mercoledì 19 ottobre 2011


BIOETICA: QUESTIONE SOCIALE E POLITICA NON ELUDIBILE, Pubblicato il 18 ottobre 2011 da http://www.blogscienzaevita.org/

Un messaggio forte e coinvolgente l’intervento introduttivo svolto dal Cardinale Angelo Bagnasco al Convegno di Todi, promosso dal “Forum delle persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel Mondo del lavoro”.

Deciso e fermo il richiamo alle “sorgenti stesse dell’uomo: l’inizio e la fine della vita umana, il suo grembo naturale che è l’uomo e la donna nel matrimonio, la libertà religiosa ed educativa che è condizione indispensabile per porsi davanti al tempo e al destino. Proprio perché sono sorgenti dell’uomo, questi principi sono chiamati non negoziabili”.

E nel contesto di questi valori primi, il cardine è rappresentato dalla tutela dei più deboli e fragili, “di coloro che neppure hanno voce per affermare il proprio diritto, […] di chi non ha voce perché non l’ha ancora o, forse, non l’ha più.” Risulta evidente la gerarchizzazione di valori che pone a tema fondativo e previo il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale.

Ciò non significa chiudere allo sviluppo della ricerca scientifica o delle biotecnologie. Tutt’altro. Il senso più profondo è quello di coniugare la ragione tecno-scientifica con la ragione etica, secondo un’antropologia integrale che non destrutturi l’essere umano a dimensioni riduttivistiche come quella individualistica e materialistica.

Bioetica come questione sociale e politica, possiamo certamente dire. E un’etica sociale che voglia promuovere ogni uomo non può che declinare l’accoglienza, dalla vita nascente a quella che si spegne, senza alcuna deroga. E’ un richiamo etico, senza dubbio. Tuttavia è anche un appello di elevata significanza politica per una coerenza tra valori di riferimento e applicazioni concrete.

Lucio Romano, Università di Napoli Federico II, Copresidente nazionale Associazione Scienza & Vita.

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