Francia
- Nei testi scolastici la pillola abortiva diventa «innocua», di Simona
Verrazzo, Avvenire, 20 ottobre 2011
Negare nei programmi scolastici
scientifici la natura abortiva della pillola del giorno dopo, considerandola
soltanto un contraccettivo di emergenza. L’accusa arriva dalla Francia e a farla è uno
dei massimi esperti in materia: Pierre-Olivier Arduin, direttore della
Commissione bioetica della diocesi di Fréjus-Tolone. Con l'inizio dell'anno
scolastico, Oltralpe, si è riaperta la polemica sui programmi di studio
riorganizzati dal ministero dell'Educazione Sotto accusa c'è l'insegnamento di
Scienze della vita e della terra nelle prime classi del liceo «Letterario» ed
«Economico e sociale». Secondo la riforma, la materia è divisa in tre parti e
le perplessità sono arrivate analizzando il punto 3, «féminin-masculin», che a
sua volta è tripartito in: responsabilità della vita sessuale, diventare uomo o
donna, vivere la sessualità. L'attacco di Arduin si riferisce alla prima parte
nella quale agli studenti viene insegnata la differenza tra effetto
contraccettivo (che impedisce la fecondazione), effetto contragestiva (che
impedisce l'impianto) ed effetto abortivo e quali pillole sono più «adatte».
Arduin ha parlato di
«deformazione scientifica» e «revisionismo». L’Oms ha classificato la pillola
del giorno dopo come un contraccettivo d'emergenza e non farmaco abortivo. Il
dibattito però è più che mai aperto perché potendola prendere fino a 72 ore dal
rapporto sessuale (e quindi da una possibile fecondazione), può provocare
l'espulsione di un ovulo che potrebbe essere stato fecondato da tre giorni. Ma
nei testi scolastici, accusa Arduin, non si lascia scelta allo studente e si
presenta la pillola del giorno dopo esclusivamente come un contraccettivo di
emergenza. Questo non è il solo pomo della discordia. Il programma di studi ha
suscitato perplessità anche nella seconda parte (diventare uomo o donna). In
numerosi siti cattolici, tra cui www.chretiente.info, si sottolinea come di
fatto venga insegnata la cosiddetta «ideologia del genere», secondo la quale il
genere maschile e femminile non si iscrivono più nella continuità con il sesso
biologico ma vengono determinati dall'ambiente socio-culturale.
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