«L'alternativa all'accanimento sono le cure
palliative», di Raffaella Frullone, 09-02-2012, http://labussolaquotidiana.it/
Quello che la gente non comprende
è che l’alternativa all’eutanasia non è l’accanimento terapeutico, ma sono le
cure palliative. A parlare è Louis Puybasset, che da 12 anni dirige il reparto
di rianimazione dell’ospedale parigino Pitié-Salpêtrière, autore, insieme alla
giornalista Marine Lamoureux, di un volume dal titolo “Eutanasia, il dibattito
troncato”, edito da Camlann-Lévy, in libreria in Francia dal mese di febbraio e
disponibile su Amazon, sempre in lingua francese.
Il volume arriva nelle librerie francesi
mentre il dibattito sul fine vita torna a scaldarsi dopo la proposta del
candidato socialista all’Eliseo François Hollande, che ha annunciato, in caso
di vittoria, di voler legalizzare l’eutanasia. Pur senza mai usare pronunciare
la parola, ha promesso, con grande
soddisfazione dell’associazione per il diritto a morire con dignità, che “tutte le persone maggiorenni in fase
avanzata o terminale di una malattia incurabile potranno beneficiare di
un’assistenza medica per terminare la loro vita dignitosamente”.
In Francia dal 2005 è in vigore
la legge Leonetti che prende il nome dal suo relatore, Jean Leonetti, cardiolgo
e parlamentare e che impedisce l’accanimento terapeutico, regolamenta il
rifiuto alle cure da parte del malato, disciplina l’uso delle cure palliative,
e permette al cittadino di esprimere in anticipo le proprie dichiarazioni di
trattamento.
Nel libro, Luois Puybasset
sottolinea come i cittadini non abbiano gli strumenti adatti per affrontare
queste tematiche nella giusta prospettiva. Le cause sono da rintracciare, in
particolare, «nella confusione che regna, nell’emotività che si accompagna ad
ogni caso, alla non conoscenza della verità in gioco e, soprattutto alla non
conoscenza della legge stessa». Introducendo nel diritto francese la nozione di
“ostinazione irragionevole”, la legge «protegge i malati dall’accanimento
terapeutico e li mette al riparo dal rischio di essere soggetti alla sola
scelta del medico. In sostanza la legge di fatto obbliga a consultare le
famiglie, ma spesso le famiglie, lo ignorano». Da qui dunque si sviluppa il
grande inganno che viene sviscerato nel testo: «non è l’eutanasia l’alternativa
all’accanimento terapeutico, la vera alternativa sono le cure palliative, ma
questo, chi lo sa?»
Il rianimatore spiega come sia la
legge stessa a prevedere che: «tutte le persone malate hanno il diritto di
accedere alle cure palliative e
all’accompagnamento. Le cure palliative sono attive, continue e praticate da
un’équipe multidisciplinare, in ospedale o a domicilio. Esse hanno lo scopo di
alleviare il dolore, attenuare le sofferenze fisiche, a salvaguardare la
dignità delle persone».
Dignità, una parola che torna. Di
dignità parla Hollande associandola all’eutanasia, di dignità parla Jean-Luc
Romero, presidente dell’Associazione per il diritto a morire con dignità che ha
accolto con soddisfazione, neanche a dirlo, la proposta di Hollande.
«Parliamone, di dignità. L’argomento più utilizzato dai sostenitori
dell’eutanasia. Ma l’idea che un essere umano possa perdere la propria dignità
perché è fragile, malato, vecchio e perché vive in una situazione di estrema
dipendenza, è semplicemente un’idea intollerabile dal punto di vista medico.
Non solo, ma è anche pericoloso: ci vuole poco a suscitare la sensazione che
qualcuno non sia più “degno” in una società divorata dall’efficienza, dal
giovanilismo, dalla spettacolarizzazione».
Nel suo libro Puybasset stila una
proposta: «sviluppare la formazione rispetto alle cure palliative, rinforzare i
diritti del malato, favorire la mediazione in caso di disaccordo sulle terapie
da seguire…»
Ne terranno conto i candidati
all’Eliseo? «L'alternativa all'accanimento sono le cure palliative»
di Raffaella Frullone09-02-2012
Quello che la gente non comprende
è che l’alternativa all’eutanasia non è l’accanimento terapeutico, ma sono le
cure palliative. A parlare è Louis Puybasset, che da 12 anni dirige il reparto
di rianimazione dell’ospedale parigino Pitié-Salpêtrière, autore, insieme alla
giornalista Marine Lamoureux, di un volume dal titolo “Eutanasia, il dibattito
troncato”, edito da Camlann-Lévy, in libreria in Francia dal mese di febbraio e
disponibile su Amazon, sempre in lingua francese.
Il volume arriva nelle librerie
francesi mentre il dibattito sul fine vita torna a scaldarsi dopo la proposta
del candidato socialista all’Eliseo François Hollande, che ha annunciato, in
caso di vittoria, di voler legalizzare l’eutanasia. Pur senza mai usare
pronunciare la parola, ha promesso, con
grande soddisfazione dell’associazione per il diritto a morire con
dignità, che “tutte le persone
maggiorenni in fase avanzata o terminale di una malattia incurabile potranno
beneficiare di un’assistenza medica per terminare la loro vita dignitosamente”.
In Francia dal 2005 è in vigore
la legge Leonetti che prende il nome dal suo relatore, Jean Leonetti, cardiolgo
e parlamentare e che impedisce l’accanimento terapeutico, regolamenta il
rifiuto alle cure da parte del malato, disciplina l’uso delle cure palliative,
e permette al cittadino di esprimere in anticipo le proprie dichiarazioni di
trattamento.
Nel libro, Luois Puybasset
sottolinea come i cittadini non abbiano gli strumenti adatti per affrontare
queste tematiche nella giusta prospettiva. Le cause sono da rintracciare, in
particolare, «nella confusione che regna, nell’emotività che si accompagna ad
ogni caso, alla non conoscenza della verità in gioco e, soprattutto alla non
conoscenza della legge stessa». Introducendo nel diritto francese la nozione di
“ostinazione irragionevole”, la legge «protegge i malati dall’accanimento
terapeutico e li mette al riparo dal rischio di essere soggetti alla sola
scelta del medico. In sostanza la legge di fatto obbliga a consultare le
famiglie, ma spesso le famiglie, lo ignorano». Da qui dunque si sviluppa il
grande inganno che viene sviscerato nel testo: «non è l’eutanasia l’alternativa
all’accanimento terapeutico, la vera alternativa sono le cure palliative, ma
questo, chi lo sa?»
Il rianimatore spiega come sia la
legge stessa a prevedere che: «tutte le persone malate hanno il diritto di
accedere alle cure palliative e
all’accompagnamento. Le cure palliative sono attive, continue e praticate da
un’équipe multidisciplinare, in ospedale o a domicilio. Esse hanno lo scopo di
alleviare il dolore, attenuare le sofferenze fisiche, a salvaguardare la
dignità delle persone».
Dignità, una parola che torna. Di
dignità parla Hollande associandola all’eutanasia, di dignità parla Jean-Luc
Romero, presidente dell’Associazione per il diritto a morire con dignità che ha
accolto con soddisfazione, neanche a dirlo, la proposta di Hollande.
«Parliamone, di dignità. L’argomento più utilizzato dai sostenitori
dell’eutanasia. Ma l’idea che un essere umano possa perdere la propria dignità
perché è fragile, malato, vecchio e perché vive in una situazione di estrema
dipendenza, è semplicemente un’idea intollerabile dal punto di vista medico.
Non solo, ma è anche pericoloso: ci vuole poco a suscitare la sensazione che
qualcuno non sia più “degno” in una società divorata dall’efficienza, dal giovanilismo,
dalla spettacolarizzazione».
Nel suo libro Puybasset stila una
proposta: «sviluppare la formazione rispetto alle cure palliative, rinforzare i
diritti del malato, favorire la mediazione in caso di disaccordo sulle terapie
da seguire…»
Ne terranno conto i candidati
all’Eliseo?
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