SI ALLARGA NEL MONDO IL DIBATTITO SUL MATRIMONIO OMOSESSUALE - Cambiare
un'istituzione fondamentale comporta dei seri rischi di padre John Flynn LC
ZI12090314 - 03/09/2012
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ROMA, lunedì, 3 settembre 2012
(ZENIT.org) – Il matrimonio omosessuale continua a rimanere al centro del
dibattito in vari paesi. Questa settimana il parlamento della Nuova Zelanda ha
votato a favore della bozza di un proposta di legge che, se approvata, legalizzerebbe
il matrimonio tra persone delle stesso sesso.
La legalizzazione del matrimonio
omosessuale è recentemente passata nello stato australiano della Tasmania. In
Scozia il governo è prossimo all’approvazione, al punto che due domeniche fa
una lettera pastorale dei vescovi scozzesi si pronunciava in difesa del
matrimonio come esclusiva unione di un uomo e di una donna. Nel frattempo,
negli Stati Uniti, il sostegno al matrimonio “tradizionale” è stato veicolato
dal presidente della catena di fast food Chick-fil-A, suscitando un vespaio di
polemiche.
Le contrastanti opinioni su
questo argomento sono state ben descritte in un recente saggio che contrappone
due visioni differenti sullo stesso tema: Debating Same-Sex Marriage (Oxford
University Press) di John Corvino e Maggie Gallagher.
Corvino è professore di filosofia
alla Wayne State University di Detroit; Gallagher è co-fondatrice della
National Organization for Marriage ed autrice di numerose pubblicazioni sul
matrimonio.
Entrambi gli autori evitano di
addentrarsi nella morale sull’omosessualità, né usano argomentazioni religiose
sul tema.
Corvino afferma che permettere
alle coppie omosessuali di sposarsi sarebbe positivo non solo per loro ma per
la società, poiché aiuterebbe tali coppie a vivere una relazione impegnata.
Il fatto che, per tradizione, il
matrimonio è sempre stato tra persone di sesso diverso, prosegue l’autore, non
significa che questa istituzione non possa cambiare o adattarsi.
Corvino, inoltre, nega che il
matrimonio omosessuale sia negativo per i figli e asserisce che finora non si
sono mai riscontrati elementi che provino che bambini cresciuti da coppie
omosessuali siano peggiori di altri bambini.
Lo studioso rifiuta, inoltre,
rifiuta di accettare l’idea che permettere il matrimonio omosessuale aprirebbe
un pendio scivoloso che potrebbe portare a ulteriori variazioni dell’istituto
matrimoniale, dalla poligamia all’incesto.
Definizioni che cambiano
Nel suo contributo Gallagher
esordisce osservando che il matrimonio tra persone dello stesso sesso parte dal
presupposto che non c’è argomento razionale contro la loro causa e che,
pertanto, l’opposizione ad esso è basata soltanto sulla bigotteria o sull’odio
irrazionale.
Per molte generazioni, commenta
la co-autrice, e in molte culture gli umani hanno ritenuto che un’unione tra un
uomo e una donna possegga uno status speciale. Potrebbe questo succedere per
nessuna ragione?
I difensori della causa del matrimonio
omosessuale, afferma Gallagher, esigono quella che loro stessi definiscono
uguaglianza. Per i loro oppositori, tuttavia, evitare il matrimonio omosessuale
è solo un passo verso il rafforzamento di una società basata su una cultura in
grado di conciliare il sesso, l’amore, i bambini, le madri e i padri.
Corvino, argomenta la co-autrice,
spende buona parte del suo saggio a contestare gli argomenti altrui, e ben poco
a sostenere la causa del matrimonio omosessuale. Per contro Gallagher dichiara
di essere più preoccupata a spiegare perché “la nostra tradizione matrimoniale
sia giusta e ragionevole e come il matrimonio tra persone dello stesso sesso,
andrebbe a cambiare la natura del matrimonio in sé”.
Molte fini e valide relazioni ed
amicizie non sono matrimoni, né sono regolate da alcuna legge, spiega Gallagher
mentre vi sono norme sociali e leggi sul matrimonio perché si tratta di una
pubblica istituzione che è in grado di unificare benefici che, altrimenti,
tenderebbero a disperdersi.
Nessun elemento individuale come
il sesso, l’amore o i figli definisce da solo il matrimonio, spiega Gallagher,
e non tutte le coppie sposate realizza tutti i benefici sociali del matrimonio.
Tuttavia l’unione di un uomo e di una donna “è basata su realtà profondamente
umane, che non sono state create da nessun governo, né possono essere cambiate
dal beneplacito governativo”, scrive l’autrice.
Discriminazione
Se il matrimonio può significare
qualunque cosa noi decidiamo che significhi, allora non può esistere alcun
soggetto degno di una definizione sociale condivisa. Inoltre, non implica
discriminazione trattare in modo diverso cose che sono diverse.
Il matrimonio omosessuale
disconnette il matrimonio dalle sue fondamenta nell’umana realtà secondo la
quale le relazioni sessuali maschio-femmina sono diverse da qualunque altro
tipo di relazione. Il matrimonio, prosegue Gallagher, non fa riferimento
primario alla legge ma ad un fenomeno extragiuridico, che la legge può
riconoscere o evitare di riconoscere, con conseguenze reali.
L’esclusione di coppie dello
stesso sesso dall’istituzione del matrimonio non è una discriminazione né una
crudeltà ma semplicemente riflette il fatto che ciò corrisponde ad una certa
realtà universale.
Il matrimonio tra un uomo e una
donna è un importante bene sociale associato ad una vasta gamma di esiti
positivi sia per gli adulti che per i bambini, afferma Gallagher. La co-autrice
cita numerosi studi che confermano la sua posizione.
“La nostra tradizione
matrimoniale è giusta e ragionevole perché è basata su verità profonde e
durevoli sull’essere umano”, conclude Gallagher. Al contrario, il matrimonio
tra persone dello stesso sesso è solo una concessione da parte del governo di
un’istituzione che non ha creato e legalizzare questo tipo di matrimonio è una
manipolazione politica estranea alla natura del matrimonio.
[Traduzione dall'inglese a cura
di Luca Marcolivio]
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