Cannabis terapeutica l’inutile tentazione di Francesca Lozito,
Avvenire, 27 settembre 2012
No all’uso terapeutico ordinario
dei derivati chimici della cannabis. Non usa mezzi termini Silvio Garattini,
direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, per affermare che far passare
per legge, come sta avvenendo in alcune regioni italiane l’autorizzazione all’uso
dei tetracannabinoidi in ambito ospedaliero, e a carico del Servizio sanitario,
è un azzardo. «Sulla tossicità di questi farmaci e dunque sugli effetti
collaterali occorre ancora fare molti studi» dice lo scienziato. La prima
regione a legiferare per dare il via libera all’importazione, per lo più attualmente
dal nord Europa, dei derivati chimici della cannabis è stata la Toscana, in maggio.
Poi, poche settimane dopo, è stata la volta della Liguria, nei giorni scorsi ha
dato luce verde il Veneto. Disegni di legge e ordini del giorno sono stati
depositati e presentati dai radicali e dal centro sinistra in altre regioni,
come il Lazio (che ora però si ritrova con il consiglio regionale decaduto) e
il Friuli-Venezia Giulia da poche settimane. Un anno fa fece scalpore la
sperimentazione con cui l’ospedale di Casarano, in provincia di Lecce, partì
con la somministrazione di questi farmaci a pazienti affetti da sclerosi
multipla o da malattie inguaribili.
Studi internazionali fanno da
supporto ai dubbi di Garattini: secondo Cns drugs di marzo proprio sulla
sclerosi multipla non ci sarebbero benefici evidenti in conseguenza all’uso dei
cannabinoidi, e non si tratta del solo dubbio che viene dalla comunità
scientifica internazionale. C’è poi il capitolo dei costi, non da poco in tempi
di spending review, se rapportati poi agli effettivi benefici sul malato non
ancora dimostrati a livello scientifico. In rete si trova la delibera di un
altro ospedale pugliese, quello di Monopoli, che per 135 grammi di Bedrocan,
sostanza olandese autorizzata dal Ministero della Salute, per l’importazione ha
tirato fuori 1200 euro. «Non ci sono studi comparativi – dice ancora Garattini
– che dimostrino come i cannabinoidi siano migliori dei farmaci già in
commercio». Solo per fare un esempio, una terapia con 28 compresse di ossicodone,
farmaco antidolore, costa non più di 17 euro.
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