Psichiatra Italo Carta contrario ad adozione gay: «violenza alla realtà
e rischi patologie» - Aggiornamento sulle recenti prese di posizioni di
scienziati e istituzioni - 13 settembre, 2012 - http://www.uccronline.it
Come enfatizzano spesso i
quotidiani, anche la Francia, dopo lo zapaterismo spagnolo, si appresta a
snaturare il concetto antropologico di “matrimonio” aprendo tale riconoscimento
anche alle coppie omosessuali, compresa la possibilità di adottare dei bambini
privandoli del diritto a crescere con un padre e una madre.
Recentemente la prestigiosa Royal
Spanish Academy, l’istituzione ufficiale responsabile della regolazione della
lingua spagnola, ha mantenuto nel suo “Dizionario della lingua” il concetto di
“matrimonio” come «l’unione di marito e moglie, approvato da certi riti o
formalità legali, per stabilire e mantenere una comunità di vita e di
interessi». Esso è pre-esistente alla legge, non modificabile da essa, anche
perché il termine deriva dal latino matris munia, ovvero “doveri della madre”,
implicando dunque la relazione tra coloro che generano e coloro che sono
generati ed escludendo pertanto le relazioni omosessuali. Non a caso anche
l’Enciclopedia Treccani, descrive tale
termine come «l’unione fisica, morale e legale dell’uomo (marito) e della donna
(moglie) in completa comunità di vita, al fine di fondare la famiglia e
perpetuare la specie». Il teologo Mauro Cozzoli ha poi approfondito bene la
questione del perché non esiste alcun “diritto” al matrimonio omosessuale
(perché per essere tale deve avere consistenza oggettiva) e spiegato il motivo
per cui la «sapienza antropologica ed etica dell’umanità ha conosciuto e
codificato un solo istituto matrimoniale dato dall’unione piena, stabile e
pubblica tra un uomo e una donna. Non attribuendo, per ciò stesso, dignità di
matrimonio a unioni poligamiche, di mera convivenza e omosessuali».
Occorre poi sfatare il mito che
l’opposizione alle nozze gay sia soltanto per motivi etici, morali e religiosi.
Non è affatto così, come viene ottimamente spiegato “PsychCentral”,
innanzitutto perché il matrimonio non è un’istituzione religiosa ma laica e
naturale. Una critica è stata inoltre sostenuta, un esempio su
www.rischiocalcolato.it, anche facendo notare il significativo inasprimento
fiscale a carico dei contribuenti in caso di un’eventuale equiparazione delle
unioni gay al matrimonio tradizionale. Anche diversi omosessuali sono contrari
al matrimonio gay e all’adozione, riconoscendone le questioni problematiche.
Abbiamo già parlato di Richard Waghorne e
Andrew Pierce, mentre ultimamente si è fatto sentire anche David Blankenhorn,
sostenitore dei diritti gay negli Stati Uniti: «il matrimonio è
fondamentalmente centrato sui bisogni dei bambini. Ridefinire il matrimonio per
includere le coppie gay e lesbiche eliminerebbe del tutto nel diritto -e
indebolire ancora di più nella cultura-, l’idea basilare di una madre e un
padre per ogni bambino».
E non abbiamo ancora considerato
tutto l’aspetto scientifico legato all’inadeguatezza delle relazioni
omosessuali di crescere ed educare dei bambini e dunque contribuire al bene
della società intera. Ne ha parlato
l’American College of Paediatricians, ne hanno parlato anche il presidente
della Società Italiana di Pediatria Ospedaliera (SIPO) e il presidente della
Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS). Recentemente ha
preso nuovamente posizione anche il prestigioso psichiatra italiano Italo
Carta, ordinario di Psichiatria presso l’Università degli Studi di Milano (lo
aveva già fatto in questa occasione).
Il dott. Carta, intervistato da
“La Stampa” ha affermato: «ritengo che le coppie di omosessuali e quelle di
lesbiche che non solo adottano un bambino ma si fanno ingravidare e inseminare
preparino un grave rischio di patologie per la prole». Ovvero «depressioni, disturbi della
personalità e dell’identità [...], collasso della funzione simbolica paterna».
Lo psichiatra si è anche lamentato del fatto che queste questioni «ormai sono
in mano a gruppi di pressione e politici entusiasti di aumentare il proprio
consenso. Dell’aspetto psicologico clinico importa poco a tutti». In una coppia
omosessuale il bambino avverte inevitabilmente «la violenza fatta alla realtà,
con cui il ruolo paterno e materno vengono assunti, e la mancanza del diventare
madre o padre per donare il figlio all’altro e stabilire un rapporto di reciprocità». Il suo punto di vista è condiviso da tutta
una serie di scienziati, filosofi e giuristi che in parte abbiamo elencato qui.
Il docente di psichiatria ha
anche accennato a studi americani che dimostrano tutto questo, come ad esempio
quello recentemente pubblicato sul “Journal of Marriage and Family” da Daniel
Potter dell’American Institutes for Research,
con il quale viene dimostrato che i bambini cresciuti all’interno di
relazioni non tradizionali, comprese quelle omosessuali, tendono a «fare peggio»
dei loro coetanei cresciuti con un padre e una madre. Il sociologo
dell’Università del Texas, Mark Regnerus, ha condotto un’altra indagine
sui “figli” (ormai cresciuti) di
genitori omosessuali, dimostrando un significativo aumento di problematiche psico-fisiche
rispetto ai figli di coppie eterosessuali. Loren Marks della Louisiana State
University, ha invece confutato i pochi studi in cui si rilevava che i figli di
genitori gay o lesbiche non sarebbero svantaggiati rispetto a quelli di coppie
eterosessuali, dimostrandone l’inattendibilità dal punto di vista scientifico.
Nel 2001 si è guarda caso scoperto che decine di studi di questo tipo sono
stati appositamente male interpretati per non «attirare le ire degli
omosessuali».
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