Simposio medico di Dublino: «l’aborto non serve per salvare la vita
della donna» - Valorizzato positivamente il divieto di aborto presente in
Irlanda - 27 settembre 2012 - http://www.uccronline.it
In Irlanda l’interruzione della
gravidanza è illegale a meno che non sia in pericolo la vita della madre. La
Costituzione irlandese, infatti, all’art. 40, terzo comma, afferma: “Lo Stato
riconosce il diritto alla vita del bambino non nato e, con la dovuta
considerazione per il pari diritto alla vita della madre, garantisce nelle sue
leggi il rispetto, e nella misura del possibile, tramite le sue leggi, la
difesa e la rivendicazione di tale diritto”. Tuttavia in un Simposio
Internazionale sulla Salute materna, che si è svolto in questi giorni a
Dublino, si è concluso che «l’aborto non è medicalmente necessario per salvare
la vita di una madre».
Il simposio è stato organizzato
dal “Committee for Excellence in Maternal Healthcare” presieduto da Eamon
O’Dwyer, professore emerito di ostetricia e ginecologia presso la National
University of Ireland (NUI), ed ha visto la partecipazione dei principali
esperti del settore medico, ginecologi, psicologi e biologi molecolari.
Il prof O’Dwyer ha quindi
formalmente approvato il comunicato ufficiale nel quale viene appurato che: «in
qualità di professionisti esperti e ricercatori in ostetricia e ginecologia,
affermiamo che l’aborto diretto non è medicalmente necessario per salvare la vita
di una donna. Noi sosteniamo che esiste una differenza fondamentale tra
l’aborto e i trattamenti medici necessari che si svolgono per salvare la vita
della madre. Noi confermiamo che il divieto di aborto non influisce in alcun
modo sulla disponibilità di fornire cure ottimali per le donne in stato di
gravidanza».
L’Irlanda è da mesi sotto
pressione da parte dell’Europa perché modifichi le sue leggi contrarie
all’aborto, nonostante la Corte Europea dei diritti dell’uomo nel 2010 abbia
stabilito che non esiste un “diritto umano all’aborto” ricavabile dalla
Convenzione Europea dei Diritti Umani e, pertanto, il divieto costituzionale
irlandese di abortire non viola la Convenzione. Il dottor Eoghan de Faoite,
membro del comitato organizzatore del simposio, ha dichiarato: «Questo simposio
mette fine al falso argomento che l’Irlanda abbia bisogno dell’aborto, ed è
stato incoraggiante ascoltare i relatori internazionali descrivere l’Irlanda
secondo standard elevati di assistenza sanitaria materna e un basso tasso di
mortalità materna». Effettivamente,
secondo l’UNICEF, la nazione irlandese -in cui l’aborto è illegale-
vanta costantemente uno dei più bassi tassi di mortalità materna nel mondo (al
primo posto nel 2005, e al terzo posto nel 2008).
Lo psichiatra Sean Ó Domhnaill,
consulente medico di “Life Institute”, ente pro-life, ha accolto positivamente
i risultati del simposio: «La dichiarazione di Dublino afferma che l’aborto non
è medicalmente necessario, è un dato di fatto accettato da parte di esperti
medici. Questo è un risultato significativo a livello mondiale, dimostra che
l’aborto non ha posto nel trattamento sanitario delle donne e dei loro bambini
non ancora nati». Effettivamente, dunque, crolla l’argomento più gettonato dei
sostenitori dell’aborto, anche perché -come abbiamo già avuto modo di rivelare-
recenti studi hanno stabilito che i paesi in cui l’aborto è illegale o soggetto
a rigorose restrizioni (come l’Irlanda e il Cile) godono di bassi tassi di
mortalità materna.
Nel 2011 i dati del Dipartimento
Britannico per la Salute hanno anche dimostrato un’ulteriore riduzione del
numero di donne irlandesi che si recano in Gran Bretagna per abortire. Una
recente indagine ha inoltre evidenziato che il 70 per cento dei cittadini
irlandesi sostengono la protezione costituzionale per la vita nascente,
compreso il divieto di aborto.
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