COREA DEL SUD: REINTRODOTTO L'OBBLIGO DI RICETTA PER LA PILLOLA DEL
GIORNO DOPO - La Chiesa cattolica ha accolto favorevolmente la decisione del
governo
ZI12090307 - 03/09/2012
Permalink:
http://www.zenit.org/article-32361?l=italian
ROMA, lunedì, 3 settembre 2012
(ZENIT.org) - Il governo della Corea del Sud ha cambiato parere e ha deciso di
reintrodurre l'obbligo di ricetta per la cosiddetta “pillola del giorno dopo”.
A riferirlo è l’agenzia delle Missioni Estere di Parigi, Eglises d’Asie (EDA),
in una notizia diffusa il 30 agosto scorso.
Il 7 giugno, l’agenzia sudcoreana
per il controllo sui farmaci - la Korea Food and Drug Administration (KFDA) –
aveva infatti eliminato tale obbligo, trasformando la molecola in un prodotto
da banco.
Pochi giorni fa, il 29 agosto, il
ministero della Salute di Seul è ritornato invece sui suoi passi e ha dunque
annunciato di mantenere il discusso contraccettivo nell’elenco dei prodotti
farmaceutici "da vendere solo dietro presentazione di ricetta medica".
Secondo Eglises d’Asie, il
ripensamento da parte del governo sudcoreano è stato accolto favorevolmente da
parte della Chiesa cattolica, fortemente opposta alla pillola del giorno dopo,
introdotta nel 2001 nel Paese asiatico. "Per la Chiesa sudcoreana – spiega
EDA - si tratta di una decisione che va nella giusta direzione del rispetto per
la vita”.
La Commissione per le attività
pro-vita della Conferenza Episcopale ha ricordato che “la pillola [del giorno
dopo] è un prodotto abortivo, che elimina la vita”.
Secondo la stessa fonte, il
direttore della politica sanitaria presso il ministero della Salute, Kim
Won-jong, non ha spiegato le ragioni per il ripensamento del governo, ma,
durante una conferenza stampa, ha specificato solo che “le sfide davvero difficili
all'interno della nostra società rendevano delicato l’ottenere un consenso”.
Da parte sua, il direttore della
sicurezza medica in seno alla KFDA, Cho Ki-won, ha annunciato che gli effetti
della pillola saranno studiati nel corso dei prossimi tre anni, lasciando alle
autorità sudcoreane la possibilità di rivalutare la loro posizione dopo questo
periodo.
Anche i sindacati dei medici,
contrari alla vendita al banco della molecola, hanno accolto con soddisfazione
la decisione governativa, come riferisce sempre EDA, laddove le organizzazioni
femministe e i rappresentanti di categoria dei farmacisti appoggiavano invece
la liberalizzazione della vendita della pillola.
Secondo Eglises d’Asie,
l’altalena governativa sul farmaco va collocata sullo sfondo del dibattito sui
problemi demografici della Corea del Sud, confrontata con un rapido
invecchiamento della popolazione a causa del calo delle nascite. In un Paese
con un elevato tasso di aborti, la denatalità è diventata ormai “oggetto di
preoccupazione generale”, scrive infatti EDA.
Nessun commento:
Posta un commento