BIOETICA: QUESTIONE SOCIALE E POLITICA NON ELUDIBILE, Pubblicato il 18
ottobre 2011 da http://www.blogscienzaevita.org/
Un messaggio forte e coinvolgente
l’intervento introduttivo svolto dal Cardinale Angelo Bagnasco al Convegno di
Todi, promosso dal “Forum delle persone e delle Associazioni di ispirazione
cattolica nel Mondo del lavoro”.
Deciso e fermo il richiamo alle
“sorgenti stesse dell’uomo: l’inizio e la fine della vita umana, il suo grembo
naturale che è l’uomo e la donna nel matrimonio, la libertà religiosa ed
educativa che è condizione indispensabile per porsi davanti al tempo e al
destino. Proprio perché sono sorgenti dell’uomo, questi principi sono chiamati
non negoziabili”.
E nel contesto di questi valori
primi, il cardine è rappresentato dalla tutela dei più deboli e fragili, “di
coloro che neppure hanno voce per affermare il proprio diritto, […] di chi non
ha voce perché non l’ha ancora o, forse, non l’ha più.” Risulta evidente la
gerarchizzazione di valori che pone a tema fondativo e previo il diritto alla
vita dal concepimento alla morte naturale.
Ciò non significa chiudere allo
sviluppo della ricerca scientifica o delle biotecnologie. Tutt’altro. Il senso
più profondo è quello di coniugare la ragione tecno-scientifica con la ragione
etica, secondo un’antropologia integrale che non destrutturi l’essere umano a
dimensioni riduttivistiche come quella individualistica e materialistica.
Bioetica come questione sociale e
politica, possiamo certamente dire. E un’etica sociale che voglia promuovere
ogni uomo non può che declinare l’accoglienza, dalla vita nascente a quella che
si spegne, senza alcuna deroga. E’ un richiamo etico, senza dubbio. Tuttavia è
anche un appello di elevata significanza politica per una coerenza tra valori
di riferimento e applicazioni concrete.
Lucio Romano, Università di
Napoli Federico II, Copresidente nazionale Associazione Scienza & Vita.
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