Scienze - TECNOLOGIA/ Porte (logiche) aperte ai biocomputer - Redazione
(Michele Orioli), martedì 1 novembre 2011, http://www.ilsussidiario.net
La natura è maestra insuperabile
e alcuni sviluppi dell’hi-tech dipendono dalla capacità di alcuni innovatori di
carpire ai fenomeni naturali i loro segreti e di reinterpretarli in chiave
tecnologica. Ad esempio, visto il ruolo giocato dalle informazioni
nell’evoluzione dei viventi, non è difficile arrivare all’idea di imitare il
modo con cui le informazioni vengono scambiate nei vari organismi e trarne un
nuovo paradigma per l’hardware e per il software. Ecco allora il progetto per
la realizzazione di “porte logiche”, cioè dei componenti principali dei
circuiti elettronici, a partire da supporti biologici invece che dai tradizionali
semiconduttori.
Un’idea attraente e che registra
i primi successi, tanto che qualcuno si spinge un po’ più in là e parla di una
nuova fase “biologica” dell’informatica. È molto presto, a nostro avviso, per
previsioni del genere e sarà bene che si proceda con i piedi di piombo,
considerando tutte le implicazioni che una prospettiva del genere solleva. Per
il momento sembra più utile stare ai fatti e cercare di comprendere dove si è
effettivamente arrivati, senza balzi in avanti troppo arditi. Alcuni fatti sono
quelli riportati recentemente nella rivista Nature Communications dove un team
dell’Imperial College di Londra spiega come ha sviluppato porte logiche
utilizzando batteri intestinali e acido desossiribonucleico (DNA). Questo
ultimo studio si basa su ricerche precedenti che avevano soltanto dimostrato
che le porte logiche biologiche potevano essere realizzate, ma ora il team è
effettivamente riuscito a costruirle.
Uno degli autori dello studio, il
professor Richard Kitney, dice: «Le porte logiche sono gli elementi costitutivi
fondamentali dei circuiti in silicio, su cui si basa la nostra intera epoca
digitale. Senza di loro, non saremmo in grado di elaborare le informazioni
digitali. Ora che abbiamo dimostrato che possiamo replicare queste parti utilizzando
batteri e DNA, ci auguriamo che il nostro lavoro possa portare a una nuova
generazione di processori biologici, le cui applicazioni di elaborazione delle
informazioni potrebbero essere importanti quanto i loro equivalenti
elettronici».
Ciò significa che questi ultimi
sviluppi scientifici potrebbero portare alla produzione di sensori in grado di
nuotare all’interno delle arterie e di individuare l’accumulo di placche nocive
al fine di fornire rapidamente farmaci per l’area interessata. Altre applicazioni
potrebbero includere sensori che possono rilevare e distruggere le cellule
tumorali all’interno del corpo e rilevatori dell’inquinamento che possono
essere distribuiti nell’ambiente, individuando e neutralizzando le sostanze
pericolose come, ad esempio l’arsenico.
Lo studio mostra come le porte
logiche biologiche siano in grado di imitare il modo in cui le porte logiche
elettroniche elaborano le informazioni, attivandosi o disattivandosi. Gli
scienziati hanno costruito una porta logica di tipo “AND” partendo dagli
Escherichia coli (E. Coli), batteri che si trovano normalmente nella parte
inferiore dell’intestino. Il team ha alterato l’E. Coli con il DNA modificato e
riprogrammato per eseguire lo stesso processo di attivazione e disattivazione,
come il suo equivalente elettronico, quando stimolato da sostanze chimiche.
Un’altra caratteristica
importante di queste porte logiche biologiche è che sono modulari, il che
significa che possono essere montate insieme per formare diversi tipi di porte
logiche più complesse, in un modo del tutto simile a quello implementato nei
componenti elettronici. I ricercatori hanno creato una porta “NOT” e l’hanno
combinato con un “AND” per produrre il più complesso circuito “NAND”.
Il prossimo passo sarà quello di
cercare di sviluppare circuiti più complessi, comprendenti molte porte logiche.
Una delle sfide tecnologiche da affrontare è infatti quella di trovare il modo
per collegare insieme molte porte logiche così come avviene nei circuiti
elettronici dedicati a elaborazioni complesse.
© Riproduzione riservata.
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