venerdì 4 novembre 2011


ASTROBIOLOGIA/ Forse siamo qualcosa di più che polvere delle stelle, Julian Chela-Flores, venerdì 4 novembre 2011, http://www.ilsussidiario.net

Qual è l’origine degli oceani? Una risposta alla formazione dell’idrosfera del nostro pianeta, fonte primordiale per l’origine della vita, si può rintracciare nel contributo del grande astrobiologo spagnolo, l'amico  Conte Juan Oro, in una storica pubblicazione del 1961. Secondo Oro, gli oceani sono dovuti all’acqua contenuta nelle comete cadute sulla Terra dopo essere partire dall’enorme nube di Oort situata alla periferia del Sistema Solare a 50mila Unità Astronomiche da noi (una Unità Astronomica è la distanza Terra- Sole).
Allo stesso modo, l’origine della vita sulla Terra potrebbe essere dovuta a eventi astronomici. Dal 1969 in poi c’è stato un grande entusiasmo nella comunità degli astrobiologi (allora si parlava di evoluzione chimica e non ancora di astrobiologia). Diversi laboratori erano pronti a ricevere le rocce della Luna portate sulla Terra della missione Apollo. Nel frattempo, per una singolare coincidenza, è successo che nel 1969 sull’Australia è caduto un meteorite, nella cittadina di Murchison. L’opportunità di studiare un campione non contaminato è stata uno dei momenti più felici del mio collega - nato nello Sri Lanka e di nazionalità americana - Cyril Ponnamperuma. Dal suo laboratorio presso l’Università del Maryland (Usa), come pure dal laboratorio di altri specialisti in chimica organica, abbiamo imparato che un meteorite può portare sulla Terra parecchi composti organici molto vicini agli elementi fondamentali delle molecole della vita.
I meteoriti sono testimoni di tempi remoti nella formazione del nostro Sistema Solare, essendo sopravvissuti senza rilevanti cambiamenti per più di quattro miliardi di anni. Essi provengono principalmente dei frammenti degli asteroidi, ossia dei corpi che gravitano fra le orbite di Marte e di Giove; il primo, l’asteroide Cerere, è stato scoperto nel 1801 presso l’Osservatorio di Palermo dall’astronomo valtellinese padre Giuseppe Piazzi.
Forse l’origine della vita non è che il risultato dell’accumulazione di molecole sintetizzate nello spazio. I primi stadi che ci avvicinano all’organismo primordiale possono in buona parte essere compresi. Sappiamo riconoscere in un tempo geologico molto breve dei biomarcatori che dimostrano che la vita sulla Terra apparve già quasi nel periodo in cui è terminato il grande bombardamento dei cosiddetti planetesimali, che sono all’origine della Terra e degli altri pianeti del Sistema Solare.
Resta comunque un importante quesito da chiarire. All’interno del meteorite di Murchison troviamo lipidi e aminoacidi; addirittura ci sono più aminoacidi in Murchison di quelli che conosciamo sulla Terra. Ci sono anche i “mattoni” che formano le macromolecole del DNA. Qual è allora l’origine delle molecole della vita? Abbiamo individuato molte molecole interstellari. Il nostro Sistema Solare è nato da una nuvola di polvere e gas a forma di disco, tale come oggi la vediamo intorno ad altri stelle nell’universo. Polvere e gas hanno la loro origine negli elementi chimici che sono sintetizzati all’interno delle stelle: gli elementi dal carbonio fino al ferro vengono espulsi dalle stelle dopo la loro morte violenta nel fenomeno che conosciamo come supernovae.
Abbiamo sempre avuto l’idea che siamo “polvere delle stelle”: quel che non è ancora chiaro è il percorso che va dalla chimica organica alle biomolecole. Perciò dobbiamo essere sempre molto attenti alle gradite scoperte dei nostri colleghi astrobiologi che aggiungono nuovi tasselli a questo scenario e possono darci idee nuove su eventi cosmici in grado di aiutarci a comprendere meglio le nostre origini.
Una interessante pubblicazione in proposito è apparsa pochi giorni fa sulla celebre rivista britannica Nature. In essa si fa un collegamento fra la sintesi cosmologica degli elementi e le molecole organiche che possono arrivare sulla Terra portati dai “messaggeri” formatosi all’alba del nostro Sistema Solare, come il meteorite Murchison. Due astrobiologi dell’Università di Hong Kong, Sun Kwok e Yong Zhang, hanno fatto un tale collegamento. Essi hanno scoperto che nelle polveri interstellari ci sono composti organici di una complessità simile a quella trovata all’interno di Murchison.
La produzione di questi composti organici sarebbe quindi opera diretta delle stelle. Esse sarebbero perciò la fonte non soltanto degli elementi chimici, cioè delle polveri che più tardi formerebbero i composti rilevanti per l’origine della vita, ma produrrebbero direttamente tali composti.
Per ora abbiamo solo questo indizio. È doverosa comunque la prudenza. Come sempre, prima di accettare le grandi scoperte che ci portano più vicino alla comprensione del “da dove veniamo” e “dove andremo”, dobbiamo aspettare la conferma di altri ricercatori che siano in grado di riprodurre gli stessi risultati.


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