DOSSIER - Troppi errori in corsia Boom di assicurazioni per i camici
bianchi - Dei 500 milioni di euro raccolti nel 2010, il 58% riguarda le polizze
stipulate dalle strutture sanitarie e il 42% quelle dei professionisti - Il
rapporto Ania: nel 2010 spesi 500 milioni di euro - LUCA ROSSI - 26/07/2012 - http://www3.lastampa.it
TORINO
Chirurghi estetici, ginecologi e
ortopedici in testa. Ma anche neuro e cardiochirurghi. Aumentano i medici che
decidono di assicurarsi contro il rischio di essere denunciati per possibili
errori commessi in sala operatoria. Lo rivela il rapporto Ania (l’Associazione
nazionale imprese assicuratrici) 2012. Per stare più tranquilli, certo. E per
evitare, magari, di incappare nella disavventura capitata ad una loro collega,
una pediatra, costretta a risarcire la famiglia di una bimba morta di
peritonite, anche se era all’estero in ferie quando è stato commesso l’errore.
Eppure, il 19 gennaio 2011, i giudici del tribunale di Firenze hanno imposto
alla dottoressa in vacanza il risarcimento di tre milioni di euro ai familiari
assieme, ovviamente, alla sua sostituta e ad un medico di guardia. Questi
ultimi condannati, invece, rispettivamente ad un anno e ad otto mesi.
Sta di fatto che, secondo le
stime dell’Ania, le polizze per la copertura del rischio di essere denunciati
per eventuali casi di malasanità sono costate 485 milioni di euro nel 2009. E
nel 2010 hanno sfiorato i 500, se si considera - soprattutto - la lievitazione
del 5,3% dei soldi versati dai professionisti, a fronte di un più ridotto
aumento dell’1,5% delle cifre sborsate dalle strutture mediche.
I numeri snocciolati da Roberto
Manzato, direttore «vita e danni non auto» di Ania, mettono meglio a fuoco la
tendenza: «Un chirurgo estetico può spendere fino a 15 mila euro l’anno, mentre
i medici generici arrivano a sborsare fra i 300 e i 400 euro. I professionisti
dipendenti possono pagare tra i 1000 e i 1500 euro all’anno. I prezzi più alti
si hanno per le specialità più rischiose, che vanno dalla stessa chirurgia
estetica alla ginecologia, fino all’ortopedia, e per i liberi professionisti».
Manzato spiega poi i motivi del
boom di assicurazioni contro gli episodi di malasanità: «C’è molta litigiosità
da parte dei pazienti, ma è anche cambiata la giurisprudenza. Se una volta
c’erano delle complicazioni, il medico non era civilmente responsabile
dell’errore commesso. Ormai i giudici hanno deciso di intervenire anche su
questo ambito». E non solo. Secondo Manzato, va considerato anche un altro
aspetto: «Se il dottore dipendente sbaglia, risponde in prima battuta il luogo
di cura. Ma la struttura ha il diritto di rivalsa sullo specialista che ha
causato un danno nel paziente solo in caso di colpa grave o dolo. Ecco perché,
come succede anche negli altri ambiti, i dottori decidono di rivolgersi alle
assicurazioni. Chiunque può causare dei danni ai propri clienti e, in questo
caso, ai pazienti. Funziona così: se il medico è civilmente responsabile, la
compagnia lo aiuta».
E i dati parlano chiaro: c’è
stata una crescita di queste polizze tra il 2000 e il 2010 del 7,8 per cento
all’anno. Ancora: dei 500 milioni raccolti nel 2010, il 58 per cento riguarda
le polizze stipulate dalle strutture sanitarie e il 42 per cento quelle siglate
dai professionisti che hanno visto crescere in modo pesante i costi
assicurativi. Impennato anche il costo medio per gli errori in campo medico,
che ha toccato quota 27.689 euro nel 2010: due mila euro in più rispetto ai
25.083 dell’anno precedente.
Secondo le stime dell’Ania, poi,
in 15 anni le denunce sono più che triplicate e mediamente sono aumentate ogni
anno dell’8,2%. Dai 9.567 casi di danni denunciati nel 1994, ecco un balzo fino
ai 33.682 sinistri del 2010, con un picco di 34.035 sinistri nel 2009.
Eppure, negli ospedali italiani
si sbaglia più o meno come in quelli francesi, spagnoli, olandesi e canadesi:
solo cinque casi su cento. Meno della mediadei dati internazionali (9%). E
oltre il 56% degli episodi nel mirino riguarda errori clinici evitabili. È
quanto emerge da uno studio italiano pubblicato sulla rivista
«Epidemiologia&Prevenzione» su oltre 7500 cartelle cliniche di pazienti
ricoverati nel 2008 in cinque grandi ospedali italiani. Però, per non vedersela
brutta come la pediatra fiorentina, i medici, con i chirurghi estetici in
testa, si rivolgono alle assicurazioni.
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