Perché l'obiezione di coscienza è un problema?, Venerdì 18 novembre
2011, Giacomo Rocchi, http://veritaevita.blogspot.com/
Non è certo una novità:
l'obiezione di coscienza dei sanitari (medici, infermieri, farmacisti) è
scomoda.
Come mai tanti professionisti -
proprio quelli che conoscono il meccanismo della generazione umana, le tecniche
abortive, l'efficacia dei farmaci - si rifiutano di prestarsi agli interventi
previsti dalla legge 194 o di vendere pillole che provocano (o possono
provocare) la morte dell'embrione? Il fatto è che l'aborto uccide un essere
umano e le pillole di uno o cinque giorni dopo sono "pillole che
uccidono".
Questo Chiara Lalli, intervistata
da Repubblica in relazione al suo saggio da poco pubblicato (cliccando sul
titolo si accede all'articolo), non ve lo dice: nell'intervista nessun accenno
viene fatto sulle vittime delle pratiche per le quali i professionisti sanitari
oppongono l'obiezione di coscienza.
Anzi sì. Leggiamo il passo
finale: "Dunque un'espressione usata a sproposito, quella di obiezione di
coscienza, che finisce spesso per creare una contrapposizione diretta tra i
diritti di singole persone: medici e pazienti. Anche se non è sempre così:
l'obiezione è prevista anche per la sperimentazione suglia animali, "dove
però non si crea un conflitto diretto tra diritti individuali, come in ambito
sanitario". Abbiamo capito bene: la differenza tra la sperimentazione
animale e l'aborto volontario è che nel primo caso vi sono conflitti diretti
tra diritti individuali: non che nell'aborto si uccide un uomo e nella
sperimentazione animale una bestia ...
E la Lalli dice di voler
difendere le persone più deboli: "La situazione attuale di solito
penalizza le persone più deboli: chi non conosce i propri diritti, oppure chi
si trova nell'ansia di dover fare presto, come nel caso della contraccezione
d'emergenza, o chi non ha i mezzi per andare all'estero per aggirare i problemi
di casa nostra". E la difesa del più debole - il bambino - che oltre a non
conoscere i propri diritti, non si può difendere?
Sia chiaro: chi segue la Lalli
sul suo blog non si stupisce di queste prese di posizione: per Lei i bambini
prima di nascere (e tanto meno gli embrioni!) non hanno autocoscienza e quindi,
non sono persone ... non sono nulla.
Ma come non preoccuparsi di
questa campagna sempre più forte contro un diritto inviolabile dell'uomo come
l'obiezione di coscienza?
Gli strumenti sono i soliti: ad
esempio la ridicolizzazione: davvero dobbiamo credere alla Lalli quando scrive:
"Sono andata in giro per ospedali, ho parlato con molti medici obbiettori
per capirne la motivazione ... e spesso mi sono trovata di fronte ad
argomentazioni fantasiose ...": davvero non ha trovato nessun medico che
le ha risposto: "sono obbiettore perché non voglio e non posso
uccidere"? Ma la Lalli equipara quelle posizioni a quelle di un poliziotto
che avrebbe voluto astenersi dal garantire il servizio pubblico ai concerti di
Simone Cristicchi ...
Lo Stato che permette l'uccisione
di esseri innocenti tende inevitabilmente a diventare uno Stato totalitario,
che non nega solo la vita, ma anche gli altri diritti inviolabili dell'uomo, in
particolare la libertà e la libertà religiosa.
Questi sono i diritti che devono
essere garantiti: non certo "un servizio previsto dalla legge".
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