Fecondazione assistita: niente diagnosi pre-impianto di Marzio
Bartoloni (da Il Sole-24 Ore) 16 novembre 2011 - ore 6,13
Il governo uscente pianta in
extremis gli ultimi paletti sul terreno minato della procreazione assistita.
Confermando da una parte il divieto di diagnosi pre-impianto e di accesso alla
provetta per le coppie fertili colpite da malattie genetiche e dall'altra
eliminando l'obbligo di impianto contemporaneo di più embrioni, «comunque non
superiori a tre». Un obbligo, questo, previsto dalla legge 40 che dal 2004
regola, tra mille polemiche e battaglie nei tribunali, l'accesso alla
fecondazione assitita nel nostro Paese e che era stato bocciato nel 2009 dalla
Corte costituzionale.
A dettare le regole di
comportamento per i centri sono le nuove linee guida della legge 40 appena
inviate al Consiglio superiore di Sanità che darà il suo parere obbligatorio
nei prossimi giorni. E che vanno a sostituire quelle del 2008 licenziate dal
Governo di centro-sinistra praticamente a Camere sciolte. Anche in questo caso
l'invio del documento sul filo di lana ha fatto gridare molti al «colpo di
mano». Un'accusa di «golpe» che il sottosegretario alla Salute, Eugenia
Roccella, non accetta: «Lavoriamo a questo testo da almeno due anni - ha
spiegato - e la richiesta al Consiglio superiore di Sanità è stata fatta nel
pieno delle funzioni dell'attuale governo».
Le linee guida recepiscono, come
detto, la sentenza della Consulta eliminando il limite dei tre embrioni come
tetto massimo per ogni tentativo di fecondazione, mentre non fanno alcun cenno
alla pioggia di sentenze dei tribunali di Bologna, Salerno e Firenze che, negli
anni scorsi, hanno permesso alle coppie fertili portatrici di patologie
genetiche di accedere alla procreazione assistita per effettuare diagnosi
preimpianto sull'embrione. «Perché sentenze di tribunali civili o
amministrativi - ha chiarito Roccella - valgono solamente per i singoli casi
esaminati e, notoriamente, non possono cambiare un testo di legge». Una
posizione, questa, inaccettabile per l'avvocato Filomena Gallo, segretario
dell'associazione Luca Coscioni per libertà di ricerca scientifica, che
condanna le linee guida perché «stravolgono completamente le decisioni dei
giudici che fino a oggi hanno obbligato i medici a impiantare solo l'embrione
sano».
Il documento di oltre quaranta
pagine affronta anche il tema degli embrioni «abbandonati» che non saranno più
trasferiti in una biobanca a Milano, come previsto in passato, ma resteranno
nei freezer dei centri dove sono stati creati, «oneri a carico» compresi.
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