati i finanziamenti della Ue e
la stretta collaborazione della Commissione europea con l’International Planned
Parenthood Federation (IPPF) e la Marie Stopes International, le due principali
associazioni che praticano l’aborto a livello mondiale.
Tali organizzazioni abortiste non
sono le sole tra quelle sostenute dai fondi europei
Dopo la presentazione del
rapporto molti eurodeputati si sono detti disponibili a sostenere la European
Dignity Watch affinché la Commissione Ue risponda e soprattutto metta fine ad
un “finanziamento controverso e illegale in un settore su cui non c’è né
competenza né consenso”.
Il rapporto di Dignity Watch
mostra in maniera inequivocabile che L'UE è di gran lunga il maggior donatore
mondiale di fondi per associazioni che praticano aborti, politiche antivita e
anti famiglia, con quasi il 56% del finanziamento totale.
I finanziamenti alle associazioni
antivita passano attraverso i fondi per lo sviluppo e per la salute
riproduttiva.
Per il periodo 2011-2013 la Ue ha
stanziato 280 milioni di Euro per programmi di miglioramento della salute
sessuale e riproduttiva nei paesi in via di sviluppo.
Come è ben noto dietro al termine
di salute sessuale e riproduttiva si nascondono pratiche di interruzione di
gravidanza, diffusione di contraccettivi abortivi, interventi di
sterilizzazione, ecc.
Secondo l’indagine dell’European
Dignity Watch solo nel 2007 l’Ue ha finanziato i progetti della Marie Stopes
International con 3,5 milioni di euro più 9 milioni di euro per gli anni 2005 e
2009.
Con questi fondi l’IPPF e la
Marie Stopes International hanno promosso programmi abortivi in Bangladesh,
Cambogia, Indonesia, Kenya, Sudafrica, Papua Nuova Guinea; Bolivia, Guatemala,
Perù.
Inoltre, per aggirare le
legislazioni anti-aborto di Bangladesh, Indonesia e in taluni Paesi
sudamericani, hanno impiegato un linguaggio ambiguo e menzognero, cioè
programmi volti alla “regolazione mestruale”.
Secondo Sophia Kuby la
Commissione deve spiegare agli Stati membri come è possibile che vengano
utilizzati aiuti allo sviluppo per praticare aborti e politiche antivita.
Il rapporto della European Dignity Watch si conclude
invitando la Commissione a garantire “cibo, acqua potabile, salute e istruzione
ai bambini in difficoltà, piuttosto che a ridurre il loro numero”.
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