Lotta alle malattie rare, nasce un'alleanza cattolica di Danilo Quinto,
30-11-2011, http://www.labussolaquotidiana.it
La costituzione di un centro
pilota per le malattie genetiche e la costituzione della prima rete cattolica
italiana, assistenziale e scientifica, per la lotta alle malattie rare, quali
il linfedema primitivo, le lipodistrofie, i lipedemi e le malformazioni venose.
E’ questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato il 29 novembre, a Roma,
tra l’Ospedale San Giovanni Battista, dell’Associazione dei Cavalieri Italiani
del Sovrano Ordine di Malta, e la MAGI non-profit Human Medical Genetics
Institute.
Le malattie rare comprendono
oltre cinquemila forme morbose, la maggior parte delle quali trasmesse con
carattere ereditario (genetiche). Stime accurate sulla prevalenza delle
malattie genetiche e rare sono inficiate dalle problematiche inerenti alle
attività diagnostiche e dalla scarsità di centri altamente specializzati
dislocati su tutto il territorio italiano.
Se si escludono rare eccezioni
(centri regionali per la cura della fibrosi cistica), non esistono in Italia
centri in cui i pazienti possano percorrere tutto l’iter clinico diagnostico a
partire dalla formulazione di una diagnosi fino alla conferma diagnostica (con
tecniche di genetica molecolare o citogenetica) ed alla strutturazione di un
piano terapeutico e/o riabilitavo.
Inoltre, in molti casi, la stessa
definizione diagnostica necessita di indagini genetiche che allo
stato attuale sono disponibili in
Italia solo per alcune patologie (non più di 500 a fronte di una
media europea di 1.500 malattie
diagnosticate); quindi deve essere fatta fuori dal paese con ovvi disagi per
pazienti e familiari e notevole aggravio per il bilancio sanitario nazionale.
Per superare questa situazione e
dare la possibilità di una diagnosi e di una cura, laddove sia possibile, si è
inteso procedere a questo accordo operativo, tra Ordine di Malta e Magi, che
segna un punto di svolta in questo campo.
Come spiega uno storico, l’Ordine
di S. Giovanni di Gerusalemme, oggi Ordine di Malta, ebbe questa genesi: “Molto
prima che Goffredo di Buglione mettesse piede in Terra Santa, mercanti
amalfitani erano riusciti ad ottenere dal califfo fatimita d’Egitto, pagando un
tributo annuo, il permesso di edificare a Gerusalemme una chiesa e un ospedale,
luogo di asilo e di assistenza per i pellegrini”. L’ospedale era in piena
funzione alla data della conquista crociata di Gerusalemme ed era gestito dal
monaco Gerardo, colui che istituì, nel 1099, una confraternita religiosa
chiamata appunto Ordine ospitaliero di san Giovanni in Gerusalemme. Non basta
però “prendersi cura dei pellegrini; bisogna proteggerli dalla furia dei
saraceni. Così, nel giro di vent’anni, da uomini di carità e di fede quali
erano, gli ospitalieri diventano guerrieri. È il successore del Beato Gerardo,
fra’ Raimondo du Puy, secondo gran maestro, a trasformare l’Ordine in una
organizzazione (anche) militare”.
Il regolamento dell’Ospedale di
Gerusalemme, steso nel 1182, prevedeva la presenza di chierici, laici, conversi
e medici; disponeva che i letti per i malati fossero “comodi e adatti al
riposo” e che vi fossero delle culle per eventuali neonati; richiedeva inoltre
che “i responsabili della casa servano i malati di buon cuore, porgano loro ciò
di cui hanno bisogno e li servano senza contese e senza lamentele; mediante
questa buona azione possono meritare di partecipare alla gloria del cielo”. Era
poi previsto che i malati mangiassero carne tre volte la settimana; che
l’ospedale regalasse ai poveri, ogni anno, mille pelli di pecore grasse e
raccogliesse i bambini abbandonati e li facesse educare.
L’Ordine Ospitaliero di San
Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta ancora oggi gestisce, oltre ad ospedali
e centri medici in Europa, anche ospedali in Benin, Burkina Faso, Camerun,
Madagascar e Togo. In Senegal e Cambogia l’Ordine gestisce ospedali
specializzati nella cura della lebbra, che per molti anni ha rappresentato uno
dei principali obiettivi dell’Ordine nel terzo mondo.
L’Ospedale italiano dell’Ordine -
il San Giovanni Battista di Roma – è specializzato in riabilitazione con
particolare riferimento alla neuroriabilitazione.
L’altro ente protagonista
dell’accordo per la costituzione di questa rete per la lotta alle malattie rare
- la Magi – è nata a Rovereto quattro anni fa, ed ha attualmente due sedi
operative (oltre a quella di Rovereto in Italia): una a Bruxelles, l’altra a
Tirana. Se ne stanno costruendo altre due, la prima nell’est europeo, la
seconda in Africa. La Magi promuove la diagnosi e la ricerca sulle malattie
genetiche sia per l’individuazione di nuovi geni che causano malattie rare, sia
per lo sviluppo di terapie convenzionali (medicina riabilitativa), che
innovative (proteine combinanti). Si pone inoltre l’obiettivo di veicolare le
conoscenze sulle malattie genetiche verso realtà sanitarie dei Paesi in via di
sviluppo. Negli ultimi due anni, membri della Magi sono stati impegnati in
diversi progetti a laureati provenienti dalla Russia, dalla Repubblica Ceca,
dall’Albania, dalla Repubblica Slovacca, dall’India e dall’Africa.
La Magi ha stipulato convenzioni
con l’Università degli Studi di Siena e di Milano e con l’IRCCS Casa Sollievo
della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, l’ospedale voluto da padre Pio, al
fine di poter usufruire delle consulenze del loro personale per accelerare lo
sviluppo della diagnosi e della ricerca sulle malattie genetiche e rare.
Nel presentare questa prima rete
italiana, assistenziale e scientifica, per la lotta alle malattie rare, il
Presidente della Magi Matteo Bertelli, ha scritto: “L’esperienza di veder
morire un figlio potrebbe rendere sterile il cuore delle persone, ma nel
tentativo di condividere queste sofferenze (questa è forse la differenza sostanziale
fra un normale centro di diagnosi e cura e la nostra onlus), si riescono a far
fiorire dei frutti di solidarietà e di amore che spalancano porte che non si
sarebbe mai potuto immaginare. Io sono un medico genetista, cattolico, e sono
certo che il vero progresso scientifico non sia quello che ci permette di
eliminare i bambini malati di malattie genetiche prima che essi nascano. Al
contrario, sono convinto che la scienza debba portare a nuove risposte per dare
sollievo alla sofferenza di questi malati”.
Proprio questo dovrebbe essere il
compito della genetica medica, se vuole avere a cuore il rispetto della vita,
dai suoi inizi alla sua morte naturale. L’accordo tra Magi e Ordine di Malta,
su queste basi ideali, sarebbe certamente piaciuto al fondatore della genetica:
il frate agostiniano Gregor Mendel.
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