lunedì 28 maggio 2012


DIFENDERE E CURARE I BAMBINI FIN DAL CONCEPIMENTO - Il neonatologo Carlo Bellieni spiega l'Ecologia della gravidanza di Antonio Gaspari

 ZI12052613 - 27/05/2012
Permalink: http://www.zenit.org/article-30857?l=italian

ROMA, domenica, 27 maggio 2012 (ZENIT.org) - Lo sviluppo delle conoscenze nel campo della neonatologia ci permettono di difendere, curare e assistere, i bambini e le bambine fin dal concepimento.
Per capire a che punto sono le ricerche e quali gli sviluppi futuri, ZENIT ha intervistato il dott. Carlo Bellieni che insegna Terapia Neonatale alla Scuola di Specializzazione in pediatriapediatria dell'Università di SienaUniversità di Siena.
Il dott. Bellieni è membro della European Society of Pediatric Research, del Direttivo Nazionale del gruppo di Studio sul Dolore e della Pontificia Accademia Pro Vita. E’ anche membro del direttivo nazionale dell'associazione Scienza e Vita, e Segretario del Comitato di Bioetica della Società Italiana di Pediatria.
Lei è stato invitato a parlare ad un gruppo di Organizzazioni non Governative statunitensi sui suoi studi in campo ecologico. Ci può dire qualcosa in proposito?
Dott. Carlo Bellieni: http://www.healthandenvironment.org/wg_calls/10760.
A quali parametri si riferisce?
Dott. Carlo Bellieni: All’inquinamento da campi elettromagnetici e da rumore che subiscono i bambini piccolissimi, ma non solo. Abbiamo misurato i campi elettromagnetici cui sono sottoposti i neonati durante la degenza in ospedale e alcuni parametri che mostrano possibili segnali che le ditte costruttrici di apparecchiature elettriche dovrebbero prendere in considerazione per evitarlo. Abbiamo anche verificato l’utilità di un certo tipo di pannelli metallici per schermare le apparecchiature. Ma abbiamo fatto di più: con delle modellizzazioni matematiche abbiamo misurato il livello di esposizione a campi elettromagnetici cui sono sottoposti i feti nel pancione, quando la mamma usa un computer portatile direttamente appoggiato sulla pancia. Pensi che in inglese il computer portatile si traduce col termine “laptop” che significa “sopra le cosce”, e tanti studi mostrano che questo utilizzo è da riconsiderare per vari motivi, tra cui, in questo caso, la eccessiva vicinanza al feto.
Insomma ha indicato un criterio di prudenza per questo soggetto che è il feto?
Dott. Carlo Bellieni: Sì, e anche per la mamma. E abbiamo pubblicato il tutto su riviste internazionali di ingegneristica e di medicina, che hanno un alto impatto scientifico. Il feto è un soggetto che deve avere delle chiare garanzie. Proprio con i colleghi statunitensi parlavo di creare una serie di raccomandazioni in questo campo.
Lei parlava anche dei rumori.
Dott. Carlo Bellieni: Certo, perché i bambini piccolissimi (in particolare i piccoli feti nati prematuramente) devono essere tenuti al riparo anche dai rumori, mentre questo per una serie di motivi non avviene, nonostante gli sforzi del personale, per motivi strutturali. Abbiamo misurato e valutato anche questo problema. Pensi che i limiti di rumore che un reparto di degenza per neonati non deve raggiungere sono stati stabiliti negli USA più alti di quelli che garantiscono il paziente adulto. E questo è un paradosso. E pensi che se esposto eccessivamente ai rumori di un’officina – se la mamma lavora durante la gravidanza in un ambiente esposto ai rumori forti – il feto può aver danni all’udito.
Cosa ci mostrano queste ricerche?
Dott. Carlo Bellieni: Che paradossalmente chi è piccolo riceve meno garanzie dalla società del soggetto più grande, e questo preoccupa il mondo di chi fa ricerca e cura in questo settore: molti medici sono preoccupati per questi standard che sono da migliorare nei neonati. Ma anche la vita fetale deve essere salvaguardata molto meglio. Le informazioni date alle donne su come evitare sostanze pericolose per il feto dovrebbero essere rese più disponibili e il servizio televisivo pubblico se ne dovrebbe incaricare, così come la scuola. L’esposizione materna a sostanze come certe plastiche o solventi frequenti nell’ambiente, può danneggiare la fertilità e il feto stesso. Per non parlare di alcol, tabacco e droghe, come riportammo, con la professoressa Nadia Marchettini nel libro “Una gravidanza ecologica” (SEF ed).
Quale messaggio dare?
Dott. Carlo Bellieni: Che dobbiamo diventare gli avvocati dei piccolissimi anche dal punto di vista dell’ecologia della gravidanza: deve essere riconosciuto come diritto della donna e del feto quello di vivere in un ambiente sicuro e preservato da sostanze pericolose per entrambi, che si trovano nel cibo, in certi cosmetici, e in altre sorgenti ambientali.

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