ADOZIONI GAY/ Meluzzi: nessuno può fare a meno di un vero padre e di
una vera madre - INT. Alessandro Meluzzi - martedì 18 settembre 2012 - http://www.ilsussidiario.net/
L'attore Rupert Everett (gay
dichiarato) ha fatto una sorta di coming out che sta facendo infuriare la
comunità omosessuale inglese. Ha detto infatti, secondo quanto hanno riportato
alcuni media, che "non c'è nulla di peggio che essere cresciuto da due papà".
Non è una dichiarazione da poco, tenendo conto che viene appunto da un
omosessuale in un momento in cui in Inghilterra e negli Stati Uniti le coppie
omosessuali (quasi tutte appartenenti all'alta società delle star della musica
o del cinema) che adottano figli si moltiplicano, ultimi esempi Elton John e
Miguel Bosé. IlSussidiario.net ha chiesto ad Alessando Meluzzi di commentare la
dichiarazione di Everett. "Questo signore manifesta del buon senso e dice
una cosa che per ogni persona orientata in modo positivo verso la vita sembra
ovvia". Aggiunge, Meluzzi, che la necessità per un figlio di avere
entrambi i genitori, maschio e femmina, non dovrebbe mai essere negata. Nel
mirino ci sono quei casi di adozione fatta solo per soddisfare il capriccio o
il bisogno psicologico di due persone di diventare genitori: "La
genitorialità non è un diritto né la risposta a un capriccio".
Professore come commenta la frase
di Rupert Everett?
E' una frase che esprime quel
buon senso che chiunque è orientato in modo positivo verso la vita, dovrebbe
avere.
Perché un figlio cresciuto da due
padri o da due madri dovrebbe subire un trauma, dovrebbe insomma subire quella
che Everett definisce "la cosa peggiore"?
Perché la componente dell'umano
si nutre della componente di genere maschile e femminile. Noi impariamo
l'identità di genere maschile e femminile dalle nostre figure genitoriali, cioè
il papà e la mamma. Dunque ogni bambino ha il diritto di avere un padre e una
madre perché questa fonte di identità rappresenta la salute della mente, del
corpo e dell'anima.
Dunque è necessario per la
stabilità psicologica dell'individuo.
E' una necessità, quella di avere
entrambi i genitori, che non dovrebbe essere mai negata a nessun bambino,
soprattutto a un bambino che viene dato in adozione, là dove c'è la possibilità
di scegliere. Da questo punto di vista questa evidenza è l'evidenza
fondamentale.
Ci spieghi meglio.
Teniamo presente che da un punto
di vista generale la paternità, la maternità e la genitorialità non sono un
diritto. Non sono la risposta a un capriccio dell'adulto e quindi non sono la
risposta al desiderio spasmodico di due persone di sesso diverso, o ancor di
più dello stesso sesso, di rispondere al proprio bisogno psicologico. La
genitorialità è il donare, come nel caso della maternità e della paternità
biologica, il bene della vita, dal punto di vista organico ma ancor di più dal
punto di vista psicologico ed emozionale, a un bambino.
Viene insomma prima il bambino
dei genitori.
La vera centralità del bisogno è
quella del bambino. Da questo punto di vista siccome la richiesta di adozione
supera l'offerta di adozioni ci sono una quantità di coppie fatte di padre e di
madre e non si capisce perché si debba venire incontro a una domanda che invece
appare di più il desiderio di rispondere a un proprio bisogno. Quello cioè di
essere genitori ancor più in queste situazioni che lo stesso Everett giudica
pessime. Credo sia molto triste per un bambino avere due padri o due madri.
Cosa risponde a chi obietta che
anche tra le coppie etero ci sono casi di figli cresciuti con squilibri e
problemi psicologici?
La risposta è semplice. Nessuno
ha mai potuto fare un confronto statistico fra la quantità di famiglie naturali
in cui viene generata la vita o quelle adottive fatte comunque da un padre e da
una madre, e le coppie omosessuali. Non c'è nessun confronto, non c'è nessuno
che può sostenere che le famiglie fatte da due padri siano migliori. Ma basta
citare un dato: se i figli hanno bisogno
di stabilità, basta confrontare la stabilità e la durata delle coppie fatte da
uomini e donne con quella delle coppie gay, che sono quelle più esposte a
separazioni e conflittualità, e su questo ci sono dei dati. Basterebbe questo
dato sulla stabilità per stabilire la realtà dei fatti - al di là del fatto in
sé, che è comunque aberrante.
Una espressione forse un po'
forte, la sua?
Aberrante nel senso che un
bambino deve poter mutuare elementi del femminile dalla figura genitoriale
femminile ed elementi del maschile dalla figura genitoriale maschile. Pensare
di rendere monco di uno di questi aspetti della vita il bambino, è di per sé
patologico al di là di quanto possa essere patologica anche una coppia
eterosessuale perché risponde comunque a quella struttura che la Genesi ci
ricorda con una semplicità e una naturalezza inesorabili. E cioè: "Dio
uomo e donna fece a propria immagine e somiglianza", espressione che
richiama in qualche modo la complessità assoluta dell'immagine di Dio bisognosa
anch'essa del maschile e del femminile.
In definitiva, si tratta della
soddisfazione del proprio desiderio contro la necessità strutturale del
bambino.
Questa voglia di essere genitore
può essere un capriccio dell'adulto e la nostra società confonde molto spesso i
dritti con i capricci. Come disse anche il Santo Padre, questa è una società
che confonde i diritti con gli arbritri
e i capricci personali.
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