MILANO - SANITA'/ La storia di E, Zero e Uno: se l'esenzione del ticket
diventa una favola di Marina Marinetti, giovedì 24 maggio 2012, http://www.ilsussidiario.net
Questa è la storia di due
bambini, diventati vecchi improvvisamente per colpa di uno. Ma non uno
qualsiasi: proprio Uno, il numero, in persona. Michele e Matteo erano due
fratelli forunati: quando si ammalavano, e dovevano andare dal dottore, ci
andavano gratis. E se per sbaglio dovevano prendere qualche medicina, non la
pagavano. Nessuno, né medici, né farmacisti e neppure l’ospedale dove andavano
a fare esami di tutti i tipi, osava mai chieder loro il becco d’un quattrino.
Così quando Michele perse l’equilibrio e cadde, fratturandosi il polso, non
pagò nulla per fare le radiografie, né per farsi mettere il gesso. E quando
Matteo, che non parlava molto bene, doveva andare dalla logopedista, e ci
andava spesso, non spendeva neppure un centesimo. Se erano così fortunati, era
perché avevano i numeri giusti. E questi numeri erano due fratelli anche loro,
gemelli per la precisione: Uno e Uno. Visti uno accanto all’altro erano
indistinguibili, così tutti li chiamavano, invece che Uno e Uno, Undici. Nella
loro regione, la Lombardia, i gemelli Undici erano molto popolari: insieme alla
collega E, di mestiere facevano il codice di esenzione dal ticket. Il loro
lavoro era importantissimo, perché era grazie a loro che tutti i bambini
lombardi con meno di 14 anni potevano curarsi gratis. Un giorno, però, Uno si
era stufato di stare sempre lì fermo e decise di andare a farsi un giro per
scoprire com’era fatto il mondo. Così il suo gemello Uno, l’altra metà dei
famosi Undici, rimase da solo. Ma non proprio solo solo: a fargli compagnia,
per modo di dire, si trovò di fianco Zero, che però non era un gran
chiacchierone. Zero Uno, alla fine era come Uno e basta. Tanto valeva che Zero
se ne fosse stato a casa. Ma Zero era un presenzialista, uno di quelli che a
lavorare ci andrebbe perfino la domenica. Così Uno e la collega E rimasero con
Zero. Ora, a vederli, erano tutta un’altra cosa: E01, niente a che vedere con
l’E11 dei bambini. I funzionari della Regione si accorsero subito che Uno se
n’era andato, e allora avvisarono i bambini che, senza quell’Uno, erano
diventati improvvisamente grandi. Anzi, proprio vecchi. Così Michele e Matteo,
e Giovanni, Carlo, Antonio, e Karim, Fatima, Mohammed, e Jafiru, Yu, Lin e
tanti, tantissimi altri bambini, ricevettero a casa una lettera con tanto di
firma dei funzionari della Regione che li avvisavano: “nel corso del 2011”,
diceva la lettera, “Lei - perché ai vecchi non sta bene dare del tu - risultava
aver diritto all’esenzione (codice E01) in quanto di età superiore ai 65 anni”.
“Lei”, continuava la lettera, sempre dando rispettosamente del lei a questi
vecchi nuovi di zecca, “non risulta più aver diritto a tale esenzione e quindi
è tenuto al pagamento del ticket”.
In Lombardia si scatenò il
panico, orde di giovanissimi vecchietti, coi loro bastoni lecca lecca e le loro
dentiere a molla in mano (perché in bocca, nonostante tutta la buona volontà
dei funzionari regionali, avevano ancora i loro denti da latte), presero
d’assalto le sedi delle Asl. “Aridatece Uno!”, invocavano, “Abbasso lo Zero, viva Undici” scrivevano sui
muri, “Ticket gratis per tutti”; urlavano. E giù pernacchie, fischi, e anche
qualche parolaccia, approfittando del fatto che, quando ancora erano bambini,
certe cose non le potevano proprio dire. Se Gianni Rodari fosse ancora tra noi,
questa storia porterebbe la sua firma. Ma Gianni Rodari, purtroppo per noi suoi
affezionati lettori, non c’è più. E a scrivere questa storia sono stati i
solerti funzionari della Regione Lombardia, che hanno posto la loro firma in
calce alla comunicazione che sta arrivando a tantissimi bambini, richiamandoli
a presentare la loro autocertificazione dei redditi per poter avere ancora
l’esenzione dal ticket destinata agli ultrassessantacinquenni. Perché questa
non è una favola: è la realtà.
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