IL CASO/ Vescovi: da agnostico vi spiego il mio no alle staminali
embrionali - INT. Angelo Vescovi, martedì 15 novembre 2011, http://www.ilsussidiario.net/
Nove anni di studi, ricerche e
attesa: parte finalmente la sperimentazione clinica di staminali adulte su
pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Dietro a questo importante
progetto, il direttore scientifico della casa Sollievo della Sofferenza di san
Pio di san Giovanni Rotondo, Angelo Vescovi. L'annuncio è arrivato in
concomitanza con la conferenza sulle staminali adulte che si è svolta in
Vaticano. A questo proposito, Benedetto XVI ha voluto ribadire il no all'uso
delle staminali da embrioni: "La distruzione anche di una sola vita umana
non può mai giustificarsi in termini di beneficio che può plausibilmente
portare a un'altra". Il Pontefice, dunque, offre tutto il suo
incoraggiamento a quanti si impegnano nella ricerca sulle cellule staminali
adulte: "Essa apre le possibilità per curare malattie croniche
degenerative riparando il tessuto danneggiato e ripristinando la sua capacità
di rigenerazione". La Chiesa, ha affermato Benedetto XVI, "offre il
suo incoraggiamento a quanti sono impegnati nel condurre e sostenere la ricerca
di questo tipo, sempre con la condizione che essa sia portata avanti col dovuto
riguardo per il bene integrale della persona umana e il bene comune della
società". Nessun problema etico, ha aggiunto, "quando le cellule
staminali sono prese dai tessuti di un organismo adulto, dal sangue del cordone
ombelicale al momento della nascita, o dai feti che sono morti per cause
naturali".
IlSussidiario.net ha parlato con
il professor Angelo Vescovi, il quale, a proposito delle parole del Papa, ha
detto di essere «non d'accordo: sono stradaccordissimo». Secondo Vescovi, che
si dichiara agnostico, «il messaggio del Papa è di una logica straordinaria. La
scienza che pensa di produrre la vita umana al fine stesso di distruggerla per creare delle cellule è una scienza che si
dichiara sconfitta. Una scienza che crea vita per distruggerla con lo scopo di
aiutare la vita è una ha fallito la sua concezione: è una tecnologia applicata,
ma non al servizio dell'uomo».
Professor Vescovi, la
sperimentazione parte dai laboratori di Terni: ci spieghi per quale motivo e
cosa vuol dire che al momento il protocollo relativo alla sperimentazione non
prevede di spedirle in altri ospedali.
Il protocollo in realtà fa sua
una normativa molto stringente, come è giusto che sia in tali casi così
delicati. Nel momento del loro trasporto le cellule, che sono un farmaco,
rischiano di essere alterate se non si rispetta al massimo la catena del
farmaco stesso. Nel caso di queste cellule siamo davanti a una situazione
ancora più sensibile. La procedura del trasporto delle cellule deve essere
rispettato con una sorta di bollino blu, se possiamo usare questo termine.
Inoltre, quando si arriva nell'ospedale dove le cellule andrebbero trapiantate,
bisogna che le cellule trovino lo stesso identico ambiente del laboratorio dove
sono state estratte.
Un controllo dunque rigido e
severo.
Certo. Ecco perché al momento la
sperimentazione si fa a Terni. Poi in un futuro credo ragionevolmente breve si
farà anche altrove, si potranno trasportare cellule dove si vuole. Al momento
però stando alle vigenti normative che, lo ripeto, trovo sostanzialmente
giuste, siamo davanti a un cosiddetto "collo di bottiglia". I
laboratori dove si sperimenta sono tutti al centro-nord dell'Italia, ecco
perché stiamo cercando di aprirne uno anche al Sud.
Come mai si sperimenta solo sulle
cellule cerebrali?
Per un motivo molto semplice:
stiamo cercando di intervenire su problematiche che prevedono danni all'interno
del tessuto nervoso ed è chiaro che ci vogliono cellule appartenenti a quel
tessuto, è la cosa più razionale da fare. Peraltro si tratta di cellule staminali
somatiche che quindi rifuggono alle problematiche delle cellule staminali
embrionali. Ci si è rivolti al cervello perché qualunque risultato avrà questo
trial varrà per il trapianto di queste cellule in tutti gli altri casi di
malattie neurogenerative come il Parkinson, l'ischemia multipla, l'Alzehimer.
Come procede invece la
sperimentazione all'estero?
È un grande mosaico. C'è da
comprendere che nella ricerca si va avanti con quello che si ha. La cosa
razionale sarebbe, una volta che la comunità scientifica identifica (ma questo
è molto difficile) qual è il substrato cellulare migliore, usarlo per le
sperimentazioni.
Invece?
Il problema è che queste
sperimentazioni sono molto difficili, alcuni (e non sto parlando di
competizione fra ricercatori) non sono in grado di farle e provano con altre
cellule. Anche in Italia stiamo cercando di fare qualcosa in questo senso per
la sclerosi multipla, utilizzando per il trapianto cellule del midollo osseo.
Personalmente, però, stigmatizzo quanti sperimentano utilizzando staminali
embrionali, che comportano anche margini
di rischio per il fatto che sono portatrici di tumori.
E perché allora si procede con
queste sperimentazioni?
C'è da dire che i permessi per
dare via a queste sperimentazioni sono cominciati non quando sono state
storicizzate le sperimentazioni con le staminali cerebrali, ma da quando si è
cominciato a fare uso delle cellule adulte riprogrammate.
Che avrebbero le stesse proprietà
delle staminali embrionali, giusto?
Di fatto la tecnica sulle cellule
staminali embrionali è una tecnica che sta purtroppo troppo velocemente per
essere sorpassata dall'uso di cellule riprogrammate per cui ci sono laboratori
che da quarant'anni lavorano su quello con fior di brevetti, intere nazioni che
hanno investito su queste ricerche. Quindi o riescono a tirarne fuori un
prodotto, oppure rimangono "intrappolate".
Il Papa è intervenuto sul caso,
ribadendo il suo no alla sperimentazione con cellule staminali da embrioni.
Condivido quel che ha detto nel
modo più assoluto. La realtà è che dietro la spinta a procedere sulle cellule
staminali embrionali c'è una spinta di carattere economico. Si sono spesi 40
milioni di dollari per anni senza produrre nulla, con una sperimentazione che è anche rischiosa nei confronti del paziente per il modo in cui
viene condotta. Ma soprattutto non si possono fare affermazioni per
giustificare tali sperimentazioni dicendo che essa è l'unica possibile. La
logica del Papa, e lo dice uno che è agnostico e ribadisce il suo essere agnostico,
è straordinaria. La scienza che pensa di produrre la vita umana al fine stesso
di distruggerla per creare delle cellule
è una scienza che si dichiara sconfitta. Una scienza che crea vita per
distruggerla con lo scopo di aiutare la vita ha fallito la sua concezione: è
una tecnologia applicata, ma non al servizio dell'uomo.
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