“L’obiettore è un buon medico”, parla Assuntina Morresi - Seconda
intervista di UCCR in difesa della libertà di coscienza, 28 giugno, 2012, http://www.uccronline.it/
Come abbiamo già informato, il 6
giugno 2012 la Consulta di Bioetica Laica (già nota per altre vicende) ha
avviato una crociata contro il diritto dei medici di essere obiettori di
coscienza nei confronti dell’interruzione della vita dell’essere umano nella
prima fase della sua esistenza (tecnicamente “aborto”). L’intollerante campagna
è stata chiamata “Il buon medico non obietta”, e ha il chiaro intento di
debellare l’obiezione di coscienza dei medici (grande ospitalità sui media e
volantinaggio fin dentro gli ospedali).
UCCR ha voluto contattare alcuni
medici, giuristi ed esperti di bioetica per chiedere loro un parere su questa
azione intimidatoria verso la libertà di coscienza. La prima intervista è stata
fatta al dott. Renzo Puccetti.
La prof.ssa Assuntina Morresi è professore
associato di Chimica fisica all’Università di Perugia, ha svolto attività di
ricerca presso il Csic (Consejo Superior de Investigaciones Científicas) a
Madrid e alla Technische Universität di Braunschweig (Germania), ed è membro
del Comitato nazionale di bioetica. Ha cortesemente risposto così ad alcune
nostre domande:
“Prof.ssa Morresi, perché secondo
lei occorre difendere l’obiezione di coscienza dei medici?”
«Perché nessuno, e quindi neanche
un medico, può essere costretto a fare per legge qualcosa che gli ripugna. Non
su tutto si può fare obiezione di coscienza, chiaramente, ma solo sui valori
fondanti, e la vita è il principale. Non si può essere costretti a uccidere
esseri umani per legge, anche se si tratta di una legge decisa in istituzioni
democratiche. La tutela dell’obiezione di coscienza è indice del rispetto della
coscienza dei cittadini, indice di civiltà di un popolo e di chi lo governa.»
“Cosa ne pensa di questi
tentativi di limitare la libertà del medico?”
«L’attacco all’obiezione di
coscienza serve per far passare l’idea che abortire è un diritto. Nella legge
194, invece, l’aborto non è considerato un diritto, ma l’ultima opzione
possibile nel caso di una maternità rifiutata. Stiamo parlando del testo di
legge, e non della percezione che invece si ha, dell’aborto. Attaccare
l’obiezione di coscienza nei termini in cui si sta facendo in questi ultimi
mesi significa affermare che chi obietta lede un diritto, quello di abortire. »
“I medici obiettori sono accusati
di non essere dalla parte della donna, cosa ne pensa lei?”
«Chi dice che abortire può essere
la soluzione dei problemi di una maternità imprevista e problematica, imbroglia
le donne. Fatte salve le situazioni di rischio reale di vita o di gravi
problemi di salute (immagino cardiopatie pesanti, o cure chemioterapiche), per
le quali veramente si pone il problema di una scelta drammatica fra due vite,
quella della madre e quella del figlio (caso in cui non si può certo obbligare
le donne ad essere sante per legge) fatte salve queste situazioni, dicevo,
qualsiasi altro sia il problema di una maternità difficile, l’aborto non sarà
mai la soluzione, semmai sarà un macigno che si aggiungerà ai problemi che già
ci sono. Per questo un obiettore, che è veramente tale se comunque si fa carico
dei problemi delle donne e delle maternità più difficili, con la sua obiezione
dice alle donne la verità sull’aborto, e quindi non può certo essere
considerato loro nemico.»
“Perché secondo lei ci sono così
tanti medici obiettori (80% in Italia, 86% negli Usa)?”
«Chi decide di fare il medico lo
fa per curare malati, non per ucciderli, e tantomeno per uccidere sani. Fare
aborti è ripugnante anche per chi considera l’aborto una scelta di libertà: per
questo, quando si arriva al dunque, i medici in gran parte si rifiutano di fare
questi interventi. E’ bene chiarire però che quello dell’obiezione di coscienza
è un problema solo italiano, perché solo nel nostro paese non si può abortire
in cliniche private, a prezzo libero, come in tutti gli altri paesi del mondo.
Nel nostro paese non si può andare ad abortire a prezzo di mercato, così come
si va dal dentista, per esempio. La legge 194 prevede che solo in ospedali
pubblici o convenzionati si possa abortire, e in questo modo si evita che
sull’aborto si possa guadagnare. Questo però pone il problema dell’obiezione di
coscienza, perché negli ospedali pubblici o convenzionati lo stato non può
obbligare i medici ad effettuare aborti, mentre in tutti gli altri paesi la
gran parte degli aborti si fa in cliniche private specializzate, dove
sostanzialmente si fanno aborti e si distribuiscono contraccettivi, e dove
quindi chi non vuole fare aborti non va a lavorare. Per esempio in Spagna più
del 90% degli aborti avviene in cliniche private».
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