lunedì 3 ottobre 2011


TROPPI COSTI. MENO FARMACI AI MALATI DI CANCRO di Turrisi Alessandra, Avvenire di domenica 2 ottobre 2011

Le indagini parlano di risparmi sulla pelle dei pazienti oncologici. La difesa replica che si tratta di ricostruzioni fuorvianti dei fatti. Nel mezzo ci sono intercettazioni telefoniche che gettano un'ombra inquietante sulla gestione della clinica Latte-ri di Palermo, una delle più antiche e conosciute della città. Nella casa di cura ci sarebbero stati malati di cancro di serie A e di serie B; non tutti, infatti, avrebbero avuto il medesimo accesso alle cure, perché nel caso dei pazienti in regime di day service la Regione avrebbe tagliato i rimborsi e, dunque, il costo elevato delle prestazioni sarebbe ricaduto sulla clinica. A scoprirlo sono stati i Nas di Palermo e le intercettazioni choc sono finite nell'inchiesta della Procura della città siciliana su tre cliniche palermitane (Latteri, Maddalena e Noto), in cui 17 persone sono indagati per una truffa sui rimborsi di esami e ricoveri. Le indagini sono scattate nel 2009 e hanno passato al setaccio un arco temporale che va dal 2007 ad oggi. Ora, grazie alle cimici Mazzate negli uffici della clinica Latteri, gli investigatori avrebbero scoperto una "prassi" utilizzata dalla struttura per far quadrami conti. Sembrerebbe infatti che il Tad (un farmaco disintossicante generalmente dato ai malati di tumore dopo la chemioterapia) sarebbe stato somministrato solo ai pazienti ricoverati, anche in regime di day hospital, ma non a quelli in day service. Il motivo della mancata somministrazione sta nel fatto che in quest'ultimo caso la Regione rimborsava solo 100 euro a seduta, a fronte di un costo di 250. «Glielo devi fare (il Tad ndr), il paziente vomita, si disidrata» dice un medico alla dottoressa Maria Teresa Latteri, che gestisce la clinica. Ma Latteri è risoluta «Allora - dice - non hai capito che la prassi che fai tu costa alla clinica 250 euro e quello (l'assessore alla Sanità ndr) mi dà 100 euro?». I carabinieri, nell'agosto del 2009, furono pure costretti a intervenire per salvare un paziente al quale non veniva somministrata l'albumina. Una mossa che insospettì la Latteri: «Io al telefono non parlerò più di nulla». Il magistrato che ha coordinato le indagini, Amelia Lui-se, non ha ancora emesso un capo d'imputazione. I responsabili della casa di cura Latteri, attraverso il proprio legale Francesco Surdi, dichiarano che "quanto riportato in merito alla mancata e/o ridotta somministrazione di farmaci ai degenti è destituito di ogni fondamento e frutto di un'arbitraria e fuorviante ricostruzione dei fatti". "Ai pazienti ricoverati - aggiungono - è stata sempre prestata, con professionalità ed umanità, la massima assistenza nel pieno rispetto dei protocolli terapeutici, garantendo le somministrazioni di tutte le cure farmacologiche necessarie». Intanto il presidente della Commissione d'inchiesta della Camera sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari, Leoluca Orlando, chiederà una relazione all'assessore alla Salute della Regione siciliana, Massimo Russo, e al direttore generale della Asp di Palermo, Salvatore Cirignotta.

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