Avvenire.it, 24 febbraio 2012, DENUNCIA CHOC - «Aborti selettivi a
Londra» di Elisabetta Del Soldato
In alcune cliniche abortive del
Regno Unito i medici sono disposti a chiudere un occhio di fronte alla
richiesta sconcertante di alcune donne, quella di «sbarazzarsi di un figlio»
semplicemente perché non è del sesso desiderato. L’aborto selettivo in base al
sesso è illegale nel Regno Unito eppure, secondo un’inchiesta pubblicata ieri
dal Daily Telegraph, la pratica è comune.
Usando un reporter in incognito
che ha accompagnato donne incinte in nove cliniche del Regno, il quotidiano ha
scoperto che in tre casi i medici si sono detti disposti a far abortire una
donna «insoddisfatta del sesso del bambino» che aveva in grembo. «Queste
rivelazioni sono inquietanti – ha detto ieri mattina il ministro della Sanità
Andrew Lansley –. La selezione del sesso è illegale e immorale» e ha promesso
che aprirà subito un’inchiesta. Ma per Anthony Ozimic della Società per la
protezione del bambino non ancora nato (Spuc) «non c’è affatto da stupirsi».
«L’indagine del Telegraph1 – dice
ad Avvenire – conferma che l’eugenetica è una realtà nella medicina moderna
britannica e che alcuni innocenti esseri umani sono considerati sconvenienti».
E continua: «La selezione sessuale dei feti è l’inevitabile conseguenza di un
accesso troppo facile all’aborto».
Nell’indagine, il Telegraph
scrive anche che alcuni medici hanno addirittura ammesso di essere pronti a
«falsificare alcuni documenti» pur di permettere alle donne di «sottoporsi
all’aborto desiderato».
«Meglio non fare troppe domande»,
scrive ancora il quotidiano riportando la telefonata di un medico che
indirizzava una paziente a un collega che effettua aborti.
Le polemiche hanno innescato
immediatamente le prime reazioni. Il Mall Medical di Manchester, una delle
cliniche citate dal quotidiano, ha detto di «aver sospeso i contatti con un
medico». Ma per la conservatrice Nadine Norris il settore ha bisogno di una
regolamentazione più rigida: «Dobbiamo essere sicuri – ha dichiarato la
deputata che da tempo combatte affinché alle donne venga offerta una consulenza
indipendente, vale a dire non fornita solo dalle cliniche che vengono pagate
per effettuare aborti – che le strutture operino nel rispetto della legge».
Ma proprio la legge è ricca di
sfumature. La selezione del sesso, per esempio, è già permessa in Gran Bretagna
anche se solo in condizioni molto precise come nel caso in cui ci sia il
rischio di una grave malattia ereditaria. In Inghilterra, Galles e Scozia
l’aborto è consentito fino alla ventiquattresima settimana di gestazione.
L’aborto è consentito anche dopo le 24 settimane in rarissimi casi: uno di
questi è la grave disabilità riscontrata nel feto. Inoltre, due medici devono
dare l’approvazione a un aborto, ma in caso di emergenza ne basta uno.
Duro, in fine, è stato anche il
commento di Gillian Lockwood, ex vicepresidente del comitato etico del Royal
College of Obstetrics and Gynaecology sono «sconvolgenti». Perché «in nessuna
circostanza un feto che per i genitori è del sesso “sbagliato” dovrebbe
abortito».
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