giovedì 3 novembre 2011


Stati Uniti - Embrioni e aborto entrano nell’agenda delle presidenziali di Lorenzo Schoenflin Lorenzo Schoenflin, Avvenire, 3 novembre 2011

La difesa del concepito è sempre al centro dell'agenda politica statunitense. Complici anche le elezioni presidenziali che si terranno tra un anno, la tutela della vita nascente diventa sempre di più un motivo di lacerazione della coscienza civile degli Stati Uniti. l'ultimo strappo si è registrato con lo stop decretato dall'amministrazione Obama, ai finanziamenti ai centri impegnati nell'assistenza delle donne vittime dello sfruttamento della prostituzione e facenti capo alla Conferenza episcopale statunitense Le strutture non riceveranno più fondi federali a causa della loro opposizione a fornire "servizi" quali aborto e contraccezione. Il triennio di presidenza Obama si è caratterizzato per altre scelte che hanno destato perplessità. Uno dei primi provvedimenti, datato marzo 2009, fu l'annullamento dei limiti al finanziamento pubblico per la ricerca sulle cellule staminali embrionali. A metà ottobre. l'Istituto nazionale di sanità ha approvato l'ennesima linea cellulare sulla quale fare ricerca. L'embrione distrutto per ottenere le cellule era stato riconosciuto affetto da atrofia muscolare spinale grazie alla diagnosi preimpianto e quindi stanato e non impiantato nell'utero materno. Le ripetute approvazioni per la ricerca su embrioni hanno suscitato numerose proteste, sfociate in un ricorso presentato a settembre da due ricercatori che si oppongono alle scelte di Obama. Ma la difesa del concepito passa anche da leggi in discussione o in via di approvazione nei diversi Stati degli Usa. In Mississippi 153 novembre i cittadini saranno chiamati a esprimersi su un referendum che chiede se si debba definire persona «ogni essere umano dal momento del concepimento o della donazione.. Se il fronte prolife dovesse uscire vittorioso dalla consultazione, è facile immaginare quanta enorme sarebbe l'impatto sul dibattito intorno all'aborto. In Ohio la Camera ha già approvato il cosiddetto «Heartbeat bill», una legge che vieta l'aborto qualora la gravidanza sia giunta al momento in cui si percepisce il battito del cuore del nascituro. Alabama, Idaho, Kansas, Nebraska si sono dotati del «Pain-Capable Unbom Child Protection Act» che impedisce di interrompere le gravidanze oltre la ventesima settimana, età gestazionale che viene fatta coincidere col momento in cui il feto sente dolore. 

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