Anoressia, nuova ipotesi sulle cause - Dal lavoro scientifico di due
ricercatori italiani una nuova ipotesi sulle cause dell’anoressia nervosa, 05/06/2012
- http://www3.lastampa.it/
Le cause che stanno dietro
all’anoressia nervosa non sono mai state del tutto comprese. Sebbene si siano
condotti diversi studi e si siano fatte numerose ipotesi, la malattia che
colpisce in prevalenza il genere femminile non è ancora stata sconfitta; per questo
motivo la ricerca continua.
Oggi, tuttavia, un nuovo studio a
opera di ricercatori italiani e pubblicato sulla rivista internazionale Medical
Hypotheses suggerisce che una possibile causa dell’anoressia nervosa si possa
trovare in un’alterazione delle aree cerebrali che integrano le percezioni e le
sensazioni che partono dal nostro corpo. A motivo di ciò, le pazienti con
anoressia nervosa perderebbero la consapevolezza del proprio corpo reale e si
troverebbero ancorate alla memoria di un “corpo virtuale”, che nemmeno drastici
cambiamenti del proprio corpo reale, come quelli indotti da una dieta,
sarebbero in grado di mutare. Un po’ come a dire che la paziente non si rende
conto in quali condizioni versa oggi il proprio fisico perché conserva l’immagine
di come era prima.
In questo nuovo lavoro il prof.
Giuseppe Riva, dell’Istituto Auxologico di Milano e lo psichiatra Santino
Gaudio, dell’Università Campus Bio-Medico di Roma forniscono le basi per una
maggiore comprensione di questo grave disturbo alimentare. E una risposta si
potrebbe proprio trovare in quello che è stato battezzato “blocco allocentrico”
(o allocentric lock), così come confermato da una serie di recenti studi
eseguiti con tecniche di risonanza magnetica su campioni di soggetti anoressici.
E’ noto da tempo – spiegano gli
scienziati – che la rappresentazione del nostro corpo prende forma da due
diversi sistemi di riferimento spaziale: il sistema di riferimento egocentrico,
che integra le percezioni e le sensazioni che partono dal nostro corpo, e il
sistema di riferimento allocentrico, che immagazzina la nostra immagine per
come la percepiamo dall’esterno – come avviene allo specchio.
Secondo il lavoro dei due
ricercatori italiani un deficit nel processo di conversione delle informazioni
corporee da egocentriche ad allocentriche, dovuto all’alterazione delle aree
cerebrali deputate a questa funzione, impedirebbe alle pazienti di aggiornare
la propria immagine del corpo immagazzinata nella memoria a lungo termine
(“blocco allocentrico”).
In altre parole, la percezione
del proprio corpo reale non riuscirebbe più a modificare la rappresentazione
del proprio corpo rivissuta in terza persona attraverso la memoria: il soggetto
si troverebbe ancorato a un corpo virtuale che nemmeno drastici cambiamenti del
proprio corpo reale sono in grado di mutare. Questo spiegherebbe perché le
pazienti con anoressia nervosa temono di ingrassare anche quando sono in
condizioni di grave deperimento psico-fisico.
Se dunque il motivo, o uno dei
motivi, può essere questo, le cure e i trattamenti – al di là del semplice
intervento di “sostentamento” fisico – dovranno essere indirizzate alla
possibilità di intervenire sul cervello in modo da offrire la possibilità alle
pazienti di “vedere” quale sia la realtà, e quale quella “virtuale” che le sta
lentamente uccidendo.
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