Plastica e staminali per organi biotech - il trapianto senza donatore è
made in Italy -La procedura inventata da un chirurgo di Viareggio incrocia
nanotecnologie e medicina rigenerativa. Usata per gli interventi alla trachea
permette di evitare le liste d'attesa e azzera rischio rigetto - di MICHELE
BOCCI -(17 settembre 2012) - http://www.repubblica.it/
ROMA - Una trachea di materiale
plastico trattata con le staminali e impiantata su un malato di cancro. Il
sogno degli organi artificiali è sempre più vicino a realizzarsi grazie all'uso
di nanotecnologie e medicina rigenerativa. Dietro l'ultimo scatto in avanti
della ricerca c'è un chirurgo italiano, Paolo Macchiarini, originario di
Viareggio. Nel luglio dell'anno scorso ha operato all'istituto Karolinska di
Stoccolma un paziente con una nuova tecnica, messa a punto in anni di lavoro
sui problemi delle vie respiratorie. Andemariam Beyene a 14 mesi di distanza è
in buone condizioni, la notizia dell'intervento è finita sulle riviste
scientifiche internazionali e ieri è uscita sulla prima pagina del New York
Times.
Il lavoro del gruppo di
Macchiarini è iniziato con una tac tridimensionale al torace del paziente,
necessaria per avere un'immagine precisa della trachea malata. Successivamente
all'University college di Londra è iniziata la costruzione dell'organo in
materiale plastico, un insieme di fibre sottilissime e biocompatibili
realizzato con le nanotecnologie. Per evitare il rigetto sono state usate le
staminali prelevate dal midollo dello stesso paziente. Sono state messe sopra
la trachea artificiale, sistemata poi per un giorno e mezzo in una sorta di
incubatrice dove le cellule si sono moltiplicate, creando un organo
"bioartificiale". Poi è stato fatto il trapianto.
Macchiarini è stato il primo
chirurgo al mondo a fare un trapianto di trachea, nel 2008 a Barcellona. In
quel caso aveva utilizzato l'organo di un donatore ma già allora aveva compreso
l'importanza dell'utilizzo delle cellule staminali per far adattare la trachea
ad un altro organismo. Con lui lavorano ricercatori esperti di queste cellule e
l'anno scorso si è deciso a fare il grande salto: quello di utilizzare un
organo artificiale, che tra l'altro non presenta problemi legati alla grandezza
e non obbliga chi lo riceve a prendere farmaci antirigetto.
Il chirurgo toracico a suo tempo
divenne un caso di cervello in fuga dall'Italia. Dopo l'intervento a Barcellona
denunciò come in Italia fosse impossibile lavorare e raccontò di essersene
andato perché ad un concorso a cui voleva partecipare i vincitori erano già
decisi a tavolino. La Regione Toscana lo invitò a rientrare e gli propose di
lavorare al policlinico di Careggi. Dopo anni di scontri e polemiche tra
Macchiarini, uno che parla fuori dai denti, e una parte dell'Università
fiorentina si è arrivati ad un accordo con l'azienda ospedaliera. Il chirurgo
dirige l'Istituto europeo per le vie respiratorie ed assicura una presenza in
sala operatoria per alcuni giorni della settimana. È anche professore al
Karolinska e opera in altri paesi, come gli Stati Uniti, l'Inghilterra e la
Russia. Non si esclude che nei prossimi mesi possa fare un trapianto con una
trachea bioartificiale anche a Firenze.
Il lavoro svolto dal gruppo di
Macchiarini al Karolinska è innovativo ma sono numerosi gli scienziati nel
mondo che studiano tecniche simili per costruire organi più complessi. Si cerca
di rispondere al calo di donatori o comunque alla crescita della richiesta da
parte di una popolazione che invecchia e viene colpita sempre di più da
malattie croniche che rendono necessario il trapianto. Mentre un tempo si
cercavano di creare macchine capaci di sostituire, ad esempio, il cuore, oggi
si punta sulle capacità delle staminali di "umanizzare" tessuti
artificiali.
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