IL CASO/ 300 professori contro la "libertà" di Obama
Redazione - venerdì 17 febbraio 2012, http://www.ilsussidiario.net
In attuazione della riforma
sanitaria voluta dal Presidente Obama, che ha esteso l’assistenza sanitaria a
buona parte degli americani che prima ne erano privi, le polizze assicurative
obbligatorie a carico dei datori di lavoro dovranno coprire anche prodotti e
servizi diretti all’aborto, alla sterilizzazione e alla contraccezione, a
partire dal 1° agosto 2012. Il mandato del Department of Health and Human
Services (Hhs, il ministero della Sanità), guidato dalla cattolica Kathleen
Sebelius, impone quest’obbligo anche ai datori di lavoro affiliati a Chiese o
comunque a impostazione religiosa (compresi ospedali, università, e via
dicendo, rimanendo esclusi chiese e ordini religiosi), per i quali viene solo
spostata di un anno la data di applicazione (1° agosto 2013).
Questa norma ha scatenato la
forte opposizione della Chiesa cattolica e dei rappresentanti di altre Chiese
cristiane e di altre religioni, oltre che, a livello politico, della maggior
parte del Partito Repubblicano e di una parte dei Democratici. Ciò che dalla
norma viene messa in discussione è la libertà religiosa e la sua espressione
pubblica, che sono protette dal Primo emendamento alla Costituzione degli Stati
Uniti.
Nel tentativo di placare le
polemiche, l’Amministrazione Obama ha proposto ciò che viene definito
ufficialmente “accomodation”, cioè un aggiustamento della norma per adattarla
alle esigenze delle istituzioni religiose, che pure rimangono vincolate alla
sottoscrizione di polizze che comprendano i suddetti servizi. Questo
aggiustamento è stato giudicato del tutto insufficiente da buona parte del
mondo cattolico, a partire dai vescovi, e degli altri leader religiosi. Qui di
seguito pubblichiamo un manifesto contro questo “aggiustamento”, giudicato
inaccettabile, redatto da alcuni professori universitari e che ha a oggi
superato il numero di 300 firme.
INACCETTABILE
L’Amministrazione Obama ha
proposto ciò che definisce un “aggiustamento” per le istituzioni religiose a
soluzione della controversia sul mandato del Hhs (ministero della Sanità), che
impone la copertura (senza partecipazione ai costi) dei farmaci abortivi, della
sterilizzazione e della contraccezione. L’Amministrazione richiederà che tutti
i piani assicurativi coprano (gratuitamente per i datori di lavoro) i prodotti
e servizi menzionati. Nel momento in cui un datore di lavoro, istituzione
religiosa o singolo credente, sottoscrive una polizza assicurativa sanitaria
(come da obbligo di legge), sarà la compagnia di assicurazione a contattare i
dipendenti per informarli che le condizioni della polizza comprendono la
copertura di questi deplorevoli prodotti e servizi.
Questo cosiddetto “aggiustamento”
non cambia in nulla la sostanza morale e non elimina l’attacco alla libertà
religiosa e di coscienza che ha dato luogo alla controversia. Sicuramente non è
un compromesso. Il motivo dell’iniziale sollevamento bipartisan è stata
l’insistenza dell’Amministrazione nel richiedere che i datori di lavoro
religiosi, istituzioni o singoli, fornissero polizze comprensive di servizi da
loro ritenuti fortemente immorali e ingiusti. Con il nuovo regolamento, singoli
e istituzioni religiose continuano a essere obbligati dal governo a stipulare
polizze assicurative che includono quegli stessi servizi.
Né è una risposta affermare che i
datori di lavoro non “pagano” per questo aspetto della copertura assicurativa.
Innanzitutto, è irrealistico pensare che le compagnie di assicurazione non
trasferiranno ai sottoscrittori i costi di questi servizi aggiuntivi. Inoltre,
e ancora più importante, farmaci abortivi, sterilizzazione e contraccettivi
sono parte integrante delle polizze sottoscritte da istituzioni religiose o
singoli credenti e saranno disponibili per gli assicurati con queste polizze, a
norma di contratto.
È moralmente ottuso che
l’Amministrazione sostenga (come fa) che si tratta di un significativo
aggiustamento alla libertà religiosa, dato che sarà la compagnia di
assicurazione a informare la dipendente che, in base a una polizza sottoscritta
da un’istituzione religiosa o da un singolo credente, può ottenere la pillola
fino a cinque giorni dopo, che distrugge l’embrione. Ciò che importa è quali
servizi siano coperti dalla polizza.
Il punto che rimane è che
l’Amministrazione Obama costringe fedeli e istituzioni, in quanto datori di
lavoro, a sottoscrivere contratti di assicurazione sanitaria che forniscono
copertura a farmaci abortivi, contraccezione e sterilizzazione. Questa è una
grave violazione della libertà religiosa e non può restare in vigore. È un
insulto all’intelligenza di cattolici, protestanti, cristiani ortodossi
orientali, ebrei, musulmani e altre persone di fede e coscienza pensare che
possano accettare un attacco alla loro libertà religiosa solo perché nascosto
sotto un misero trucco contabile.
Infine, c’è da notare che,
mantenendo le originali limitate esenzioni per chiese e ordini religiosi,
l’Amministrazione ha di fatto ammesso che la nuova politica (come la vecchia)
comporta una grave violazione della libertà religiosa. L’Amministrazione non
riesce tuttavia a capire che le istituzioni che impiegano persone di fede
differente, o areligiose, e offrono loro servizi sono comunque impegnate in una
missione religiosa e, come tali, sono protette dal Primo Emendamento.
Primi firmatari:
John Garvey, President, The Catholic University
of America
Mary Ann Glendon, Learned Hand Professor of
Law, Harvard University
Robert P. George, McCormick Professor of
Jurisprudence, Princeton University
O. Carter Snead, Professor of Law, University
of Notre Dame
Yuval Levin, Hertog Fellow, Ethics and Public Policy
Center
Per la lista completa dei
firmatari e il testo originale della lettera, Clicca qui
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