IL REGISTRO DI MILANO - Unioni civili: confusione sulla “famiglia” di Daniela
Fassini, 25 luglio 2012, http://www.avvenire.it/
Coppie di fatto: è bagarre. E a
Milano il percorso del registro che dovrebbe riconoscerle è in preda alla
confusione. Nell’aula di Palazzo Marino dove si stanno ancora valutando le
posizioni dei diversi gruppi politici, la discussione sull’istituzione del
registro delle coppie di fatto accende la polemica fra le fila delle stesse
formazioni che rischiano di infilarsi in una strada senza uscita. Una bagarre
“trasversale”, fatta di mediazioni incrociate, fuori dall’aula, che ha colpito
la maggioranza di centrosinistra legata a un emendamento dell’ala
laico-liberale del Pdl.
Tutto ruota intorno al concetto
di “famiglia anagrafica” che l’esponente del centrodestra Giulio Gallera,
insieme ad altri tre colleghi, chiede di sostituire nel testo della delibera
con “unione civile”. Accolta inizialmente con parere favorevole dal Pd, dopo
una più accurata ed attenta valutazione giuridica del termine è scattato il
semaforo rosso. Il cavillo giuridico si è trasformato in un cavillo politico.
La cancellazione della parola
famiglia porterebbe alla creazione di una sorta di registro parallelo a quello
anagrafico. Un registro comunale, sul modello di quello istituito a Torino che
piace ai radicali e all’ala sinistra della maggioranza milanese ma che non
troverebbe l’appoggio degli esponenti cattolici del Pd, pronta non solo
all’astensione, ma addirittura a calare il voto contrario. Un rischio che anche
il sindaco Giuliano Pisapia, pur lasciando libertà di voto ai suoi, aveva
voluto scongiurare, richiamando all’astensione e non al voto contrario.
La questione è stata sollevata
dal consigliere e vicepresidente del consiglio, il democratico Andrea Fanzago:
«Non vorrei che l’intenzione fosse quella di istituire un nuovo registro,
alternativo rispetto a quello dell’Anagrafe». A suo giudizio, il nuovo registro
delle unioni civili dovrebbe essere un registro puramente anagrafico «per
restare all’interno di un regolamento dello Stato che esiste già».
«La modifica in unioni civili (al
posto di famiglia anagrafica, ndr) sgancerebbe definitivamente il registro
dall’anagrafe – spiega Marilisa D’Amico, prima firmataria della delibera per
l’istituzione del nuovo regolamento – e lo manterrebbe legato al Comune (in
questo caso, infatti, si parla di registro comunale)».
«Siamo in piena bagarre –
aggiunge Fanzago – le conseguenze potrebbero essere di assoluto controllo del
Comune». Il registro comunale potrebbe infatti trasformarsi in una scorciatoia
per i matrimoni gay.
In questo caso «sarei molto,
molto perplesso», commenta Fanzago, preannunciando il suo no.
Ma un registro comunale,
alternativo e diverso rispetto a quello dell’Anagrafe, è esattamente ciò che
chiedono i quattro “liberal” del Pdl. Mentre la posizione del centrodestra
rimane legata al voto contrario, a prescindere dalle modifiche al testo che gli
emendamenti dei diversi schieramenti riusciranno ad apportare. «Si tratta di
uno strumento vuoto e inutile» ha ribadito ancora una volta ieri in consiglio
comunale, il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli. E in riferimento a possibili
alleanze con l’ala cattolica del Pd ha fatto sapere che questa «esiste se, come
noi, seguono le indicazioni della Curia e votano contro il registro delle
unioni civili». Mentre Riccardo De Corato (Pdl) ha già annunciato il ricorso al
Tar: «La delibera è restrittiva rispetto a quanto previsto dalle legge
anagrafica – ha spiegato – Dunque è illegittima. Il ricorso al Tar è certo».
La matassa, insomma, appare
ancora più ingarbugliata. E la corsa per il voto finale ancora più insidiosa e
a ostacoli.
Intanto è cresciuto anche il
numero degli emendamenti che l’aula dovrà discutere: da 51 sono diventati 75,
depositati da Pdl, Federazione della Sinistra e lista civica per Pisapia.
Rimane però ancora una sola seduta utile per l’approvazione del nuovo registro.
L’assemblea cittadina tornerà a riunirsi anche domani pomeriggio e, con
l’obiettivo voluto dal sindaco e dalla giunta, di arrivare al voto finale entro
la pausa estiva (per il momento non è prevista nessuna seduta straordinaria la
settimana prossima) la seduta di domani proseguirà ad oltranza, finché non si
giungerà cioè al voto finale.
© riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento