SANITA' USA - Contraccettivi, prima sconfitta per Obama di Elena
Molinari, 30 luglio 2012, http://www.avvenire.it/
La determinazione di una famiglia
cattolica del Colorado ha portato a una prima vittoria nella battaglia della
Chiesa Usa contro la nuova legge sulla sanità dell’Amministrazione Obama. I
proprietari di Hercules Industries, una grande impresa di impianti di
riscaldamento e di condizionatori con sedi in cinque Stati Usa, non è stata con
le mani in mano di fronte all’ordine governativo di fornire servizi abortivi e
contraccettivi ai propri dipendenti.
Come la stragrande maggioranza
delle diocesi e associazioni cattoliche statunitensi, ha fatto causa al
governo. Al contrario delle istituzioni religiose, però, la Hercules non poteva
contare sullo slittamento di un anno dall’entrata in vigore del “mandate”, che
per i datori di lavoro laici scatta mercoledì prossimo. Il suo caso è stato
quindi esaminato con urgenza da un giudice distrettuale federale del Colorado,
che ha dato ragione alla famiglia Newland. Imporre il pagamento diretto di
servizi per la prevenzione e l’interruzione delle gravidanze porterebbe a «danneggiare
gravemente il diritto dei Newland a esercitare liberamente le loro convinzioni
religiose», ha sentenziato il magistrato, John L. Kane, che era stato nominato
a suo tempo dal democratico Jimmy Carter.
Per la Hercules Industries,
dunque, l’ordine del dipartimento alla Salute rimane sospeso almeno per tre
mesi, mentre i tribunali esaminano il caso in profondità. Secondo il giudice,
l’obbligo imposto dalla legge potrebbe essere dichiarato incostituzionale e non
deve quindi essere applicato finché tutti le cause mosse nei suoi confronti non
saranno state esaminate. La sentenza crea un precedente importante proprio per
le 23 denunce che 56 diocesi e istituzioni cattoliche hanno presentato contro
l’Amministrazione Obama.
Il segretario alla Salute, Kathleen
Sebelius, si è detta «delusa» dal verdetto. Il rivale di Barack Obama alle
presidenziali di novembre, Mitt Romney, ha lodato la decisione come «una
vittoria della libertà di religione». Il repubblicano ha già fatto sapere che,
se eletto, abrogherà la nuova legge sulla salute. La conferenza episcopale Usa
non si oppone alla riforma in toto, avendo al contrario sostenuto il principio
di estendere la copertura sanitaria a tutti gli americani che contiene. Il
vescovi vorrebbe però vedervi inserita una forte clausola a protezione
dell’obiezione di coscienza.
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