Arrivano le nanotecnologie e sono pronte a guarirci - Umberto Veronesi
- 12/09/2012 - http://www3.lastampa.it
Il futuro sarà in dimensione
nanometrica. Un milionesimo di millimetro: in questo ordine di grandezza si
muove la nanoscienza e da qui dobbiamo partire, cercando di visualizzare questa
dimensione infinitesimale, che corrisponde approssivativamente alla grandezza
di una molecola, per capire la portata del progresso e la profondità della
rivoluzione culturale che la nuova scienza rappresenta per l'uomo e il pianeta.
Per questo abbiamo deciso di dedicare l'8ª edizione del programma «The Future
of Science» - previsto a Venezia dal 16 al 18 settembre - al tema «La società
nanoscientifica».
Poiché le nanoscienze ci
permettono di scomporre e ricostruire il mondo in nanoelementi, le possibilità
che si aprono sono infinite, come infinite sono le forme e le combinazioni
della natura. Non è difficile intuire allora a quale livello di accuratezza
possiamo arrivare nel mettere a punto un farmaco molecolare diretto ad un
bersaglio selettivo ed esclusivo, come un gene o una proteina, o nel costruire
il componente di un circuito informatico, oppure nel realizzare un materiale o
un rivestimento che abbia caratteristiche speciali. Non dobbiamo, in realtà
aspettare il futuro, perché la nanoscienza ha già molte applicazioni, a partire
dal mio campo, quello medico. Non stiamo parlando di una branca medica finora
sconosciuta, ma di una nuova dimensione della medicina nel suo insieme, che
permette di applicare le conoscenze più recenti.
Se pensiamo alla nanomedicina
come la medicina delle molecole, viene naturale pensare che la prima ampia
applicazione sia nella diagnosi, perché da una prospettiva nanometrica è più
facile individuare la minima anomalia iniziale nelle cellule del nostro
organismo, per interferire meglio con gli elementi biologici elementari delle
malattie che originano da mutazioni del Dna cellulare, come il cancro. La
«nanodiagnostica» permette la ricerca, a livello di proteine, di biomarcatori
associabili a una malattia, anche al suo esordio, e rende possibile lo studio
di immagini a livello molecolare.
In generale le nanotecnologie ci
avvicinano alla medicina personalizzata, se con questa intendiamo la capacità
di offrire ad ogni malato la cura più adatta e con le massime possibilità di
risposta. L'approccio nanotecnologico è infatti quello che ci permette la massima
accuratezza nella «stadiazione» della malattia e nella somministrazione (sia
come sede sia come tempi) delle terapie. Sono già in uso i primi nanofarmaci,
molecole anticancro incorporate in particelle di dimensioni nanometriche - i
liposomi - che, una volta iniettate nel sangue, si posizionano esclusivamente e
selettivamente sulle cellule malate.
E' importante, in questa fase,
che l'entusiasmo non solo di medici e ricercatori, ma di tutti gli uomini di
scienza, di fronte agli scenari inediti e allo stesso tempo concreti che la
nanoscienza apre di fronte a noi, tenga conto dei dubbi e dcelle paure che
sempre comporta l'ampliamento delle possibilità di intervento dell'uomo su se
stesso e sul pianeta. Cosa succede quando le nuove particelle e i nuovi materiali
vengo in contatto con i sistemi vitali? Chi decide i limiti della nanoscienza,
in grado di mimare la natura e riprodurre anche un filamento di Dna? Sono
quesiti che la società inizia porsi e a cui la scienza deve prepararsi a
rispondere. Se vogliamo che la società nanoscientifica sia una società
migliore, è fondamentale che avviamo da subito un processo di informazione
chiara, corretta e trasparente nei confronti della popolazione, che si traduca
in una presa di coscienza collettiva sui benefici e i rischi delle
nanotecnologie. Tutto questo è l'ambizione e l'impegno dell'incontro di
Venezia.
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