venerdì 7 settembre 2012


Chiusa l’indagine su Regnerus: «è valido lo studio sui problemi di chi ha genitori gay» - L’Università del Texas pubblica il responso dell’indagine invocata dalla lobby LGBT – 6 settembre, 2012 - http://www.uccronline.it

Il responso finale dell’Università del Texsas sullo studio scientifico realizzato dal sociologo Mark Regnerus si è rivelato un durissimo colpo per la lobby LGBT, anzi un vero e proprio boomerang.

Come abbiamo scritto in Ultimissima 20/06/12, la prestigiosa rivista scientifica “Social Science Research” ha pubblicato due studi in peer-review sulle problematiche dei bambini cresciuti all’interno di una relazione omosessuale. Loren Marks, della Louisiana State University, è l’autore del primo studio con il quale si è dimostrata l’infondatezza della posizione politica dell’American Psychological Association (APA), secondo la quale i figli di genitori gay o lesbiche non sarebbero svantaggiati rispetto a quelli di coppie eteorsessuali. Lo scienziato ha analizzato i 59 studi citati dall’APA per sostenere la propria tesi, dimostrandone l’inconsistenza dal punto di vista scientifico. Nessuna polemica per questo studio, accettato quasi tranquillamente.

Il secondo studio è stato invece realizzato dal sociologo dell’Università del Texas Mark Regnerus, il quale basandosi sul più grande campione rappresentativo casuale a livello nazionale, ha voluto far parlare direttamente i “figli” (ormai cresciuti) di genitori omosessuali, dimostrando un significativo aumento di problematiche psico-fisiche rispetto ai figli di coppie eterosessuali.

Sacrilegio! Il movimento LGBT  ha attivato tutti i suoi canali mediatici avviando una fortissima campagna di delegittimazione del povero Regnerus. La sua foto è stata sbattuta su tutti i principali quotidiani anglosassoni, accompagnata da questa serie di commenti: “odiosi bigotto”, “gregario dell’Opus Dei”, “dovrebbe vergognarsi”, ha presentano dati “intenzionalmente fuorvianti” per “cercare di screditare i genitori gay e lesbiche”, la sua è “scienza spazzatura” e “disinformazione pseudo-scientifica”. Addirittura qualcuno ha auspicato «l’inizio della fine della credibilità di Mark Regnerus per le agenzie di stampa rispettabili». Il blogger Scott Rosensweig ha anche affermato che Regnerus ha un pregiudizio anti-gay «perché lui è cattolico». Molti hanno firmato appelli perché l’Università del Texas licenziasse in tronco il ricercatore, sbattendolo sulla strada assieme alla moglie e i suoi tre bambini, altri hanno chiesto all’ateneo di attivare una sorta di Inquisizione per tentare di censurare lo studio. L’indagine interna è stata avviata, per la gioia dei detrattori della scienza e della verità che hanno moltiplicato i loro insulti verso chi citava i risultati della ricerca scientifica.

La doccia fredda è però arrivata il 29 agosto 2012, quando sul sito web dell’Università del Texas è comparso un comunicato in cui si riporta l’esito dell’indagine interna: «L’Università del Texas ha stabilito che nessuna indagine formale può essere giustificata sulle accuse di cattiva condotta scientifica presentate contro il professore associato Mark Regnerus riguardo al suo articolo pubblicato sulla rivista “Social Science Research”». Le accuse non tengono! «Non ci sono prove sufficienti per giustificare un’inchiesta», si legge ancora, tanto che «la questione si considera chiusa dal punto di vista istituzionale». L’indagine interna ha dunque riconosciuto la legittimità del lavoro e la fedeltà al protocollo seguita dalla metodologia. La libertà accademica di ricerca ha trionfato, l’oscurantismo e la censura verso risultati ritenuti scomodi dai media ha invece fallito. Il fatidico responso, così tanto invocato, avrebbe dovuto dimostrare la falsità dello studio e invece ne ha confermato la veridicità, diventando così un inaspettato boomerang.

Certamente ora l’accusa di complottismo anti-gay si sposterà da Regnerus all’Università del Texas (e al suo rettore), che però fino a ieri era considerata dal mondo LGBT un ente prestigioso poiché aveva aperto un’indagine contro lo scienziato eretico. Prevenendo questi sicuri attacchi, è utile ricordare che l’ateneo texano è classificato costantemente come una delle migliori università pubbliche degli Stati Uniti, mentre a livello internazionale si è classificata 67° tra “le migliori università del mondo” per il “US News and World Report”, 35° nel mondo per la “Shanghai Jiao Tong University”, la 49° migliore università del mondo secondo “The Economist”, ecc.

Ben prima del responso dell’Università del Texas, comunque, lo studio di Regnerus in cui si dimostra il disagio psicofisico per i figli cresciuti da genitori omosessuali, è stato approvato dal “New York Times”, dove si ricorda che «gli esperti esterni, in generale, hanno detto che la ricerca è stata rigorosa, fornendo alcuni dei migliori dati sul tema», da un gruppo di 18 scienziati e docenti universitari tramite un comunicato sul sito della “Baylor University”  e da diversi psicologi e psichiatri che hanno scelto di prendere posizione, riconoscendo l’attendibilità degli scomodi risultati.

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