Le leggi e la cultura di Francesco Agnoli, 25-11-2011, http://www.labussolaquotidiana.it
L'ottimo e coraggioso articolo di
Carlo Bellieni sulla Bussola Quotidiana del 22 Novembre ha suscitato un
discreto numero di polemiche. Questo accade ormai molto spesso nel mondo pro
life italiano, ed è ben comprensibile. Quarant’anni di confusione, di ambiguità,
di strani compromessi verbali e non solo, di confusione tra movimento e
politica ecc., hanno generato sospetti, diffidenza, talora anche quando ciò non
è né giusto né opportuno.
Eppure l’articolo di Bellieni è
importantissimo e non può essere lasciato cadere. Anzitutto per l’autore: un
medico di fama, un vero pro life, che ci mette da anni impegno, passione e
competenza. In secondo luogo per il contenuto, per capire il quale occorre fare
uno sforzo: contestualizzare. Come occorre fare sempre.
Proviamo a farlo.
Carlo Bellieni è uno dei 5 membri
del direttivo di Scienza a Vita.
Ha scritto il suo articolo dopo
l’ultimo convegno della sua Associazione, “Scienza e cura della vita:
educazione alla democrazia”, a cui hanno partecipato il cardinal Bagnasco, e
vari politici italiani, più o meno vicini a certe tematiche (Maroni e Bersani,
per esempio, sono lontanissimi dall’essere pro life…Maroni, anzi, è forse uno
dei più lontani, all’interno della Lega, a differenza di Cota e Polledri, tanto
per fare un esempio).
Incontro con i politici significa
parlare di leggi, ed in particolare, in questo momento, della legge di cui
Bagnasco e Scienza e Vita sono stati tra i promotori: quella, molto ambigua,
sul testamento biologico. Vera anticamera, per molti, dell’eutanasia. Ma non è
questo di cui si vuole parlare.
Parlare di leggi, ha scritto
Bellieni, non basta: “Ora è il caso di domandarci se questo basta. Cioè se
quello che davvero occorre alla gente è solo il dialogo con i vertici della
politica. E se davvero basta fare “buone leggi” per fare crescere un popolo.
Probabilmente c’è dell’altro. Certamente c’è dell’altro”.
Bellieni non ha dunque detto che
non occorrono leggi giuste; non ha neppure scritto, ma certi sottintesi si
possono intuire, che la legge in questione oggi, quella sul testamento
biologico, non è poi così opportuna; neppure ha voluto dire che Bersani e
compagnia, forse, non sono proprio i più adatti a parlare di certe cose… Ha
solo detto: la legge non basta!
Ovvio: occorre l’educazione! In
una società profondamente corrotta, infatti, le leggi buone non sono
applicabili; mentre in una società sana, certe leggi disumane non nascono.
Pensiamo alla legge sull’aborto:
non fu introdotta così, dall’alto, all’improvviso. Venne, come era inevitabile,
dopo il 1968, la rivoluzione dei costumi, una cultura radicale e comunista che
era ormai molto, molto diffusa (anche se non del tutto maggioritaria).
I radicali hanno prima arato il
terreno, poi seminato, e poi raccolto, anche in termini di leggi.
Lo stesso hanno fatto sempre i
cristiani: l’indissolubilità del matrimonio, per esempio, tanto cara alla
Chiesa, non è stata imposta dagli imperatori cattolici, finché non è entrata
nel costume della gente, nel suo cuore. Perché era stata insegnata, predicata,
compresa…
Così il rispetto per la vita dei
bambini, sconosciuto nel mondo antico, non è nato con le leggi di Costantino,
ma semmai è stato prima preparato da secoli di discussione, e poi aiutato, ma
non del tutto raggiunto, dalle leggi suddette. Lo stesso per la schiavitù: chi
conosce questa pagina di storia sa bene che la Chiesa ha estirpato questa
pratica dall’Europa non anzitutto con le leggi, che sono venute molto molto
tardi, ma insegnando all’uomo la dignità umana dei figli di Dio, la comune
paternità del Creatore.
Giustamente, dunque, Bellieni ha
fatto notare che accanto al dialogo con certi politici, la Chiesa e il mondo
pro life deve anzitutto, chè non lo hanno ancora fatto, “far crescere un
popolo”.
Cioè rieducare a tutti quei
valori senza i quali non potremmo mai sconfiggere, così, con una bacchetta
magica, l’aborto legale: pudore, fedeltà, senso dell’onore, della
responsabilità, della famiglia, del peccato….
Se la Chiesa e il mondo pro life
non fanno questo, a nulla servono i convegni con i politici e a nulla
servirebbe, persino, una bellissima legge contro l’eutanasia: perché se si
continua in questa direzione culturale, una buona legge sull’eutanasia,
quand’anche ci fosse, non servirebbe a nulla. Verrebbe distrutta e resa
inapplicabile dalla cultura dominante, dai magistrati, dai medici, dalle
persone stesse…. Cosa fanno i sostenitori dell’eutanasia? Scrivono libri,
girano, fanno incontri, a tappeto…Beppino Englaro è portato in giro come la
Madonna pellegrina, a destra e a manca, mentre i cattolici, per lo più, stanno
a guardare. E noi pro life? Un incontro ogni tanto a Roma, con Bagnasco e
qualche politico.
Incontro in cui - qui parlo io,
non Bellieni - si chiede alla politica una sorta di favore, una tantum, mentre
nelle Chiese, ogni domenica, quasi nessuno parla della vita, dell’aborto,
dell’eutanasia…
Mentre la gran parte dei preti,
dei catechisti sposano spesso posizioni eterodosse… mentre i cattolici sono
sovente i primi a non credere ai valori non negoziabili…
Iniziamo, cari vescovi della Cei,
a rimotivare un popolo, a ricostruire una cultura della vita, a fare anche
spiccia propaganda. Altrimenti con le tavole rotonde annuali, chiunque sia
seduto al tavolo, non si ottiene nulla!
L’esempio è sempre quello della
Croazia: con la legge abortista comunista, invariata da anni, e con una
martellante campagna di educazione e di propaganda pro life sulla vita del
nascituro, sulla sua dignità, sul senso del matrimonio, ecc.., gli aborti sono
diventati pochissimi. Senza toccare la legge, che un giorno, si spera, verrà
abolita del tutto.
Oggi un movimento pro life ha
questo grande compito: non è oggi in grado di abrogare la 194, per esempio, con
un referendum. L’abrogazione rimane certamente l’orizzonte verso cui muoversi,
ma l’obiettivo va raggiunto sradicando la 194 dal cuore della gente, dai media,
della cultura dominante….Come i voti si conquistano uno per uno, così le
battaglie culturali non si vincono a buon mercato, chiedendo favori al politico
di turno. Non arriverà mai se non il compromesso, o qualche piccola vittoria di
Pirro.
Grazie a Bellieni di avercelo
ricordato.
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