CINA: madri surrogate per avere figli maschi, 22 novembre 2011, http://www.corrispondenzaromana.it
Angoscianti scenari della
peggiore fantascienza eugenetica rivelati dallo “Shanghai Daily” (24 ottobre
2011): sta prendendo sempre più piede in Cina il ricorso a madri surrogate per
avere figli maschi. Aziende specializzate nel settore offrono ai loro clienti
dei veri e propri pacchetti di “vendita bambini”. Una di queste aziende,
individuata dallo “Shanghai Daily”, offre da cinque a sette madri surrogate per
volta per la somma di un milione di yuan (poco più di 100.000 euro).
Il cliente, quindi, fornisce il
proprio sperma per effettuare un’inseminazione artificiale contemporanea su
diverse donne. Appena è possibile stabilire il sesso del nascituro, le donne
che aspettano figlie femmine vengono fatte abortire. Nell’ipotesi che più donne
siano incinte di maschi nel contempo, spetta al cliente decidere se avere più
d’un figlio o farne nascere uno solo, facendo abortire gli altri feti.
Una nascita tramite madre
surrogata senza preferenze di sesso, invece, costa molto meno: circa 150.000
yuan (più e meno 15.000 euro). La tariffa varia anche a seconda della tipologia
di madre utilizzata: le più richieste sono donne sane molto giovani, dai 20 ai
28 anni, di altezza minima 1 metro e 65 centimetri, meglio se laureate o
studentesse universitarie perché si ritiene assicurino geni migliori ai bambini
che metteranno al mondo.
Le donne che accettano di fare da
madri surrogate, in base ai requisiti, sono divise in 9 diversi livelli e a
seconda del livello vengono pagate da 40.000 a 120.000 yuan (da 4.000 a 12.000
euro circa) all’anno dall’azienda che le ingaggia.
Sulla carta il ricorso alle madri
surrogate è illegale in Cina. Ci si chiede allora come (o meglio: perché) tale
pratica riesca a sfuggire alla maniacale rete di controllo sociale del regime
comunista. Il sospetto è che sia considerata un più che tollerabile corollario
della “politica del figlio unico” inaugurata su scala nazionale nel 1979 da
Deng Xiaoping e successivamente riconfermata, con pochi aggiustamenti, fino a
divenire legge nazionale il 1 settembre 2002. (Emanuele Gagliardi)
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