Vaccino anti Papilloma, le risposte alle domande più frequenti dei
genitori - Nella maggior parte dei casi a livello genitale l'infezione non
provoca disturbi e regredisce spontaneamente - Roberta Villa - 17 settembre
2012 - http://www.corriere.it
Che cos'è l'Hpv o Papilloma
virus?
«Quella dei Papillomavirus è una
famiglia che comprende più di 150 diversi genotipi di virus - risponde Mario
Rassu, dell'Associazione Microbiologi Clinici Italiani e primario di
microbiologia all'Ospedale San Bortolo di Vicenza -. Ne fanno parte anche gli
agenti responsabili delle comune verruche, mentre quelli che possono colpire
l'apparato genitale sono circa 25».
Chi può contrarre l'Hpv?
Dal 50 all'80% di coloro che
hanno una vita sessuale, uomini e donne, prima o poi vengono a contatto con
questi virus. Non occorre un rapporto sessuale completo. «Le probabilità di
contagio aumentano tra i giovani sotto i 30 anni, quanto più precoce è il primo
rapporto e quanto maggiore è il numero dei partner, se il partner ha condilomi
genitali o altre malattie sessualmente trasmesse» precisa Rassu.
Quali disturbi provoca
l'infezione genitale da Hpv?
Nella maggior parte dei casi a
livello genitale passa inosservata, non provoca disturbi e regredisce
spontaneamente nel giro di tre - sei mesi. Solo in una minima percentuale di
casi alcuni tipi, detti a basso rischio, tra cui i più frequenti sono i tipi 6
e 11, possono provocare i cosiddetti condilomi acuminati, o condilomi
anogenitali, volgarmente chiamati creste di gallo, cioè escrescenze del tutto
benigne visibili a livello del l'apparato genitale. In una percentuale ancora
inferiore i virus detti ad alto rischio (i tipi 16 e 18), se localizzati a
livello del collo dell'utero, quando persistono per diversi anni, possono
provocare lesioni precancerose (displasie, o CIN, cioè neoplasia cervicale
intraepiteliale, o SIL, cioè lesione intraepiteliale squamosa). Queste, a loro
volta, per lo più regrediscono spontaneamente ma, nel giro di anni, possono
evolversi, se non trattate, verso un vero e proprio carcinoma della cervice uterina.
Come si trattano i condilomi
anogenitali?
Nel 70-90% dei casi le difese
dell'organismo riescono a eliminare il virus, per cui l'infezione guarisce
spontaneamente. «In caso contrario si possono usare creme e gel antivirali, o
trattamenti medici» dice Rassu. I più comuni sono quelli con il freddo
(crioterapia), con acido tricloroacetico, elettrocauterizzazione, con
laserterapia o rimozione chirurgica.
Che cosa fare se con il Pap test
emergono lesioni compatibili con un'infezione da Hpv?
«Va effettuata una tipizzazione
per capire se si tratta di virus a basso o alto rischio - dice Rassu -. Anche
in quest'ultimo caso, tuttavia, non occorre intervenire subito, data la
tendenza di queste lesioni a regredire spontaneamente, ma in genere si fa un
controllo a distanza di sei mesi. Se l'infezione persiste si effettuano
ulteriori esami, la colposcopia e la biopsia ed eventualmente si asporta la
lesione col laser o con un intervento (conizzazione), che toglie la parte del
collo dell'utero a rischio. L'intervento non compromette vita sessuale o la
possibilità di gravidanza».
Che cos'è il vaccino contro
l'Hpv?
Ci sono attualmente in Europa due
vaccini, uno contro i due tipi del virus Hpv responsabili del 70% dei tumori
(16 e 18), detto bivalente, e un altro che, oltre a questi, comprende anche i
due tipi più spesso responsabili di condilomi benigni (6 e 11), detto
tetravalente. «Entrambi sono costituiti dall'involucro esterno del virus
privato del suo Dna, - puntualizza il microbiologo - per cui non possono ricombinarsi
e indurre l'infezione».
Ci sono differenze tra i due
vaccini?
I due vaccini sono diversi per il
numero di virus contro cui inducono una risposta da parte del sistema
immunitario, e per la differente sostanza adiuvante utilizzata per potenziare
questa risposta. Il quadrivalente contiene alluminio; il bivalente squalene, la
stessa sostanza utilizzata per il vaccino contro la pandemia da virus
influenzale A/H1N1. «Dagli ultimi dati emerge che il bivalente potrebbe essere
più efficace nella prevenzione delle lesioni precancerose rispetto al
tetravalente, che però è l'unico dei due che protegge dai condilomi» afferma
Nicola Magrini, responsabile del Centro collaborativo OMS sulla sintesi delle
evidenze e l'elaborazione di linee guida dell'Agenzia sanitaria Regionale
dell'Emilia Romagna. «Sulla scelta dell'uno o dell'altro prodotto da
somministrare nei programmi vaccinali, comunque, le Regioni decidono
autonomamente» precisa Silvia Declich, dell'Istituto Superiore di Sanità. Per
questo l'offerta cambia a seconda del luogo di residenza e, se si desidera un
vaccino diverso da quello offerto gratuitamente, occorre comprarlo in farmacia.
Come viene somministrato il
vaccino?
La vaccinazione richiede 3
iniezioni intramuscolari nel giro di 6 mesi e questo è un ostacolo al
raggiungimento di un alto livello di copertura. Dati recenti tuttavia
suggeriscono che anche 1 o 2 somministrazioni potrebbero bastare, per cui è
possibile che in futuro lo schema venga semplificato.
Perché si fa la vaccinazione?
Scopo principale è la prevenzione
dal tumore della cervice uterina, ma si ritiene che l'immunizzazione possa
proteggere anche da altre forme di cancro legate al Papilloma virus,
localizzate a livello del l'ano o dell'orofaringe. Il vaccino tetravalente
protegge anche dai condilomi genitali.
Che cos'è il tumore della cervice
uterina?
Il tumore della cervice uterina,
o del collo dell'utero, colpisce l'estremità inferiore dell'organo, quella
rivolta verso la vagina. È diverso quindi dal tumore dell'endometrio che si
sviluppa sulla parete interna dell'organo e che oggi è molto più frequente di
quello della cervice. Quest'ultimo era invece il più comune tumore femminile
prima dell'introduzione del Pap test ed è ancora la seconda causa di morte per
cancro nei Paesi in via di sviluppo.
Qual è il rapporto tra infezione
e tumore?
Solo in una minoranza delle
persone contagiate, l'HPV provoca lesioni persistenti, e una quota ancora
inferiore di queste negli anni sviluppa un tumore. Viceversa, praticamente
nella totalità dei tumori della cervice uterina è dimostrata la presenza del virus:
«Nel 70% dei casi nei Paesi occidentali si tratta dei tipi 16 e 18, contro cui
sono rivolti i vaccini, ma in altre parti del mondo, come in Africa e America
Latina, le percentuali possono essere diverse» dice Rassu. Un dato di cui
tenere conto, data la composizione sempre più multietnica della popolazione, e
che potrebbe cambiare nel tempo. «Anche perché la vaccinazione di massa contro
questi due ceppi virali potrebbe selezionare gli altri, attualmente meno
comuni» precisa l'epidemiologo Michele Grandolfo.
Il vaccino è efficace?
Gli esperti non concordano tutti
sul fatto che i due vaccini abbiano la stessa efficacia nel prevenire il
tumore, o, per essere più precisi, le lesioni precancerose, dal momento che,
visto il lungo tempo necessario per il loro lento sviluppo, un calo dei tumori
veri e propri si potrà dimostrare solo tra decine di anni. In generale però si
può dire che la vaccinazione, nei primi sei-sette anni, ha un'efficacia
superiore al 90% nel proteggere dall'infezione da parte dei virus contro cui è
diretta, cioè il 16 e il 18 e nel prevenire le lesioni precancerose da questi
provocate, a loro volta responsabili del 70 % circa dei tumori. Alcuni dati
pubblicati recentemente su Lancet Oncology suggeriscono che la protezione si
potrebbe anche estendere per affinità ad altri tipi virali, ma il dato dovrà
essere confermato.
Quanto dura la protezione del
vaccino?
Ancora non si può dire con
certezza, ma si prevede che dopo 7-8 anni l'efficacia vada calando fino a
svanire. «Di questo occorre tener conto, quando si quantifica l'efficacia del
provvedimento» puntualizza Magrini.
Il vaccino è sicuro?
L'analisi dei dati relativi a
sette studi condotti su più di 44 mila donne ha confermato che il prodotto è
innocuo e non provoca reazioni avverse rilevanti: oltre alle reazioni locali si
possono verificare tutt'al più, in rari casi, svenimenti dopo la
somministrazione, mentre per le sporadiche segnalazioni di eventi più gravi
verificatisi nei giorni successivi alla vaccinazione non ci sono prove che
questa ne sia stata la causa.
Il vaccino è economico?
No, è costoso, perciò il suo
prezzo va soppesato con il beneficio atteso, nel consigliarlo come
provvedimento garantito dalla sanità pubblica.
A chi è consigliata la
vaccinazione?
In Italia la vaccinazione è raccomandata
a tutte le ragazze nel corso dell'undicesimo anno di età, quando si presuppone
non siano ancora attive dal punto di vista sessuale. La vaccinazione perde
infatti di efficacia se effettuata dopo che l'organismo è venuto a contatto con
il virus. Per questo non si ritiene opportuno rimandare la sua esecuzioni più
avanti nel tempo oppure consigliarlo alle donne adulte.
Con la vaccinazione si può
evitare il Pap test?
No, proprio perché non tutti i
tumori dipendono dai genotipi contro cui ci si vaccina e anche perché non
sappiamo ancora per quanto tempo dura la protezione della profilassi vaccinica.
«Soltanto se i risultati del Pap test nei prossimi decenni mostreranno un calo
nelle diagnosi di tumore si potrà poi dimostrare l'efficacia del programma
vaccinale» precisa Grandolfo.
Una volta vaccinati si può
evitare il preservativo in corso di rapporti occasionali?
No, assolutamente, per il rischio
di contrarre altre infezioni sessualmente trasmesse e i ceppi di Hpv contro cui
il vaccino non protegge. L'impiego del preservativo protegge dall'infezione se
impiegato fin dall'inizio del rapporto sessuale, ma solo parzialmente se
utilizzato dopo l'inizio del rapporto stesso.
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