I tecnici della lobby gay di Riccardo Cascioli, 20-02-2012, http://www.labussolaquotidiana.it
Non ce ne vogliano i lettori se
torniamo sull’argomento a distanza di pochi giorni, ma l’attivismo del ministro
Fornero per la promozione dei diritti gay è un fenomeno che deve essere
rilevato, tanto più che viene ignorato dalla grande stampa nazionale.
Dunque il 16 febbraio, il
ministro del Welfare (con delega per le Pari Opportunità) ha aperto il convegno
organizzato dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali),
operante presso la presidenza del Consiglio dei ministri, con tutta la galassia
delle associazioni LGBT (Lesbo-Gay-Bisex-Transgender). Il convegno si è tenuto
nella Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri con il
titolo ”Contrasto della discriminazione basata sull’orientamento sessuale e
sull’identità di genere”. Nell’occasione l’Italia ha firmato un programma del
Consiglio d’Europa per promuovere l’agenda gay.
Addirittura l’Italia – come ha
detto il direttore dell’UNAR Massimiliano Monnanni - “è il primo Paese
dell'Unione europea ad aderire al programma del Consiglio d’Europa che,
recependo la Raccomandazione adottata
dal Comitato dei Ministri CM/REC 5 del 2010, mira ad offrire assistenza tecnica
e finanziaria agli Stati membri del Consiglio d'Europa nell’implementazione di
politiche di contrasto alla discriminazione nei confronti delle persone LGBT,
avvalendosi, in ciascuno stato, di un network informale di focal point
governativi".
Il programma prevede interventi
nel campo della scuola per “prevenire e contrastare il bullismo omofobico e
transfobico”, la prevenzione e il contrasto della discriminazione nel mondo del
lavoro, informazione e sensibilizzazione nei confronti delle forze dell’ordine;
e l’intervento anche su quanto verrà detto in proposito sui mass media (e su
questo vigilerà anche il sindacato dei giornalisti).
La Fornero ha dato un grosso
sostegno a questo programma, e ancora una volta ha sottolineato l’importanza
dell’intervento nella scuola per combattere queste discriminazioni “attraverso
l'educazione e la formazione alle diversità che esistono tra le persone e che
noi dobbiamo vivere come un fatto bello della vita". Come si vede, per i
ministri di questo governo non solo il posto fisso è noioso, ma anche essere
maschio o femmina tutta la vita. "Dobbiamo fare molto in questo Paese sotto
il profilo della discriminazione – ha aggiunto la Fornero -, dobbiamo mettere
in campo strumenti normativi-educativi fin dalla prima infanzia, sapendo che
abbiamo poche risorse".
Poi si è scusata se in questi
mesi ha dato l’impressione di dedicarsi troppo al tema del lavoro e delle
pensioni perché per lei in realtà non è così: "l'impressione che si può
avere è che la mia attenzione sia spostata su altri temi: per quanto riguarda
il mio convincimento non è così. Non è un'adesione di maniera la mia, ma nasce
da un profondo convincimento".
Parole che sono state ben accolte
da Ralf-Rene' Weingaertner, direttore della sezione Diritti umani e
Antidiscriminazione del Consiglio d'Europa, che ha parlato compiaciuto di
“nuova strategia dell’Italia” in materia ma ha poi sottolineato che devono
anche mutare normativa e mentalità.
E’ evidente dunque che mentre si
parla – e si parlerà - tanto di riforma del mercato del lavoro tra mille
contrasti, sul tema gay e transgender il ministro Fornero ha un’autostrada
davanti su cui sta procedendo a grande velocità.
A questo punto, possiamo
immaginare cosa ci aspetta nei prossimi mesi: programmi scolastici obbligatori
che insegnino come l’omosessualità sia una delle tante opzioni possibili in
materia di genere; tentativo di equiparare le unioni gay ai matrimoni
eterosessuali; apertura alle adozioni da parte di gay e lesbiche; controllo
sulle opinioni espresse sui mass media e via di questo passo.
Ovviamente nessuno pensa di
chiedere chiarimenti al governo in materia (visto che oltre alla Fornero è
direttamente implicata la Presidenza del Consiglio dei ministri): né una voce
si è alzata dall’interno dell’esecutivo, né abbiamo letto note di agenzie e
giornali legati alla Conferenza episcopale, malgrado la preparazione in vista
dell’Incontro mondiale delle famiglie dovrebbe rendere più attenti e sensibili
a questi argomenti. Ma c’è da capirli: in questi giorni sono tutti troppo
impegnati a difendersi dai pericolosissimi attacchi di Adriano Celentano.
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