Le cavie «avatar» per cure su misura - La nuova tecnica: cellule malate
trasferite dal paziente al topo Per testare i medicinali migliori per i pazienti
malati di cancro, Massimo Gaggi, 27 settembre 2012, http://www.corriere.it
Una cavia da laboratorio
(Reuters)
NEW YORK - «Presto, con la
medicina personalizzata, curarsi sarà come andare al supermercato. Anzi,
potremo farlo andando a comprare cibo e detersivi. Entri e lasci una goccia di
sangue o un campione di saliva su uno strumento tipo Blackberry e alla fine, quando
esci col carrello pieno, ti danno anche una busta di medicine personalizzate
per i tuoi malanni del momento». Nel 2008, quando fece questa previsione a
Washington, durante un convegno sulle nuove tecnologie per la medicina, Steven
Burrill fu trattato da molti come uno scrittore di fantascienza. Altri, invece,
conoscendolo per il suo ruolo di investitore nelle tecnologie di punta e di
architetto del «biotech», lo presero molto sul serio.
Quattro anni dopo nei
supermercati andiamo ancora solo per fare la spesa, ma la medicina
personalizzata, sostenuta dallo sviluppo delle biotecnologie e dalle
possibilità offerte dalla mappatura del genoma umano, sta facendo passi da
gigante. Giorni fa, ad esempio, la rivista Nature spiegava che stiamo ormai
imparando a classificare e curare i tumori non più per la loro dislocazione -
polmoni, prostata o fegato - ma sulla base delle caratteristiche genetiche.
Quelli al seno, ad esempio, sono di quattro «famiglie» piuttosto diverse. Una
di queste ha elementi in comune con il cancro all'utero più di quanto non ne
abbia con le altre tre forme tumorali. E le terapie sono, ovviamente, molto
diverse.
A ognuno la sua cura, dunque,
basata non solo sulle diverse categorie patologiche, ma anche sulle
caratteristiche delle cellule, le sensibilità individuali, le risposte
immunitarie che sono diverse da persona a persona. Più facile a dirsi che a
farsi, anche per un problema di costi: un nuovo farmaco costa circa un miliardo
di dollari tra ricerca, sviluppo e sperimentazioni che durano, in media, un
decennio. Se verrà prescritto in un numero troppo limitato di casi, i costi
diventeranno insostenibili. La mappatura del genoma (costo dai 10 ai 25 mila
dollari, negli Usa) è, poi, ancora una cosa da ricchi. Ma la tecnologia sta
gradualmente abbattendo questi costi, mentre spuntano altri percorsi come
quelli delle nanotecnologie che penetrano nelle difese immunitarie. Un'altra
strada è quella dell'uso a tappeto di cavie nelle quali trapiantare i tessuti
malati di un paziente (in genere cellule tumorali) per capire a quali farmaci
sono sensibili, prima di iniziare la terapia sull'uomo.
Sono già molti i centri medici
americani, dalla Mayo Clinic al Massachusetts General Hospital, a usare questa
tecnica. Ad esempio trapiantando pezzi di un tumore asportato su vari topi che,
a causa di un'anomalia genetica, hanno un sistema immunitario molto poco
reattivo. Agli animaletti vengono poi somministrati medicinali diversi,
scegliendo alla fine per il paziente quella che funziona meglio sul ratto.
Illustrando il moltiplicarsi di
questi esperimenti, il New York Times raccontava mercoledì che la pratica sta
diventando talmente diffusa da aver spinto i medici a soprannominare queste
cavie «avatar», come le rappresentazioni digitali di persone reali. Uomini e
topi: vivremo tra qualche anno in un mondo nel quale, oltre a conoscere in
anticipo le nostre predisposizioni genetiche per le malattie e a disporre di
«batterie» di farmaci individuali, avremo anche il nostro allevamento di cavie
personali? Meglio non correre troppo: il perfezionamento dei farmaci biotech
procede spedito, ma i problemi non mancano e l'uso delle cavie è un processo
lungo, costoso e dai risultati tutt'altro che certi: le assicurazioni per ora
non pagano per trattamenti di questa natura e sono numerosi i casi di malati di
tumore che muoiono prima che la sperimentazione sulle cavie sia completata.
Ma la tecnica è promettente, i
successi non mancano e, nella misura in cui evita di esporre il paziente a una
moltiplicazione delle terapie alla ricerca di quella giusta, può anche
diventare un fattore di contenimento dei costi. Che non sia più solo un
procedere a tentoni lo dimostra anche il fatto che qualche settimana fa il
National Institute for Health , l'organo del governo federale che promuove e
monitora le nuove tecnologie mediche, ha dedicato un seminario proprio alle
terapie che utilizzano gli «animali personalizzati».
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