EllaOne: l’ennesima aggressione alla vita mascherata da contraccezione di
Stefano Bruni, pediatra, 26 ottobre, 2011, http://www.uccronline.it
INTRODUZIONE (può essere d’aiuto, ma non è indispensabile alla
comprensione del testo successivo. La sua lettura è pertanto facoltativa)
L’inizio della vita di un
individuo (inteso come essere vivente dotato di un codice genetico unico e
irripetibile) è l’incontro tra uno spermatozoo e un ovocita, che avviene nella
tuba uterina intorno al 14° giorno del ciclo mestruale. Gli spermatozoi
sopravvivono nella cervice uterina fino a 5 giorni. Dopo un rapporto sessuale
risalgono fino nelle tube, in una delle quali, se è avvenuta l’ovulazione,
incontreranno l’ovocita. Dopo un rapporto sessuale la donna avrà dunque
spermatozoi vitali e fecondanti al suo interno per circa 4-5 giorni. Gli
ovociti maturano in una particolare struttura detta follicolo, nei primi 13-14
giorni circa del ciclo mestruale grazie all’azione dell’ormone
follicolostimolante (FSH) secreto dall’ipofisi e degli estrogeni secreti dal
follicolo stesso. Quando il follicolo giunge a maturazione, grazie all’azione
dell’ormone luteinizzante (LH) si rompe e libera all’esterno dell’ovaio
l’ovocita che ha al suo interno (ovulazione): siamo circa al 14° giorno del
ciclo mestruale. La fecondazione è la conseguenza della penetrazione di uno
spermatozoo in una cellula uovo all’interno della tuba. La fusione del nucleo
della cellula uovo e dello spermatozoo impiega circa 24 ore per completarsi e
determina la formazione della prima cellula dell’embrione (zigote), la prima
cellula della nuova persona. Circa 5-6 giorni dopo la fecondazione l’embrione
ha raggiunto l’utero e per sopravvivere deve necessariamente “impiantarsi”
ovvero “attaccarsi” all’endometrio che è il tessuto che tappezza internamente
la cavità uterina. Se questo processo non avviene correttamente l’embrione non
riesce a sopravvivere perché non ha più a disposizione sostanze nutritizie. In
questa fase sia l’embrione che l’endometrio giocano un ruolo attivo: entrambi
secernono svariate sostanze determinando fra loro un vero e proprio “dialogo
biochimico”. L’organismo materno secerne soprattutto gli estrogeni ed il
progesterone, la cui funzione è quella di preparare l’endometrio ad accogliere
l’embrione. In particolare il progesterone (che per agire deve essere
riconosciuto da specifici recettori presenti sulle cellule endometriali)
contribuisce allo sviluppo del prodotto del concepimento prima ancora che si
impianti, esaltando specificatamente le secrezioni tubariche ed uterine
necessarie al suo nutrimento e sviluppo, prepara un ambiente uterino idoneo
all’impianto aumentandone lo spessore ed alterando la viscosità del muco
cervicale con lo scopo di bloccare batteri e sperma, induce lo sviluppo di
cellule deciduali nell’endometrio, importanti per la nutrizione dell’embrione
nei primi stadi e inibisce la contrattilità dell’utero gravidico, evitando la
possibilità di un aborto spontaneo.
LA PILLOLA DEI 5 GIORNI DOPO: FATTI E MISFATTI
In Italia, dopo aver ottenuto
l’approvazione da parte del Consiglio Superiore di Sanità, ellaOne, un farmaco
reclamizzato come pillola anticoncezionale, ha ottenuto l’autorizzazione da
parte del comitato tecnico scientifico dell’Agenzia italiana del farmaco
(AIFA), purché prudentemente prima dell’assunzione sia stato effettuato un test
di gravidanza per escludere una gestazione in atto. Questa “clausola” ha
ovviamente scatenato polemiche a non finire perché a detta di alcuni
complicherebbe le cose alla donna che ha deciso di assumere la pillola per
correre ai ripari dopo un rapporto sessuale imprudente per il periodo nel quale
è stato consumato (cioè nei giorni prossimi all’ovulazione).
Su Avvenire del 6 Ottobre scorso
era riportata un’intervista al Dr Bruno Mozzanega, ricercatore presso il
Dipartimento di Scienze ginecologiche e della riproduzione umana
dell’Università di Padova, che nell’ultimo numero dell’Italian journal of
gynaecology and obstetrics ha pubblicato una ricerca su ellaOne, meglio nota
come la pillola dei cinque giorni dopo. Nell’intervista il Dr Mozzanega
sottolinea come il farmaco, presentato come anticoncezionale, per il suo
meccanismo d’azione e per la finestra terapeutica (5 giorni) per la quale è
indicato abbia in realtà potenziale abortivo molto spiccato. Proverò a
dimostrarvi come ellaOne sia l’ennesimo tentativo di mistificazione, cioè di
far passare come anticoncezionale una pillola che ha un altissimo potenziale
abortivo. Onestà intellettuale e correttezza professionale medica vorrebbero che alle donne non fosse fatta
disinformazione, come invece sta avvenendo.
L’ulipristal acetato, questa la
molecola che costituisce ellaOne, è un farmaco proposto come metodo di
contraccezione d’emergenza durante le 120 ore (5 giorni) successive ad un
rapporto sessuale non protetto o a rischio. Come riportato nel Riassunto delle
Caratteristiche del Prodotto (RCP), per intenderci la scheda tecnica nella
quale sono riassunte le informazioni più rilevanti per il medico relativamente
al farmaco, “ulipristal acetato è un modulatore selettivo sintetico del
recettore del progesterone che agisce legandosi con grande affinità al
recettore umano del progesterone”. Nell’RCP si legge che “si ritiene che il
meccanismo d’azione primario consista nell’inibire o ritardare l’ovulazione”
(tanto per cominciare sottolineo il “si ritiene”: voi lo assumereste un farmaco
che “si ritiene” funzioni in un certo modo o preferireste sapere che il mondo
scientifico sa “con certezza” quello che avviene nell’interazione tra un
farmaco e il nostro organismo?!).
L’Agenzia regolatoria predisposta
all’approvazione dei medicinali (EMA) ha autorizzato la commercializzazione di
ellaOne dal Maggio 2010 dopo avere discusso il dossier scientifico portato
dalla ditta produttrice. Come si potrà notare, nella sezione 2.3 di questo
assessment (cfr. ultimo capoverso di pag. 9/49) vengono riportati correttamente
tutti i possibili meccanismi d’azione del farmaco: capacità di
bloccare/impedire/ritardare l’ovulazione, anche dopo il picco di LH, e capacità
di ritardare la maturazione dell’endometrio in modo tale da prevenire
l’impianto dell’embrione. A pag. 11/49 (cfr. secondo capoverso) dello stesso
documento di EMA si conferma che, su colture di cellule, ulipristal acetato
inibisce in maniera evidente la proliferazione delle cellule dell’endometrio
stimolata da progesterone ed estrogeni. Addirittura, nella sezione relativa al
meccanismo d’azione (cfr. pagina 22/49) si accetta “candidamente” (ma
surrettiziamente) che, “poiché il progesterone è critico per l’impianto, si è
pensato che ulipristal acetato potesse essere promettente come agente
contraccettivo”. Le conclusioni (cfr.
capoverso 4, pag. 23/49) sono che “il principale meccanismo d’azione del
farmaco si pensa sia l’inibizione o il ritardo dell’ovulazione, ma alterazioni
dell’endometrio possono anche contribuire all’efficacia del prodotto”. D’altra
parte gli stessi concetti sono riportati in alcune pubblicazioni scientifiche
tra le quali, per chi volesse approfondire, vi riporto i link alle seguenti:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3138379/pdf/ptj36_06p325.pdf
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3141844/pdf/GMS-09-16.pdf
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2971744/pdf/ijwh-2-053.pdf
Nella “Sintesi destinata al
pubblico” predisposta da EMA, relativamente alle caratteristiche del farmaco si
trovava chiaramente indicato quanto segue: “Perché inizi la gravidanza occorre
che si verifichi l’ovulazione seguita dalla fecondazione dell’ovulo e dal suo
impianto nell’utero. Il progesterone [ … ] svolge un ruolo nel determinare i
tempi dell’ovulazione e preparare la parete uterina ad accogliere l’ovulo
fecondato. Il principio attivo di ellaOne, [ … ] si lega ai recettori ai quali
normalmente si lega il progesterone, inibendo così all’ormone di avere effetto.
Attraverso la sua azione sui recettori del progesterone, ellaOne impedisce le
gravidanze principalmente mediante la prevenzione o il ritardo
dell’ovulazione.” Significativo, a mio giudizio, notare come ci si limiti a
riassumere l’azione del farmaco come “principalmente” legata all’azione
sull’ovulazione (effettivamente anticoncezionale) evitando il riferimento alla
sua azione sulla parete uterina (impedire l’annidamento dell’uovo fecondato
equivale all’aborto di un essere umano).
Inoltre, che ulipristal acetato
abbia un grande potenziale abortivo è anche chiaramente indicato
nell’assessment di EMA dove, a pag. 45/49 si sottolinea come un test di
gravidanza debba essere effettuato prima di assumere il farmaco nei casi in cui
non si possa escludere una gravidanza in atto e come la ditta produttrice debba
mettere in atto azioni atte a prevenirne l’uso scorretto (a fini abortivi,
appunto, come chiaramente specificato). Sull’efficacia delle azioni consigliate
(registro delle prescrizioni) è legittimo secondo me nutrire seri dubbi, anche
perché ne viene consigliata l’implementazione non prima di un paio d’anni dalla
commercializzazione del prodotto (pag. 46/49, primo paragrafo).
In conclusione, nella fisiologia
della riproduzione, l’embrione a 5 giorni dal concepimento è in utero per
annidarsi. È dunque inequivocabile il potenziale e l’azione abortiva di questo
farmaco il quale, potendo essere assunto fino a 5 giorni dopo un rapporto a
rischio (e quindi a un potenziale concepimento) agisce togliendo sostentamento
all’embrione e dunque uccidendolo.
Per chi fosse interessato ad
approfondire rimando ai seguenti link:
http://www.comitatoveritaevita.it/pub/nav_Chiarezza_su_EllaOne_la_nuova_pillola_dei_cinque_giorni_dopo.php
http://www.mpv.org/mpv/download/ELLAONE/EllaOne.html
http://www.blogscienzaevita.org/?p=266
http://www.famigliacristiana.it/famiglia/news/articolo/approvata-la-pillola-dei-5-giorni-dopo_170611123933.aspx
http://www.salutedomani.com/il_weblog_di_antonio/2011/07/contraccezione-%C3%A8-arrivato-il-momento-di-ellaone-ulipristal-acetato-il-parere-di-un-esperto.html
http://www.pilloladei5giornidopo.it/home
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