DIGNITÀ IN CORSIA - Cure palliative, una rete che aiuta di Francesca
Lozito, 27 luglio 2012, http://www.avvenire.it
Cure palliative e terapia del
dolore, via libera della Conferenza Stato Regioni al documento che ne disegna
il profilo nel nostro Paese. È stato infatti approvato un importante testo, che
si prefigge di rispondere alla domanda fondamentale su questo tema: come devono
essere praticate le due discipline? Nel documento sono contenuti i requisiti
per l’organizzazione delle strutture residenziali e a domicilio sia di cure
palliative che di terapia del dolore. In tempi di tagli alla sanità, ancora più
utile, dunque, a mettere gli argini ad un possibile ribasso dell’offerta,
imponendo alle regioni degli standard minimi, ma di certo di qualità, che
devono essere rispettati da tutti.
Il testo è, inoltre, una difesa
dell’essenzialità di queste due terapie nel percorso di cura di tanti
cittadini, proprio nel nome di quel diritto sancito dalla legge 38 che le ha
originate. E le regioni hanno l’obbligo di mettere in pratica quanto delineato
nel documento, pena la perdita ai finanziamenti integrativi del Fondo sanitario
nazionale. Frutto del percorso della Commissione nazionale sulle cure
palliative (in cui esperti, tecnici del ministero e soggetti in campo nella
cura dei malati si sono seduti attorno a un tavolo per mettere insieme
conoscenze e bisogni) il documento ha una sua importanza fondamentale nel
rendere pienamente operativa la legge 38 del 2010, che ha istituito in maniera
definita e distinta le due reti delle cure palliative e della terapia del
dolore.
Quest’ultima infatti, è parte
fondamentale delle cure palliative, ma non le esaurisce: la terapia del dolore
può essere infatti praticata anche per tutte quelle patologie croniche che non
abbiano per forza un decorso ben definito verso la fine della vita, con lo
scopo di migliorarne in generale la qualità. Integrazione e collaborazione tra
struttura sanitaria, organizzazioni no profit, mondo sociale. Creazione di
équipe multiprofessionali con personale dedicato: medici, infermieri,
assistenti sociali. Collaborazione con i medici di medicina generale. Senza
dimenticare anche le risposte spirituali e sociali, che possono, se non trovano
ascolto, originare una seria sofferenza. È questa l’ossatura portante della
rete delle cure palliative, quella trama che va poi ad inserirsi nella
relazione con la famiglia del malato, essenziale nel periodo di presa in
carico. Continuità nei diversi ambiti di assistenza è la premessa essenziale
perché tutto questi soggetti possano offrire il miglior servizio al malato. Per
far questo, sono necessarie periodiche riunioni di équipe.
La macchina della continuità
assistenziale ha però bisogno, per funzionare bene, di lavorare sulle
ventiquattro ore non solo in hospice, ma anche nell’ambito dell’assistenza
domiciliare: è questo un passaggio importante, senza il quale non è possibile
dare il dovuto supporto nelle mura di casa al malato e al familiare che svolge
le funzioni di care giver, grazie alla disponibilità di un medico che possa
recarsi sul posto o rispondere a situazione meno complesse anche a distanza.
Fin qui le cure palliative, dunque. Ma paletti importanti sono fissati dal
documento della Conferenza Stato Regioni anche per quanto riguarda la rete
della terapia del dolore. Tre le componenti in cui si articola: i già presenti
ambulatori della medicina generale (con cui è prevista la stipulazione di
specifici accordi con questo ambito), i centri “spoke” (ambulatori di terapia
del dolore, ospedalieri o territoriali) e i centri “hub” (specificamente
ospedalieri). In entrambi i casi viene garantito l’obiettivo di migliorare la
qualità della vita con farmaci, strumenti specifici o chirurgia dedicata,
qualsiasi sia la patologia del malato. Infine nel documento viene delineato
come si devono strutturare anche le cure palliative pediatriche.
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