I bimbi tolti ai genitori senza spiegazioni di Cristina Bassi articolo
di martedì 04 ottobre 2011, il Giornale
Ci sono 32mila minori strappati
alla loro casa. Impossibile credere che ci siano altrettante famiglie
inadeguate
Per Paola, mamma 36enne di T., la
giornata di ieri è cominciata portando i vestiti puliti al suo bambino in
comunità. T., 11 anni, è stato prelevato mercoledì scorso da una scuola di
Falconara, vicino ad Ancona, per allontanarlo dalla famiglia. «Andava messo in
sicurezza», ha spiegato Gilberto Baldassarri, l’assessore comunale ai Servizi
sociali che ha chiesto al sindaco di firmare il provvedimento di
allontanamento. Alla madre, single con altri tre figli, non è stato spiegato il
perché. La vicenda rimane poco definita, comincia però a emergere qualche
elemento.
Il sindaco di Falconara, Goffredo
Brandoni, ieri ha incontrato i servizi sociali che hanno giudicato necessario
togliere T. a sua madre. Pur mantenendo il riserbo sui dettagli delle
motivazioni di una decisione tanto grave, Brandoni sottolinea: «Abbiamo preso
il provvedimento sulla base dell’articolo 403 del Codice civile, che dispone
l’obbligo per le autorità locali di intervenire nel caso in cui i minori
vengano trovati in stato di abbandono o in condizioni di pregiudizio tali da
richiedere il collocamento temporaneo e urgente in un contesto protetto». Una
disposizione, spiega il sindaco, nell’interesse del bambino, «attentamente
valutata dai servizi sociali, con la massima serietà, competenza e
ponderazione». Nessun altro particolare. Anche se il brano della legge citato
da Brandoni è specifico e parla di «minore moralmente o materialmente
abbandonato o allevato in locali insalubri o pericolosi oppure da persone per
negligenza, immoralità, ignoranza o per altri motivi incapaci di provvedere
alla sua educazione».
Paola scava tra le proprie
eventuali mancanze: «La scuola dice di avermi chiamato più volte e che io non
ho risposto al telefono. Pare che abbiano anche fatto una segnalazione ai
servizi sociali. Per l’istituto, T. è violento e indisciplinato e porta spesso
vestiti sporchi. Il bambino magari si è messo per tre giorni la stessa felpa:
può bastare per dedurre che è abbandonato a sé stesso e per portarmelo via?».
La mamma e il padre di T. sono stati convocati per domani dal Tribunale dei
minori. «Finché non mi sentiranno - continua lei -, non potrò vederlo».
L’avvocato di Paola, Riccardo Vagnoni, aggiunge: «Ci sarà un’audizione e
cercheremo di capire meglio i motivi dell’allontanamento. Partirà poi
un’istruttoria con cui i magistrati verificheranno la situazione e la
fondatezza o meno del provvedimento voluto dai servizi sociali. I tempi non
saranno brevi». Ogni giorno circa 86 bimbi vengono portati via alle famiglie,
in totale 32 mila l’anno. Nove volte su 10 sono italiani. «C’è un abuso di
questi provvedimenti - dice Antonello Martinez, il legale della celebre vicenda
dei fratellini di Basiglio che ha fondato l’associazione “Cresco a casa” - e
quasi mai per un pericolo reale. Non vengono fatti i dovuti accertamenti, gli
assistenti sociali decidono in autonomia, anche se spetterebbe al magistrato.
Che però spesso non conosce il caso e si limita ad avallare le relazioni che
riceve. Così nascono errori e orrori». Martinez non entra nel merito della
storia di Falconara, ma dà un dato inquietante: «Il 92 per cento di questi
bambini viene alla fine rimandato a casa. E in media dopo due anni e quattro
mesi». Intorno a comunità e case famiglia ruota un giro d’affari miliardario.
Se l’allontanamento è deciso non per cause oggettive e gravi, come abusi e
maltrattamenti, ma per valutazioni soggettive, come quelle sull’incapacità dei
genitori di crescere i figli, quei soldi possono spingere l’ago della bilancia.
© IL GIORNALE ON LINE S.R.L.
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