Con le donne, contro le «maternità interrotte» di Giuliano Guzzo -
24/11/2011 - Aborto - http://www.libertaepersona.org/
Domani si celebrerà la “Giornata
internazionale contro le violenze sulle donne” e vi aderirò, col cuore. Non per
simpatia verso certo redivivo femminismo, tutt'altro, ma perché è fuori
discussione che per le donne questi siano tempi bui. E me sono reso conto una
volta di più, in questi giorni, grazie alla lettura di “Maternità Interrotte”
(San Paolo, 2011), testo di quasi trecento pagine e che vede, al suo interno, i
contributi di ben sette donne con i quali vengono approfondite le “conseguenze
psichiche dell’IVG”. Qualche assaggio potrà rendere meglio l’idea. Apriamo il
libro a caso, pagina 23: «Come tutte le esperienze traumatiche, l’aborto
volontario può avere conseguenze sia nel breve che nel lungo periodo. Nel breve
termine può associarsi ad una riduzione dei livelli di ansia, per il venir meno
dell’elemento ansiogeno costituito dalla gravidanza indesiderata; nel lungo
periodo, invece, in una percentuale consistente di donne, costituisce un
fattore di rischio significativo». Rischio significativo? E perché mai?
La risposta a questa domanda è
clinica e prende il nome di Pas, acronimo che sta per Sindrome Post - Abortiva
e che - spiega la dottoressa Cinzia Baccaglini - genera «ricordi improvvisi,
incubi, dolore intenso e reazioni nel giorno dell’anniversario, il sussistere
di tentativi vani, intesi a evitare o addirittura negare i propri ricordi e il
dolore emotivo provato, con una ridotta capacità di reazione nei confronti
degli altri e del proprio ambiente» (p. 122). Constatazioni allarmanti che in
larga parte suffragano quanto più di vent’anni fa scrisse un’altra donna, la
dottoressa Everett Koop, la quale, al termine di un’accurata revisione di più
di 250 ricerche concernenti l’impatto psicologico dell’aborto, concluse come
questo abbia, sulle donne, conseguenze a dir poco devastanti (Cfr. Koop CE:
Postabortion sindrome: mith or reality?, "Health Matrix" 1989; 7(2):
42-4). Ecco spiegato perché domani - e non solo domani - sarò contro le
“maternità interrotte” , la più radicale delle violenze contro le donne. Oltre
che, si capisce, contro i fanciulli.
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