In Olanda eutanasia anche a chi soffre di solitudine - 31 ottobre, 2011, http://www.uccronline.it
Dopo la legalizzazione
dell’eutanasia in Olanda il piano scivoloso si fa sempre più ripido. Come
riportavamo in Ultimissima 21/3/11 il Rapporto Remmelink, primo rapporto
ufficiale commissionato dal Governo sulla “dolce morte”, ha rivelato che almeno
un terzo dei 5.000 pazienti ai quali è stata somministrata la “dolce morte”,
non aveva dato alcun esplicito consenso. Nel St Pieters en Bloklands invece, un
centro anziani di Amerfott, si è deliberatamente deciso di non rianimare i
pazienti al di sopra di 70 anni e un movimento politico si batte per ottenere
il “suicidio assistito” per quanti, superati i 70 anni, si sentissero “stanchi
di vivere”.
Oggi la Royal Dutch Medical
Association (KNMG) ha rilasciato nuove linee guida per l’interpretazione della
legge sull’eutanasia del 2002 e ora si dovrebbe includere chi ha “disturbi
mentali e psico-sociali” come “perdita di funzionalità, la solitudine e la
perdita di autonomia “come criteri accettabili per l’eutanasia”. Chi soffre di
solitudine dunque può chiedere l’eutanasia.
Le linee guida inoltre, si legge
su Lifenewssite.com permettono ai medici di collegare anche la mancanza di
“abilità sociali, risorse finanziarie e un social network” a “sofferenza
insopportabili e durature”, aprendo così la porta della morte assistita sulla
base di fattori “psicosociali” e non più soltanto alla malattia terminale.
Il documento conclude sostenendo
che il “concetto di sofferenza” è “ampio” rispetto alla sua interpretazione ed
esso dovrebbe includere anche “disturbi della vista, dell’udito e della
mobilità, cadute, confinamento a letto, affaticamento, stanchezza e perdita di
fitness”. Alex Schadenberg, direttore e presidente del Comitato Internazionale
di Euthanasia Prevention Coalition ha dichiarato che quel che avviene in Olanda
è ciò che accadrà ovunque se l’eutanasia e il suicidio assistito venissero
legalizzati.
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