A tutta ICI contro le scuole cattoliche di Marco Lepore, 27-02-2012, http://www.labussolaquotidiana.it
Quante sono le scuole paritarie
ospitate in locali di proprietà ecclesiastica?
Molte, moltissime; 7049, con ben
453.757 alunni se consideriamo solo le scuole cattoliche dell’infanzia. Oltre
9mila se contiamo anche quelle cattoliche o di ispirazione cristiana di ogni
ordine e grado.
E quante sono le scuole paritarie
in generale che svolgono un servizio pubblico senza fini di lucro e che si
caratterizzano dunque come realtà no profit? Quasi tutte, circa il 90%, cioè
oltre 12mila.
Eppure l’emendamento al Decreto
Legge n° 1 del 2012, appena approvato dal Consiglio dei ministri in merito
all’esenzione dall’imposta ICI/IMU di cui beneficiano gli enti non commerciali
(“Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e
la competitività”), così come presentato mette in ulteriore gravissima
difficoltà la scuola paritaria, che svolge a tutti gli effetti un servizio
pubblico e garantisce allo Stato Italiano un importante risparmio.
Sarebbe bene che il governo Monti
tenesse presente che questa norma potrà portare qualche spicciolo nelle casse
dello Stato esattore, ma in breve tempo finirà per rivelarsi un formidabile
boomerang, dato che le entrate previste sono davvero briciole a confronto dei
nuovi oneri (e degli enormi problemi sociali) che lo Stato dovrà sostenere se
gli enti scolastici cesseranno le loro attività.
Nell’attuale contingenza
economica, infatti, che vede una sensibile riduzione di iscritti perché molte
famiglie non riescono a far fronte alla retta scolastica, diverse scuole
paritarie di ogni ordine e grado hanno già dovuto chiudere non per mancanza di
iscritti ma per insostenibilità economica.
Ma lo sa il governo Monti che la
scuola paritaria, pubblica esattamente come la statale, fa risparmiare allo
Stato 6 miliardi di euro all’anno? Ha senso farla chiudere?
Sì, chiudere, poiché l’esenzione
dall'IMU sarà limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga in
modo esclusivo attività di natura non commerciale, e l’attività svolta dalle
scuole paritarie senza scopo di lucro viene considerata commerciale. Dunque si
pagherà l’IMU, ed è già un bagno di sangue adesso per costi del personale,
costi ordinari e straordinari di gestione, manutenzione delle strutture e altri
numerosi balzelli diretti e indiretti…..
La soluzione è semplice: il
Governo colga l’occasione per riconoscere e precisare quanto è già nella realtà
dei fatti: la scuola non statale paritaria senza scopo di lucro, alla pari di
quella statale e paritaria comunale che resteranno esenti dall’IMU, non svolge
attività commerciali ai fini fiscali.
Si eviterà, in tal modo, di
mettere in ginocchio un settore già duramente provato dalle attuali
ristrettezze economiche, penalizzando conseguentemente tutte le famiglie e gli
alunni che si avvalgono del prezioso servizio pubblico da esso offerto.
Si eviterà inoltre di correre il
rischio – nell’intento di realizzare maggiori entrate fiscali - di perdere
progressivamente risorse ben più importanti, anche sotto il profilo economico.
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