Perché dovremmo sorridere almeno altri 25 minuti. Gli psicologi: 5 al
giorno sono pochi - Il neuroscienziato: «Il divertimento produce adrenalina e
stimola le difese immunitarie». Corsi universitari e yoga per imparare di Rossella
Burattino, rburattino@corriere.it, 4
aprile 2012, http://www.corriere.it
MILANO - Charles Baudelaire (che
non si può certo definire un poeta del buonumore) sosteneva che «il sorriso
esprime la gioia di crescere». Perché la risata, quella sana, liberatoria e
rassicurante è un toccasana non soltanto per l'animo, ma anche per l'organismo.
Cinquant'anni fa ridevamo per 15 minuti. Adesso il tempo si è ridotto a 5.
Eppure gli esperti dell'Istituto Riza di medicina psicosomatica ( www.riza.it )
non hanno dubbi: la dose quotidiana di buonumore deve essere di almeno
mezz'ora. I vantaggi? Lo stress diminuisce, l'insonnia migliora. Cuore, fegato
e polmoni stanno meglio quando ci divertiamo. Per non parlare dello spirito. È
così, anche alla Sorbona di Parigi («ribattezzata» Sorbonne drôlatique ), ci si
sbellica dalle risate (a fin di studio) e si può frequentare un corso
sull'importanza del riso come strumento per migliorare la società.
LO YOGA DELLA RISATA - Per
«imparare» a esternare il lato divertente del carattere si può seguire una
classe di Yoga della Risata (Hasyayoga), pratica che combina il ridere
incondizionato con la respirazione profonda. È stata ideata dal medico indiano
Madan Kataria, che nel 1995 ha dato origine al primo Club della Risata. «Oggi
si contano milioni di adepti in 75 Paesi del mondo», rivela Laura Toffolo,
laughter yoga ambassador e fondatrice dell'associazione nazionale yoga della
risata, con sede a Roma e più di 40 indirizzi in Italia (
www.yogadellarisata.it ). «È più facile sorridere in gruppo perché si combinano
contatto visivo e giocosità tipica dell'infanzia - continua -. Le sessioni
(sempre gratuite) cominciano con tecniche dolci di riscaldamento: stretching,
vocalizzi e battiti ritmici delle mani (cantando ho-ho-ho, ha-ha-ha). Tutto ciò
aiuta a far cadere le inibizioni e a sviluppare sentimenti positivi. Seguono
gli esercizi di respirazione profonda per preparare i polmoni alla risata
abbinando parole come "perdono", "dimenticare", "vivi
e lascia vivere"». Superati i blocchi, ci si lascia andare, ad esempio,
«con la risate di cuore - spiega Toffolo - sollevando le braccia distese verso
il cielo, con la testa leggermente inclinata all'indietro. Ci si abbandona
attraverso quella di benvenuto unendo le mani e salutando secondo la tradizione
indiana (Namaste), oppure, grazie alla risata del leone estendendo pienamente
la lingua e ridendo dallo stomaco con gli occhi spalancati e le mani come
artigli». La classe termina con la meditazione. I partecipanti sono seduti o
sdraiati e lasciano che la positività attraversi il corpo come un fiume in
piena. «È un'esperienza potente - riferisce Laura Mariaud, 33 anni, antropologa
parigina che ha iniziato a farsi una cultura all' École française du rire et du
bien-être di Corinne Cosseron ( www.corinnecosseron.org )-. Spesso porta a una
catarsi emotiva benefica e, a volte, a un sentimento di gioia e leggerezza che
può durare per diversi giorni. Oltre ai corsi, ho seguito seminari, workshop ed
eventi che mi hanno insegnato a prendere la vita senza stress e a ricaricare le
energie».
Lo Yoga della Risata
I BENEFICI DELLA RISATA- «Ridere
non ci seppellirà, ma ci salverà (letteralmente) la vita - racconta Claudio
Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli di
Milano - è dimostrato clinicamente: le persone positive hanno più capacità di
avere successo nella vita professionale e relazionale. Ridere stimola le difese
immunitarie (producendo l'immunoglobulina A), fa rilasciare adrenalina,
dopamina (l'ormone del piacere, il neurotrasmettitore che ci consente di essere
più intraprendenti, esploratori e selezionare risposte positive). E attiva un
meccanismo di liberazione di endorfine e di encefaline (i nostri stupefacenti
naturali)». Vedere le opportunità invece delle difficoltà, migliorare la vita
con i piccoli gesti: «Come salutare "indossando la divisa del
buonumore" - dice Lorenzo Sassoli, presidente Upa, Utenti Pubblicità
associati -. L'umore è contagioso così come la malinconia. Perché non
trasformare, allora, un giorno al mese, magari il primo lunedì, in un good day
? Tutti possiamo impegnarci a sorridere agli altri e a dare soltanto buone
notizie. Almeno per 24 ore».
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