LE STAMINALI DEL CORDONE OMBELICALE BLOCCANO IL CANCRO AL SENO di Paolo
De Lillo
ZI11103018 - 30/10/2011
Permalink:
http://www.zenit.org/article-28530?l=italian
La terapia del cancro rappresenta
uno dei settori della ricerca in cui le staminali del cordone ombelicale umano
già in passato avevano portato ad importanti risultati dalle leucemie ai
linfomi, dal glioma al mieloma. Però ultimamente le ricerche coronate da
successo si susseguono l' una all' altra; sono diventate numerosissime:
neoplasie dei polmoni e dei bronchi, pancreas, carcinoma della cervice uterina,
melanoma, metastasi, tumori delle ovaie, della prostata e del seno.
Riguardo quest'ultima malattia la
prima sperimentazione di grande rilievo è apparsa su numero di Marzo 2009 della
rivista scientifica Cancer Research. E' stata realizzata dal Dottor Chanran
Ganta con la sua equipe del Departments of Anatomy and Physiology and
Diagnostic Medicine/Pathobiology, nel College of Veterinary Medicine, presso la
Kansas State University, a Manhattan (USA), un ateneo che si sta rapidamente
specializzando nelle terapie cellulari contro il cancro con l' uso
dellestaminali del cordone ombelicale. Questi scienziati sono riusciti a
bloccare completamente la crescita del carcinoma mammario in animali da
esperimento, senza che si presentassero recidive o metastasi a breve termine.
Il cancro del seno rappresenta il
tumore più diffuso in assoluto nella donna tra quelli invasivi, raggiungendo la
percentuale del 22,9% di tutte le neoplasie femminili, con maggior incidenza in
Europa e, soprattutto Nord America. Nonostante i grandi passi in avanti nella
diagnosi precoce, nel 2008 ha causato la morte di 458.500 persone: il 13,7% dei
decessi dovuti al cancro nelle donne.1 Inoltre si pensa vi siano quasi 20.000
casi all' anno anche nei maschi.2
Tra i molti fattori di rischio vi
sono il non aver avuto figli, alti livelli ormonali, l' obesità dopo la
menopausa, il fumo, il non aver allattato, una storia famigliare in parenti di
Io grado, l' uso anche moderato di alcool, una dieta ricca di grassi e povera
di iodio, alterazioni endocrine, il livello economico elevato, la terapia
ormonale sostitutiva, il menarca sotto i 12 anni e le radiazioni.3
Già da alcuni anni è stato
scoperto che le staminali cordonali hanno la predisposizione a raggiungere in
modo preferenziale i siti di neoplasie. I segnali più significativi, che
innescano questa facoltà, sono dello stesso tipo di quelli che permettono l'
attivazione delle cellule difensive dell' organismo affetto da un tumore.
Alcuni ricercatori hanno pubblicato studi, i quali dimostrano che staminali
geneticamente modificate riescono a trasportare in modo efficace proteine con
capacità terapeutiche nelle regioni colpite da infiammazione o dal cancro.4
Ugualmente le cellule mesenchimali della gelatina di Wharton, anch'esse
ottenute dal cordone ombelicale, hanno manifestato questa importante
caratteristica. Quando queste staminali cordonali sono state modificate
geneticamente, in modo da secernere una citochina, l' interferone INF- beta, e
sono state infuse per via endovenosa, hanno potuto inibire il carcinoma
metastatico della mammella in un modello murino.5
In questa sperimentazione gli
scienziati americani volevano inizialmente utilizzare le staminali mesenchimali
del cordone ombelicale contro il carcinoma del seno, proprio sfruttando tale
prerogativa. Tuttavia, per avere un ulteriore gruppo di controllo, in una fase
preliminare, hanno adoperato le staminali cordonali non modificate
geneticamente su modelli tumorali sia in vitro, che in vivo. Con loro grande
sorpresa esse hanno dimostrato un forte effetto anti-neoplastico anche senza
miglioramenti artificiali del patrimonio genetico.6
In due gruppi diversi il
trapianto è stato effettuato sia per via intra-tumorale, sia per iniezione. Le
staminali del cordone ombelicale umano si sono indirizzate selettivamente verso
l'adenocarcinoma mammario dal 4° giorno e sono state rilevate, con un' elevata
concentrazione, nelle immediate vicinanze del tessuto tumorale oppure al suo
interno.
Questa importante caratteristica
era già stata evidenziata in diversi studi precedenti.7 Sembra essere mediata
da chemochine e fattori di crescita8, secreti dal carcinoma o dallo stroma, il
tessuto di sostegno ad esso associato.9
Hanno attenuato la crescita dell'
adenocarcinoma in modo significativo dal giorno 14 in poi. A seguito di ciò si
è determinata una forte riduzione di volume e di peso della massa neoplastica.
Nessuna staminale cordonale è
risultata presente in altri organi, come reni, fegato, polmoni o milza fin dal
quarto giorno.
Per di più il Dottor Ganta ha
riscontrato una maggiore inibizione del carcinoma dose dipendente nei soggetti
infusi per via intra-tumorale con 1x106staminali del cordone ombelicale,
rispetto a quelli trattati con 0.5x106. Ciò ha riguardato sia le dimensioni,
che il peso.
Le neoplasie sono regredite in
misura sempre maggiore, fino a non risultare più palpabili dal 34° giorno nei
ratti trapiantati attraverso infusione endovenosa e dal 38°, in quelli per cui
è stato usato il metodo intra-tumorale.
Da un punto di vista
istopatologico gli adenocarcinomi dei soggetti non trasfusi contengonouno
strato molto sottile di tessuto di granulazione, un piccolo numero di
linfociti, alcuni macrofagi e neutrofili, mamolte cellule tumorali
anaplastiche, che hanno perso le loro caratteristiche specifiche di forma,
organizzazione e differenziazione funzionale. Invece in ambedue i gruppi, che
hanno ricevuto le staminali cordonali, sono state individuate poche isole di
cellule neoplastiche con un fitto tessuto di granulazione, infiltrato da un
numero di linfociti moderato o elevato, spesso mescolati con le plasmacellule.6
Nella sperimentazione degli
scienziati americani le staminali mesenchimali del cordone ombelicale
inibiscono sia la crescita dipendente dal contatto cellulare dell'
adenocarcinoma, sia quella indipendente.
I ricercatori della Kansas State
University hanno verificato l' eventuale formazione di recidive a distanza di
tempo. Anche in questo caso i risultati sono promettenti: non si è riscontrato
alcun segno del possibile ripetersi della malattia nei cento giorni successivi.
Certo, sarebbe molto importante continuare la sperimentazione ed iniziarne
delle altre per accertasi che la patologia non si ripresenti anche dopo
intervalli di tempo molto più lunghi: ciò darebbe un rilievo ancora più
eccezionale alle scoperte ottenute.
In vitro, poste nello stesso
terreno di coltura tridimensionale con agar soffice, le staminali del cordone
ombelicale inibiscono il numero di colonie, che si formano dalle cellule carcinomatose,
in modo davvero consistente, a differenza di altri tipi cellulari usati come
controllo. Lo stesso avviene in modo significativo per la crescita delle
colonie, se il medium è influenzato dalla presenza precedente delle staminali
cordonali o se si attua una co-coltura di queste con le cellule tumorali. In
esse viene attivata intensamente l' apoptosi, la morte programmata della
cellula, meccanismo naturale di autodistruzione, che mette in atto in risposta
a specifici stimoli esterni: funge da barriera alla proliferazione neoplastica.
Secondo il Dottor Ganta la
capacità di eliminare completamente l' adenocarcinoma mammario con staminali
cordonali non modificate geneticamente è un ulteriore e specifico vantaggio,
perché qualsiasi manipolazione dei cromosomi, che costringa le cellule ad
esprimere un carattere esogeno, sarebbe in grado di alterarne in qualche modo
il comportamento e le risposte. Ciò, almeno potenzialmente, potrebbe renderle
meno sicure per i trapianti, soprattutto se fossero necessari numerosi
cambiamenti di geni.6La sua scoperta sarebbe in accordo con una recente
ricerca, in cui si osserva che staminali mesenchimali umane non modificate
riescono a ridurre il sarcoma di Kaposi del 50% in vivo, anche se in questa
sperimentazione le cellule sono state somministrate in elevate quantità e non
hanno completamente eradicato i tumori, a differenza delle staminali
cordonali.10
Il risultato antitumorale
mostrato nello studio della Kansas State University può essere dovuto
all'effetto combinato di una potente azione anti-proliferativa e di un'
attività a favore dell' apoptosi, mediate dalle staminali del cordone
ombelicale. Ciò porta alla completa eliminazione di tutte le cellule
neoplastiche, tanto che negli animali da esperimento non risultano recidive
dell' adenocarcinoma, almeno a breve termine.
Inoltre gli scienziati americani
hanno raccolto prove di una forte componente indipendente da meccanismi
immunitari nell' effetto anti-tumorale contro il cancro del seno manifestato
dalle staminali del cordone ombelicale. Dovrebbero produrre fattori
diffusibili, molecole relativamente stabili e di piccole dimensioni, poiché
riescono ad inibire intensamente la crescita di colonie, formate dalle cellule
neoplastiche, anche quando non vengono direttamente a contatto con esse, ma
sono state solamente, in tempi diversi, nello stesso terreno di coltura. Questa
conclusione è confermata anche dalla intensa efficacia delle staminali
cordonali quando sono inserite nello stesso medium con le cellule tumorali,
nonostante che queste ultime siano molto più numerose: il semplice contatto
staminale-cellula non sarebbe sicuramente sufficiente.6
Un ruolo rilevante potrebbe
averlo la secrezione di consistenti quantità di citochine, già evidenziate da
altri ricercatori.11 La riduzione della crescita cellula-dipendente sarebbe
dovuta, almeno in parte alla ridotta fosforilazione dell' Akt, la Protein
Chinasi B, caratterizzata da un' azione favorente l' angiogenesi o la
proliferazione cellulare neoplastica, oltre che inibente l' apoptosi, e delle
ERK1 e 2, le Mitogen-Activated Protein (MAP) Kinases, che influenzano la
proliferazione e la differenziazione, attivate da fattori di crescita e
sostanze che inducono le neoplasie. Importante dovrebbe essere anche la
diminuzione della procaspasi-3 e l' aumento della caspasi-3 scissa, enzima
proteolitico endo-cellulare, fondamentale per l' apoptosi.
Le nuove ricerche in corso da
parte della Kansas State University sono dirette verso un ulteriore chiarimento
dei meccanismi che possono essere coinvolti nell' efficace soppressione dell'
adenocarcinoma della mammella da parte delle staminali cordonali, compresa una
potenziale modulazione del sistema immunitario nell' ospite.6
Esse possono essere raccolte in
elevato numero, in un breve intervallo di tempo, senza metodiche invasive, non
presentano problematiche etiche, né problemi di sicurezza per cancerogenicità o
frequenti rischi di rigetto immunitario, se autologhe.
Ancora una volta si sono
dimostrate estremamente valide alivello terapeutico contro una malattia molto
grave e diffusa e hanno contribuito a importanti progressi per la terapia
cellulare.5
1) "World Cancer Report".
International Agency for Research on Cancer. 2008.
2) "Male Breast Cancer Causes, Risk
Factors for Men, Symptoms and Treatment on". Medicinenet.com.
3) Breast Cancer Risk Factors –
Breastcancer.org
4) Rachakatla RS, Marini F, Weiss ML, et al.
Development of human umbilical cord matrix stem cell-based gene therapy for
experimental lung tumors. Cancer Gene Ther 2007; 14: 828–35.
5) Mitchell KE, Weiss ML, Mitchell BM, et al.
Matrix cells from Wharton's jelly form neurons and glia. Stem Cells 2003; 21:
50–60.
6) Ganta C, Chiyo D, Ayuzawa R, Rachakatla R,
Pyle M, Andrews G, Weiss M, Tamura M, Troyer D. - Rat umbilical cord stem cells
completely abolish rat mammary carcinomas with no evidence of metastasis or
recurrence 100 days post-tumor cell inoculation. - Cancer Res. 2009 Mar
1;69(5):1815-20. Epub 2009 Feb 24
7) Aboody KS, Najbauer J, Danks MK, et al. Stem
and progenitor cell-mediated tumor selective gene therapy. Gene Ther 2008; 15:
739–52.
8) Muller A, Homey B, Soto H, et al.
Involvement of chemokine receptors in breast cancer metastasis. Nature 2001;
410: 50–6.
9) Arbab AS, Janic B, Knight RA, et al.
Detection of migration of locally implanted AC133+ stem cells by cellular
magnetic resonance imaging with histological findings. FASEB J 2008; 22:
3234–46.
10 ) Khakoo AY, Pati S, Anderson
SA, et al. Human mesenchymal
stem cells exert potent antitumorigenic effects in a model of Kaposi's sarcoma.
J Exp Med 2006; 203: 1235–47.
11 ) Friedman R, Betancur M, Boissel L, et al.
Umbilical cord mesenchymal stem cells: adjuvants for human cell
transplantation. Biol Blood Marrow Transplant 2007; 3: 1477–86.
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