Avvenire.it, 16 novembre 2011 - LA DIFESA DELLA VITA - In coma da
trent’anni ora è cittadina onoraria
Può una donna in stato vegetativo
da 30 anni, forte solo della sua esistenza sofferta, diventare vanto e onore di
una città tanto da meritare la cittadinanza onoraria? Sì, se in quella
sofferenza c’è anche speranza. Una speranza che nasce dall’attaccamento alla
vita, quotidianamente sorretta dall’amore di un padre che da tre decenni spende
tutto se stesso per la sua «bambina». Sì, c’è vanto e onore nella storia di una
donna che diventa esempio per tante altre condizioni di gravissime disabilità.
Sta in questa chiave la decisione
del consiglio comunale di Bologna che ha deciso di conferire la massima
onorificenza cittadina a Cristina Magrini, 45 anni. Una vita stravolta da
quando, un maledetto giorno del 1981, diretta a casa di ritorno da scuola,
Cristina viene investita da un’auto.
Il riconoscimento segue quello
che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 10 novembre scorso,
ha indirizzato al papà di Cristina, Romano, nominato cavaliere della
Repubblica. Insieme, papà e figlia vivono oggi a Sarzana (La Spezia), dove li
ha raggiunti la notizia proveniente dall’Emilia. Lunedì scorso il consiglio
comunale felsineo ha approvato all’unanimità la richiesta di cittadinanza
onoraria a Cristina, promossa da un gruppo di famiglie. La vicenda, (raccontata
anche dal sito cristinamagrini.it), ha riunito intorno ai Magrini migliaia di
altre famiglie.
La richiesta di cittadinanza
onoraria è stata accettata dopo un percorso altalenante: la maggioranza Pd non
faceva sperare nel favorevole accoglimento, caldeggiato invece, dal Pdl. Ma con
un colpo di coda la proposta è giunta a buon fine, grazie anche alla posizione
del sindaco Virginio Merola che ha partecipato alla votazione esprimendo il
«sì».
«L’approvazione all’unanimità –
commenta Gianluigi Poggi, rappresentante del gruppo promotore che si è
affiancato ai volontari che hanno aiutato Cristina – ha prevalso sulle alchimie
politiche. Prova ne è che, oltre all’ordine del giorno del Pdl, ne è comparso
uno del Pd che apre a gesti concreti, riconoscendo a ogni persona il diritto di
cura e assistenza, e che impegna il consiglio comunale a dedicare una seduta,
il 3 dicembre, al tema della cura delle persone in stato di fragilità estrema».
Del resto, aggiunge Poggi,
«Cristina ci mette davanti a un’esigenza: riconoscere il diritto di ogni
persona alla cura e all’assistenza, anche domiciliare, e a vivere nelle
migliori condizioni possibili. La sua storia dimostra che, grazie alla
famiglia, è possibile vivere anche se minati da gravissime disabilità. Ma lo
Stato deve fare la sua parte. Ci impegneremo da una parte ad abbattere la
barriera culturale che ha confinato le persone come Cristina nelle pareti
domestiche, dimenticando che vanno curate come quelle ospedalizzate;
dall’altra, a dare il via a centri di "dopo di noi", che possano
rassicurare i familiari sul futuro dei loro cari con patologie severe».
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