8/07/2012 - IN VISITA A UNA CLINICA PER MALATI TERMINALI - Hollande
apre il dossier eutanasia - Francia, il Presidente crea una commissione per la
riforma. Critiche dalla destra, ALBERTO MATTIOLI, http://www3.lastampa.it
CORRISPONDENTE DA PARIGI
Bisogna forse introdurla, ma
certamente non bisogna nominarla. A riaprire la discussione sull’eutanasia è
stato il Presidente della Repubblica, François Hollande, ma guardandosi bene
dal chiamarla con il suo nome. A soggetto delicato, trattamento delicatissimo.
Ieri Hollande è andato a visitare una clinica specializzata in cure palliative
per malati terminali a Rueil-Malmaison, vicino a Parigi. Nella prima parte del
suo discorso (molto toccante, per inciso: i ghostwriter dei politici francesi
sono mediamente molto bravi), il Président ha insistito sulla necessità di
sviluppare e «diversificare» le cure palliative, difendendole anche dal punto
di vista del rapporto costi-benefici: «Può sembrare paradossale, investire
sugli ultimi momenti della vita. E tuttavia se si permette a delle persone di
vivere meglio, se si evitano un certo numero di ricoveri più costosi o di
inutili interventi, noi avremo fatto in realtà della prevenzione».
Poi è arrivata la novità,
politica ed etica insieme. Oggetto: la legge Leonetti del 2005, scritta dal
medico, deputato di destra e sindaco di Antibes che ha introdotto l’eutanasia
passiva. In sintesi, oggi in Francia si possono interrompere cure senza
speranza, ma un gesto che provoca direttamente la morte resta un reato.
«Bisogna, si può andare più lontano - si è chiesto Hollande nei casi
eccezionali in cui l’astensione terapeutica non basta a dare sollievo ai
pazienti alle prese con un dolore irreversibile? E che chiede un atto medico
consapevole al termine di una decisione condivisa e meditata?».
Il dibattito è aperto e il
Presidente raccomanda che sia «nobile e degno». L’arcivescovo di Parigi e
presidente dei vescovi francesi, André VingtTrois, ha subito risposto con
sottile ironia che quella di Hollande è «una buona domanda. Ma non è perché si
fa una domanda che si risponde positivamente». La destra si è già schierata
contro la riforma della legge Leonetti. Ma è chiaro che il governo vuol
procedere con molta cautela. Le parole d’ordine della nouvelle vague socialista
sono «concertazione» e «commissione» in tutti i campi, figuriamoci in quelli
più delicati. E infatti Hollande ha già nominato la commissione che dovrà
concertare e che sarà presieduta da Didier Sicard, medico ed ex presidente del
Comitato consultivo nazionale d’etica.
Del resto, anche in campagna
elettorale Hollande aveva rifiutato di usare la parola «eutanasia», benché,
secondo un sondaggio, il 91% dei francesi sia favorevole anche a quella attiva.
Al punto 21 del suo programma, c’era la proposta che «ogni persona maggiorenne
in fase avanzata o terminale di una malattia incurabile che provochi una
sofferenza fisica o psichica insopportabile possa domandare, in condizioni
precise e strette, di beneficiare di un’assistenza medica per concludere la sua
vita nella dignità». Come si vede, anche prima di diventarlo, il Presidente
sull’eutanasia proponeva di fare senza dire (ma forse, dati i tempi della
politica francese e i suoi interminabili dibattiti, finirà tutto con un dire
senza fare). E a un giornalista che gli chiedeva se dire «eutanasia» fosse
tabù, ha risposto: «Non è la parola che ho usato». Appunto.
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