Quando le giovani coppie sognano il terzo figlio di Federica Canadini,
Corriere della Sera, 31 maggio 2012, http://www.dirittiglobali.it
Il 75% dei ragazzi pensa a
famiglie numerose
Il sogno: tre o più figli. La
mediazione: averne almeno due. La realtà: la media italiana è ferma a 1,42
figli per donna. Le intenzioni però, sarebbero ben altre. Il nido che i ragazzi
immaginano è piuttosto animato, nonostante la crisi e le legittime preoccupazioni,
se ci fossero le condizioni molte giovani coppie vorrebbero mettere al mondo
tre o più creature (e più realisticamente pensano di averne almeno due). È
questo il desiderio di tre giovani su quattro. Lo rivela un'indagine
dell'Istituto Toniolo su crisi, famiglia e giovani, un nuovo osservatorio su
novemila persone fra i diciotto e i 29 anni che monitorerà il gruppo per i
prossimi cinque anni, così sapremo anche come è andata a finire, ricostruiremo
come si sognano tre figli ma se ne fanno meno della metà: 1,42 dice l'Istat, e
a questo risultato siamo arrivate grazie al contributo delle madri straniere
perché da sole saremmo ferme all'1,33, la loro media è di 2,07 così abbiamo
migliorato la performance complessiva.
Ormai assuefatti ai piccoli numeri
della natalità, con un calo demografico ormai cronico — anche se siamo in lieve
ripresa dopo il record negativo del '95 — il risultato dell'indagine dovrebbe
rincuorarci: questa la valutazione di Alessandro Rosina, docente di demografia
e statistica sociale in Cattolica e curatore della ricerca. «Se questi giovani
fossero aiutati a realizzare il loro desiderio il Paese potrebbe superare la
denatalità e fermare l'invecchiamento — spiega Rosina — . Questa progettualità
è un patrimonio di base da valorizzare. In altri Paesi europei, come Austria e
Germania, la situazione è diversa: c'è una bassa fecondità come da noi, ma lì
c'è anche un riadattamento al ribasso delle intenzioni».
La nostra invece sarebbe «una
progettualità al rialzo». Preziosa, da difendere. Qui il desiderio c'è. Anche
se il sogno poi non si avvera. «Paesi del Nord Europa, Francia, Inghilterra e
Stati Uniti fanno più figli di noi. Non soltanto l'Italia è a bassa fecondità
ma la crisi è persistente, i livelli sono bassi da tempo e fanno fatica a
riemergere. Sono sempre più numerose le coppie che si fermano al figlio unico».
La famiglia resiste, ma in
formato ridotto. Eppure ci sarebbero le migliori intenzioni per il 40 per cento
degli intervistati, secondo l'indagine realizzata con Fondazione Cariplo e
Università Cattolica (dati Ipsos raccolti su un «sottocampione» di 2.400
interviste). «Per fortuna almeno a livello di progettualità c'è questo
desiderio — dice Francesca Zajczyk, sociologa all'Università degli studi di
Milano Bicocca —. È un dato molto importante, considerate le difficoltà
oggettive, il lavoro precario, i tanti trentenni con stipendi da mille euro al
mese, i servizi insufficienti. Ma attenzione anche alla frustrazione di questi
giovani che vorrebbero più di un figlio e non possono realizzare questo
desiderio di famiglia, né quello del lavoro». C'è il tema urgente delle
politiche per la famiglia, di tempi flessibili, congedi parentali, asili nido e
scuola dell'infanzia. Nel rapporto del Global Gender Gap sulla partecipazione
femminile al mercato del lavoro siamo scesi al gradino 74 su 134. E il rapporto
Ocse denuncia le difficoltà delle donne italiane sulla conciliazione. «La
mancanza dei servizi viene pagata da loro, troppo spesso ancora costrette a
scegliere fra lavoro e figli», sottolinea Zajczyk. «Questo desiderio di
famiglia, anche numerosa, oggi più che mai andrebbe sostenuto».
Nella ricerca del Toniolo ci
sarebbe un altro dato positivo. È la fiducia che i giovani dicono di avere nei
confronti della vita nonostante le difficoltà e la congiuntura economica
negativa: «L'82% degli intervistati afferma di aver ottenuto dalla famiglia la
capacità di guardare con tranquillità al futuro. La famiglia è supporto emotivo
ed economico per otto ragazzi su dieci. Ma è anche "rifugio dal mondo"
per la maggior parte dei giovani. Il rischio allora è che sia iperprotettiva e
diventi una gabbia dorata», dice Rosina. «Sappiamo che i ragazzi sognano
famiglie numerose, anche se sono costretti a rinunciare, perché iniziano tardi
a fare figli, perché non ci sono le condizioni. Ma non è una scelta. È una
conseguenza, di ostacoli che vanno rimossi».
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