lunedì 2 luglio 2012


“L’obiettore è un buon medico”, parla Assuntina Morresi - Seconda intervista di UCCR in difesa della libertà di coscienza, 28 giugno, 2012, http://www.uccronline.it/

Come abbiamo già informato, il 6 giugno 2012 la Consulta di Bioetica Laica (già nota per altre vicende) ha avviato una crociata contro il diritto dei medici di essere obiettori di coscienza nei confronti dell’interruzione della vita dell’essere umano nella prima fase della sua esistenza (tecnicamente “aborto”). L’intollerante campagna è stata chiamata “Il buon medico non obietta”, e ha il chiaro intento di debellare l’obiezione di coscienza dei medici (grande ospitalità sui media e volantinaggio fin dentro gli ospedali).

UCCR ha voluto contattare alcuni medici, giuristi ed esperti di bioetica per chiedere loro un parere su questa azione intimidatoria verso la libertà di coscienza. La prima intervista è stata fatta al dott. Renzo Puccetti.

 La prof.ssa Assuntina Morresi è professore associato di Chimica fisica all’Università di Perugia, ha svolto attività di ricerca presso il Csic (Consejo Superior de Investigaciones Científicas) a Madrid e alla Technische Universität di Braunschweig (Germania), ed è membro del Comitato nazionale di bioetica. Ha cortesemente risposto così ad alcune nostre domande:


“Prof.ssa Morresi, perché secondo lei occorre difendere l’obiezione di coscienza dei medici?”
«Perché nessuno, e quindi neanche un medico, può essere costretto a fare per legge qualcosa che gli ripugna. Non su tutto si può fare obiezione di coscienza, chiaramente, ma solo sui valori fondanti, e la vita è il principale. Non si può essere costretti a uccidere esseri umani per legge, anche se si tratta di una legge decisa in istituzioni democratiche. La tutela dell’obiezione di coscienza è indice del rispetto della coscienza dei cittadini, indice di civiltà di un popolo e di chi lo governa.»


“Cosa ne pensa di questi tentativi di limitare la libertà del medico?”
«L’attacco all’obiezione di coscienza serve per far passare l’idea che abortire è un diritto. Nella legge 194, invece, l’aborto non è considerato un diritto, ma l’ultima opzione possibile nel caso di una maternità rifiutata. Stiamo parlando del testo di legge, e non della percezione che invece si ha, dell’aborto. Attaccare l’obiezione di coscienza nei termini in cui si sta facendo in questi ultimi mesi significa affermare che chi obietta lede un diritto, quello di abortire. »


“I medici obiettori sono accusati di non essere dalla parte della donna, cosa ne pensa lei?”
«Chi dice che abortire può essere la soluzione dei problemi di una maternità imprevista e problematica, imbroglia le donne. Fatte salve le situazioni di rischio reale di vita o di gravi problemi di salute (immagino cardiopatie pesanti, o cure chemioterapiche), per le quali veramente si pone il problema di una scelta drammatica fra due vite, quella della madre e quella del figlio (caso in cui non si può certo obbligare le donne ad essere sante per legge) fatte salve queste situazioni, dicevo, qualsiasi altro sia il problema di una maternità difficile, l’aborto non sarà mai la soluzione, semmai sarà un macigno che si aggiungerà ai problemi che già ci sono. Per questo un obiettore, che è veramente tale se comunque si fa carico dei problemi delle donne e delle maternità più difficili, con la sua obiezione dice alle donne la verità sull’aborto, e quindi non può certo essere considerato loro nemico.»


“Perché secondo lei ci sono così tanti medici obiettori (80% in Italia, 86% negli Usa)?”
«Chi decide di fare il medico lo fa per curare malati, non per ucciderli, e tantomeno per uccidere sani. Fare aborti è ripugnante anche per chi considera l’aborto una scelta di libertà: per questo, quando si arriva al dunque, i medici in gran parte si rifiutano di fare questi interventi. E’ bene chiarire però che quello dell’obiezione di coscienza è un problema solo italiano, perché solo nel nostro paese non si può abortire in cliniche private, a prezzo libero, come in tutti gli altri paesi del mondo. Nel nostro paese non si può andare ad abortire a prezzo di mercato, così come si va dal dentista, per esempio. La legge 194 prevede che solo in ospedali pubblici o convenzionati si possa abortire, e in questo modo si evita che sull’aborto si possa guadagnare. Questo però pone il problema dell’obiezione di coscienza, perché negli ospedali pubblici o convenzionati lo stato non può obbligare i medici ad effettuare aborti, mentre in tutti gli altri paesi la gran parte degli aborti si fa in cliniche private specializzate, dove sostanzialmente si fanno aborti e si distribuiscono contraccettivi, e dove quindi chi non vuole fare aborti non va a lavorare. Per esempio in Spagna più del 90% degli aborti avviene in cliniche private».

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