CONTROLLO DELLE NASCITE - Obama trucca le cifre contro i cattolici, di
Marco Respinti, 20-02-2012 http://www.labussolaquotidiana.it/
La quasi totalità delle donne
cattoliche americane si serve abitualmente di anticoncezionali. Perché allora
tanto strepito se la riforma sanitaria voluta dal presidente Barack Obama
impone l’obbligo alle assicurazioni (e per loro tramite a tutti i datori di
lavoro, comprese le istituzioni religiose) di fornire gratuitamente ai
lavoratori americani "servizi" "sicuri" di controllo delle
nascite? Una delle principali linee di difesa adottate dalla Casa Bianca nello
scontro senza precedenti che la sta opponendo alla Chiesa Cattolica è questa.
Una statistica, insomma, contro un «assoluto morale», come lo definirebbe il
filosofo australiano John Finnis.
Infatti, paradossalmente, anche
se tutte le donne cattoliche del mondo violassero di fatto la verità della
morale sessuale insegnata dalla dottrina cattolica e radicata nel diritto
naturale, il principio non muterebbe. Né cambierebbe il dovere del magistero di
continuare a insegnare e a difendere tale verità contro ogni assalto, così come
il diritto della persona umana di sottrarsi alla sua violazione. La verità
infatti, non è democratica; non dipende dalle maggioranze, dai discorsi, dalle
opinioni.
Epperò, al lato pratico, la
statistica messa in campo dalla Casa Bianca per calpestare la libertà dei
cittadini che essa amministra, tassando la società - compreso chi dissente in
piena coscienza e a norma di legge - onde disporre degli strumenti pratici che
le consentono di farlo, è stringente. Difficile darle torto sul piano
amministrativo.
UN FALSO CONCETTO DI BENE
PUBBLICO
Se infatti si concede allo Stato
il potere d’imporre il modo con cui la Sanità dev’essere garantita ai
cittadini, quindi quello di reperire i fondi necessari alla sua copertura
finanziaria, e se si concede ai cittadini di pensare che diventa norma sociale ciò
che la loro maggioranza o persino tutti fanno prima e oltre ogni considerazione
ulteriore, per esempio morale, è evidente che un "servizio" come la
contraccezione, e persino l’aborto e la sterilizzazione, cui molti cittadini
già accedono, magari spendendo "troppo", debba essere offerto dal
"sistema" in modo "sicuro" ed "economico" grazie
alla contribuzione di tutti. Infatti, il principio del "benessere"
che tale misura implica risulta "evidentemente" superiore alle
singole coscienze e quindi è giusto che tutti vi concorrano in proprio. Si può
anche non prendere mai la metropolitana urbana a cui la tassazione statale ci
obbliga a partecipare in denaro, o detestare il Festival di Sanremo per cui la
televisione di Stato ci obbliga a pagare, ma che quelli siano "beni"
di tutti, cui tutti debbono dunque provvedere anzitutto per principio perché
"così è giusto", è un ragionamento che in Italia troviamo
perfettamente normale. Stante la mentalità dominante - che accetta questo
ragionamento "aperto" come un principio inderogabile -, oggi la gente
è insomma mediamente propensa a subire certe imposizioni, anche se ne fruisce
solo una parte della cittadinanza, perché le considera "bene"
"pubblico". Ciò avviene normalmente già quando lo Stato "è
neutro": figuriamoci in un caso eclatante come quello degli Stati Uniti di
oggi, dove il governo non solo non è neutro, non solo possiede un’agenda
propria da promuovere, ma pure questo fa con una pervicacia e un’arroganza mai
viste.
La Chiesa Cattolica può cioè
legittimamente, anche per i relativisti più assoluti, continuare a tuonare
dottrinalmente contro la contraccezione e l’obbligo di fornirla gratuitamente a
tutti; ma se la "maggioranza delle donne cattoliche" fa comunque uso
di metodi per il controllo delle nascite che paga di tasca propria, di fronte
al fatto che i servizi assicurativi sulla salute possono fornirli a costi più
bassi poiché spalmati sulla collettività, è difficile pensare di avere motivi
concreti, di public policy, per opporvisi. E la ragioni "metafisiche"
cui, nella temperie culturale di oggi, si ha diritto solo nel foro
assolutamente privato, valgono in pubblico quanto il proverbiale Speakers’
Corner di Hyde Park: dite ala vostra che ho detto la mia, e poi contraccezione
gratuita sia.
L’alfiere dell’Amministrazione
Obama in questa lotta contro la Chiesa, le comunità religiose e il diritto alla
libertà religiosa sancito dalla Costituzione federale degli Stati Uniti è del
resto il ministro della Salute Kathleen Sebelius, già governatrice del Kansas
per due mandati, cattolica, collettrice di enormi donazioni in denaro
provenienti dalla lobby abortista . Ma se le statistiche su cui la sua
controchiesa fonda il proprio sofisma fossero inattendibili?
UN FALSO CALCOLO DI UTILITÀ
PUBBLICA
Per sostenere il proprio
progetto, la Casa Bianca sostiene oggi che il 98% delle donne cattoliche
adoperi disinvoltamente e regolarmente i contraccettivi, e lo fa basandosi su
uno studio realizzato dal Guttmacher Institute, cioè la divisione semiautonoma
di ricerca della famigerata Planned Parenthood Federation of America (PPFA).
Del resto - come ha sottolineato Jake Tapper, corrispondente dalla Casa Bianca
della rete televisiva ABC News, e Jill Stanek rilanciato sul portale Life Site
News -, tra i consiglieri che Obama si è scelto per imporre il controllo delle
nascite attraverso le assicurazioni sanitarie figura pure Cecile Richards ,
amministratrice delegata della PPFA [nella foto].
Che proprio la più potente
organizzazione abortista del mondo - forte anche di un ramificatissimo sistema
globale di cliniche abortiste - sia la sola fonte attraverso cui
l’Amministrazione Obama cerca di imporre persino ai cattolici l’obbligo di
regalare la cultura di morte si evince da quanto scrive Cecilia Munoz,
direttrice del Consiglio per gli affari interni della Casa Bianca, sul blog
della Casa Bianca stessa. Ora, le affermazioni della Munoz - osserva Christine
Dhanagom sul portale Life Site News, «sono state ripetute ad nauseam dalla
stampa e dalle organizzazioni filoabortiste, nonché difese da un sito
sinistreggiante qual è PolitiFact.org », ma né lei né PolitiFact.org dicono (né
alcuno lo ha chiesto loro) da dove provengono quelle cifre di cui tutti si
fidano acriticamente. Eppure sarebbe come servirsi esclusivamente di ciò che
dicono i produttori di carne, ma senza mai citarli, per stabilire il paniere
universale della spesa settimanale. E infatti in questa faccenda tutto è, per
primo le statistiche, solo una «maledetta bugia ».
Lo afferma Mollie Ziegler
Hemingway, giornalista, collaboratrice di The Wall Street Journal e autrice di
Losing Our Religion, una ricerca che, preparata originariamente nel 2004, sta
costantemente aggiornando per la pubblicazione. Anzitutto, quel 98% di donne
cattoliche citato scende subito all’87% poiché dal conto va escluso chi,
all’indagine, ha risposto seccamente di non utilizzare «alcun metodo»
contraccettivo. Del resto, quel misero 2% delle donne che, secondo lo studio
del Guttmacher Institute, non adopera anticoncezionali dichiara di seguire i
metodi di regolazione naturale della fertilità ammessi anche dalla Chiesa
Cattolica.
Epperò il Guttmacher ha condotto
la propria investigazione su un campione di donne selezionato appositamente tra
quelle che, notoriamente o verosimilmente, già fanno uso di anticoncezionali.
Non cioè, sulle donne cattoliche in genere. Lo mostra bene una recensione di
Lydia McGrew, madre di famiglia e homeschooler, Ph.D. in Inglese dalla storica
e "sudista" Vanderbilt University di Nashville, in Tennessee, autrice
di saggi e di testi di filosofia analitica, nonché - con il marito Timothy J.
McGrew, docente di Filosofia e già direttore di Facoltà alla Western Michigan
University di Kalamazoo - del volume Internalism and Epistemology: The
Architecture of Reason (Routledge, New York 2007), insomma una madre, una
moglie e una filosofa che ha l’hobby, scrive , «del blogging in difesa di
posizioni politiche conservatrici e démodé».
La McGrew documenta come le donne
interrogate dal Guttmacher siano infatti quelle che "hanno motivi” per
adoperare i contraccettivi: donne in età feconda e sessualmente attive a monte
della "questione famiglia" dal cui novero sono state dunque a priori
escluse quelle che di rapporti sessuali non ne hanno, quelle gravide, quelle
che già hanno dato alla luce figli e quelle che invece un figlio lo stanno
cercando. Perché le statistiche fatte bene mostrano che della stragrande
maggioranza delle donne cattoliche fedeli all’insegnamento morale della Chiesa
quelle non sposate non hanno rapporti sessuali e quelle invece sposate o sono
incinte, o sono già madri di figli, o di figli sono alla ricerca o più
semplicemente non cercano affatto di evitare la gravidanza.
Prima di stilare, e quindi di dar
credito, a statistiche come quelle del Guttmacher occorre distinguere tra donna
cattolica e donna cattolica: operazione triste, vero, ma non scordiamo che,
proprio a proposito degli Stati Uniti, Papa Benedetto XVI ha già dovuto
intervenire fermamente per stigmatizzare - vietando loro la comunione - gli
uomini politici cattolici che apertamente sostengono l’aborto. Il problema,
dunque, di quelle donne cattoliche che usano normalmente la contraccezione è a
monte degli anticoncezionali stessi: per loro l’insegnamento della Chiesa
Cattolica è irrilevante comunque, non solo in materia di morale sessuale.
Sbandierarle dunque in pubblico come cartina tornasole per minare l’autorità
delle critiche mosse dalla Chiesa alla riforma sanitaria della Casa Bianca è
scorretto: l’opinione di quelle donne "cattoliche" per le quali la
Chiesa non ha alcuna autorità è indistinguibile da quella di tutte le altre
donne che, qualunque credo esse professino, dell’insegnamento della Chiesa
Cattolica non sanno che farsene. E tutto il resto che, in quest’ambito,
attenesse al peccato personale è cosa da confessionale, non da statistiche: il
peccato non ha peraltro mai sconfessato la verità né l’obbligo di annunciarla.
UN FALSO PROBLEMA SBUGIARDATO IN
PUBBLICO
Insomma, quella che il Guttmacher
Institute sta usando, e di cui la Casa Bianca sta abusando, con gran concorso di
media, per imporre ai cittadini un illecito culturale e politico, pagato dai
contribuenti, è una statistica «fasulla». Ma pure irrilevante.
«Se si scoprisse che un certo
gruppo di quaccheri ha il porto d’armi», scrive infatti la McGrew prendendo a
esempio una denominazione cristiana nota per essere pacifista a oltranza, «non
per questo tutti gli impiegati di una organizzazione espressamente quacchera
avrebbero diritto all’iscrizione gratuita al poligono di tiro o a un benefit in
munizioni dal proprio datore di lavoro».
Non è vero che le donne
cattoliche americane pratichino normalmente la contraccezione contro
l’insegnamento infallibile della Chiesa cui appartengono. Non è vero che la
Chiesa Cattolica ha l’obbligo di garantire ai propri dipendenti ciò che ritiene
immorale. Non è vero che essa, e con essa le altre Chiese o comunità religiose,
siano fuorilegge se obbediscono a una legge superiore a quella positiva. È la
Costituzione degli Stati Uniti stessa a sancirlo, quella legge fondamentale del
Paese che Obama e la sua Amministrazione stanno calpestando.
Nel contenzione fra la Casa
Bianca e la Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti ha assolutamente
ragione la seconda. Lo dicono le cifre messe bene in fila da - sembra Davide
contro Golia, ma tutti ricordano chi in quello scontro aveva ragione e vinse -
Mollie Ziegler Hemingway e Lydia McGrew. Due irriducibili luterane.
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