La Sla fa ancora molta paura Poca cultura, tanti pregiudizi - Tra le
malattie neuromuscolari è la seconda più conosciuta Spaventa più di meningite e
leucemia, Ruggiero Corcella, 2 luglio 2012©, http://www.corriere.it
MILANO - La SLA? Fa molta paura;
per esempio, più della leucemia e della meningite. È uno dei tanti paradossi
emerso da un’altro ramo dell’indagine che AriSLA (Fondazione Italiana di
ricerca per la SLA) e AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale
Amiotrofica) hanno affidato a Nielsen. In questo caso, i ricercatori
dell’istituto hanno utilizzato un campione di 7.620 persone, rappresentativo
della fascia di popolazione italiana sopra i 14 anni, per analizzare più in
profondità la percezione, la conoscenza e la comprensione dei bisogni dei
malati da parte della collettività. «Che la SLA faccia molta paura, perfino più
dell’Aids, deriva da un pregiudizio frutto di scarsa conoscenza — commenta
Mario Melazzini , presidente di AriSLA e AISLA —. Siamo agli stessi livelli di
30 anni fa». Medico e lui stesso malato di SLA dal 2002, Melazzini tiene a
ribadire che la sclerosi non è una condanna: «Si immagina che in determinate
condizioni tutto diventi impossibile, — dice — che si rimanga prigionieri del
proprio corpo. Invece, conoscendo quelle condizioni, si può vedere che molte
persone vanno avanti anche se con molta difficoltà».
Di malattie neuromuscolari, in
generale, e di SLA in particolare, si discute molto: ne parlano 20 mila degli
oltre 70 mila messaggi "scandagliati" dall’indagine Nielsen
nell’ultimo anno. Ma quanto e che cosa si sa in realtà di tali patologie?
L’indagine a campione mette in luce una minor conoscenza delle malattie
neuromuscolari, rispetto ad altre patologie, come, per esempio leucemia e
meningite. All’interno delle malattie neuromuscolari, le distrofie sono le più
note. La SLA è al secondo posto, anche perché ha colpito personaggi famosi. Se
poi la conoscenza viene approfondita, però, emerge un livello di informazione
giudicato basso: solo il 16% degli intervistati dichiara di conoscerla
"molto" e "abbastanza". Anche la percezione che si ha della
SLA non è del tutto corretta. Basti pensare che fa più paura di una malattia
«fulminante». Nella classifica delle malattie, infatti, gli intervistati
l’hanno messa al primo posto. Prima addirittura di leucemia e meningite, che
possono essere, appunto, patologie fulminanti.
Più coerente, invece, il quadro
su che cosa si pensa serva ai malati: la ricerca e l’assistenza sono indicate
come prioritarie. Se poi si chiede le priorità per un malato di cui la comunità
deve farsi carico, al primo posto viene indicata l'assistenza. Emerge poi la
convinzione che lo Stato e il settore pubblico in generale siano poco presenti
e che a farsi carico dei malati suppliscano famiglie e associazioni in primo
luogo. «Dove dobbiamo agire? — si chiede Melazzini —. Prima di tutto sulla
cultura, aumentando la conoscenza e facendo sì che le informazioni siano
corrette, precise e puntuali e non estremizzate. Questa settimana, ad esempio,
sui media si è parlato da una parte del primo trapianto di cellule staminali
neurali in un paziente con SLA, cioè della speranza. Dall’altra, c’e stata la
notizia del malato di SLA che è andato in Svizzera per un suicidio assistito.
Non voglio entrare nelle due vicende, ma in mezzo c’è tutta una fascia di
persone che deve trovare delle risposte».
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