EVOLUZIONE/ È "LUCA" il più vecchio. Ma non è il
"primo" di Paolo Tortora, lunedì 31 ottobre 2011, il sussidiario.net
Una collaborazione tra gruppi di
ricerca americani e coreani ha di recente gettato nuova luce sulla evoluzione
molecolare degli organismi e sulle interrelazioni evolutive che intercorrono
tra di essi. Questi ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione su
vescicole, contenenti granuli di una sostanza denominata volutina, presenti
nelle cellule di tutti gli organismi noti. Tali granuli consistono di una
associazione di polifosfati e metalli (calcio in particolare); tanto il calcio
quanto il fosfato (che deriva dalla degradazione dei polifosfati) sono
essenziali per il metabolismo cellulare e questo giustifica la presenza di tali
depositi. L'aspetto chiave della ricerca è stata l'analisi di una proteina,
denominata pirofosfatasi, associata alla membrana racchiudente i granuli;
questa proteina pompa ioni idrogeno all'interno delle vescicole al fine di
acidificarle, un prerequisito perché calcio e fosfato possono essere tenuti in
soluzione e resi utilizzabili dalla cellula.
Mediante metodiche
bioinformatiche automatizzate, è stata confrontata la sequenza di tale proteina
con le decine di migliaia di sequenze note, disponibili in apposite banche
dati. Una simile analisi rende possibile ricostruire gli alberi evolutivi di
una proteina, in modo analogo a quello con cui si ricostruiscono gli alberi
evolutivi degli organismi in base alla loro morfologia. Dallo studio non solo è
emerso che questa proteina è diffusa in tutti gli organismi, ma che tutte le
varianti esistenti derivano da un'unica molecola progenitrice di origine
antichissima, di cui si può pertanto inferire non solo l'esistenza, ma anche le
caratteristiche, almeno a grandi linee. La diffusione universale della
pirofosfatasi non è sorprendente in considerazione del fatto che i granuli di
volutina, e la possibilità di mobilizzarne il contenuto, sono indispensabili
per la sopravvivenza di qualsiasi tipo di cellula.
I risultati di questo esperimento
potrebbero sì apparire un’interessante scoperta, ma sostanzialmente di
interesse dei soli esperti del ramo. Tuttavia essi comportano delle
implicazioni di ben più ampia portata, che gettano luce su aspetti essenziali
dell'evoluzione biologica. Rappresentano infatti una delle più solide conferme
della teoria del LUCA, un acronimo che sta per “Last Universal Common Ancestor”
(ultimo antenato comune universale). Il LUCA è l'antenato comune più recente da
cui discenderebbero tutti gli organismi attuali. Si stima che l'antichità di
tale organismo sia di circa 3,6-4 miliardi di anni. Nella sostanza la teoria
sta a significare che l'albero evolutivo che include tutti gli organismi,
viventi e vissuti, sia "monofiletico": vale a dire, tutti, nessuno
escluso, discendono da questo comune progenitore. Per l'appunto, la
sperimentazione citata fornisce una solida conferma della teoria.
Sono tuttavia necessarie delle
precisazioni. Anzitutto, ben poco si sa su ciò che ha preceduto il LUCA. In
particolare, non sappiamo quanti altri "tentativi" di generare
sistemi viventi si siano verificati nelle epoche primordiali, prima, durante e
dopo il momento della comparsa del LUCA. Ciò che possiamo dire al riguardo è
che solo il LUCA è riuscito a imporsi e a perpetuare la sua discendenza.
In secondo luogo, è altamente
probabile che esso non sia stato il primo organismo vivente; infatti ciò che si
può inferire sia dai risultati della sperimentazione descritta, sia, più in
generale, dal confronto delle strutture molecolari presenti negli attuali
organismi, è che il LUCA avesse un livello di complessità non dissimile da
quello delle attuali cellule batteriche. Sebbene queste ultime siano più
semplici di quelle degli organismi pluricellulari, si tratta pur sempre di
strutture estremamente sofisticate, i cui meccanismi di funzionamento a livello
molecolare non sono in definitiva molto diversi da quelli delle nostre cellule.
Dunque, il LUCA, la struttura
biologica più antica di cui possiamo avere qualche evidenza indiretta, è già il
prodotto di un complesso processo di evoluzione molecolare. Tutto ciò lascia
irrisolto l’interrogativo di come un sistema così relativamente avanzato abbia
potuto assemblarsi a partire da elementari componenti molecolari.
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